La scrivania di Num Wei era uno straordinario bureau plat costruito per lei dal famoso ebanista francese André-Charles Boulle. In genere non era sua abitudine affezionarsi agli oggetti, se non prestava attenzione il tempo se li portava via molto facilmente. Eppure, si era innamorata talmente delle creazioni di quel francese - con i loro intarsi e le loro decorazioni di ottone - da avvisarlo che quel pezzo avrebbe dovuto durare per sempre. Il mortale ne era rimasto talmente lusingato che lei non aveva avuto bisogno di morderlo per imporre la sua volontà. La scrivania che ne era uscita era un capolavoro. Duecento anni dopo, la amava ancora. Non che duecento anni volessero dir molto, per lei.
A ripensarci, il capo della sua sicurezza aveva più o meno quell'età.
Divertita dal parallelo, gli lanciò un'occhiata. Frank Hauptmann era di turno a fare la guardia al suo ufficio, quella sera. Era bello e biondo e ben piazzato, nel modo in cui i tedeschi sembrano riuscire a essere meglio di chiunque altro. Frank stava guardando con espressione vuota gli arazzi medievali che decoravano i muri di pietra della stanza, dando l'impressione di non star pensando a niente mentre lei completava la sua corrispondenza. Anche con il suo nuovo telefono, le lettere dovevano essere scritte: ai suoi vari intermediari in giro per il mondo, ai potenti upyr che governavano le altre città in suo nome. Nim Wei avrebbe potuto delegare quel compito, ma le piaceva vedere i propri ordini prendere forma con l'inchiostro, e le piaceva sapere che i suoi subordinati li avrebbero letti esattamente così.
Mettere nero su bianco i desideri di qualcuno aveva le sue ragioni.
Sorrise a sé stessa, gustando la sensualità dei suoi gesti. Il contatto con la scrivania la incantava, l'odore della carta, il rumore quasi impercettibile della stilografica. C'era così tanto piacere nell'esercitare il comando, molto più dei piaceri cui la gente solitamente pensava. Nel corso degli anni, Nim Wei aveva imparato ad apprezzarli tutti.
I suoi nervi si allertarono quando Frank spostò leggermente il peso del corpo.
"Annoiato?" chiese maliziosamente, chiudendo la penna con un piccolo schiocco soddisfatto.
I suoi occhi glaciali si fissarono su di lei. Sapeva bene che non era annoiato. Era rimasto fermo accanto alla porta con il bozzo di un'erezione enorme per l'ultimo quarto d'ora. A parte le sue altre qualità, Frank aveva una predilezione per la violenza, sia riceverla che farla. Nim Wei non aveva alcun impegno per diverso tempo, e quella sera non aveva così fame da uscire a caccia. Non vedeva alcuna ragione per non sfruttare la predilezione del capo della sua sicurezza ad essere trattato violentemente da lei.
"No, mia regina" disse lui, riprendendosi dalla sorpresa. "Non potrei mai annoiarmi in vostra compagnia. Attendo solo il vostro piacere."
Avrebbe scommesso che fosse così. Sapeva che Frank aveva una compagna regolare, una delle upyr più giovani della tana. Nim Wei aveva fatto diventare immortale quella marmocchia per fare un favore a lui, in nome dei molti decenni di servizio. Di sua iniziativa, Nim Wei non avrebbe mai trasformato quella ragazza. Nonostante il suo talento come pianista, era abbastanza maleducata. Pensava che se il mondo non si piegava a sufficienza per renderle omaggio, c'era qualcosa di sbagliato. Nim Wei avrebbe sollevato Frank dai suoi compiti erotici, se avesse pensato che avrebbero potuto creare problemi, ma la sua nuova fidanzatina non sembrava curarsi minimamente della sua regina. Occasionalmente, Nim Wei si interrogava in proposito, poi decideva che i probabili fastidi della ragazza non erano un suo problema. Non aveva intenzione di negarsi un amante assolutamente spettacolare senza una buona ragione.
Dopo tutto, l'abilità di Frank come stallone era ciò che aveva attratto Nim Wei la prima volta. Quando Bach era sulla cresta dell'onda, lui era il figlio maggiore di un'antica famiglia di Amburgo. In quello che fu senz'altro l'inizio della sua fissazione per la musica, si considerava un violinista, per la costernazione del suo padre mercante. Frank non era terribile, ma non era abbastanza bravo da realizzare le proprie aspirazioni. Andarsene a Vienna a studiare gli aveva dato solamente la possibilità di finire tra le braccia di Nim Wei. Purtroppo, neanche essere trasformato fu sufficiente a farlo diventare un virtuoso. Era deluso, ma Frank sapeva bene come afferrare le occasioni al volo. Aveva sfruttato il suo altro talento in mancanza di ciò che davvero gli stava a cuore. Ora era spietato, risentito e freddo come il ghiaccio. Perlomeno fino a quando non aveva occasione di scaldare il letto di qualcuno. Allora le sue vecchie passioni tornavano a galla, una trasformazione che a Nim Wei piaceva molto.
Spezzare il controllo degli altri la divertiva sempre.
"Perché non prendi la mia paletta?" gli disse in quel momento. "Credo ci sia bisogno di ricordarti come rispettare la tua regina."
Un piccolissimo fremito gli attraversò le larghe spalle.
"Quello di cuoio" specificò quando lui iniziò a muoversi. "Così posso picchiarti forte quanto voglio."
Lui inciampò, ma riprese subito l'equilibrio. L'unico segno che lei era riuscita a scuoterlo era un netto aumento del bozzo al suo inguine.
"Come desiderate" disse lui, inchinandosi rigidamente per via della propria stazza.
Nim Wei si bloccò quando qualcosa di effimero le solleticò la mente, distraendola dal gioco per cui si stava preparando. Edmund. Il nome del suo vecchio amante le scivolò nella coscienza senza preavviso, portando con sé l'impressione che fosse in pericolo.
Si rialzò dietro la scrivania, non nuova a quella misteriosa consapevolezza. Era nata in un'epoca, in una cultura, in cui la magia era una cosa comune. In effetti, erano state le sue piccole capacità da chiaroveggente che avevano portato Auriclus a diventare il suo re.
Il nome del suo creatore fu un'inaspettata scintilla. Vide l'immagine di montagne innevate e di una pistola ancor più fredda. Sembrava che quella pistola fosse nella sua mano, che la alzava fino alla tempia. Vide un lampo, sentì uno sparo, avvertì un'anima che si distaccava. Auriclus stava morendo. Stava dando il suo potere ai suoi discendenti, lasciandolo come un regalo di addio. In pratica, Nim Wei era una sua discendente, ma lui l'aveva diseredata molto tempo prima. Non era abbastanza obbediente, per i suoi gusti. Non ballava alla musica presuntuosa che sceglieva lui. Lei aveva una propria linea di discendenza, ma quel vecchio rifiuto le aveva scaldato nuovamente il cuore. Cattiva, Nim Wei. Troppo ambiziosa per ottenere abbastanza fiducia da sentirsi raccontare i segreti dei mutaforma.
"Padrona?" disse Frank, vedendole una strana espressione sul viso.
Nim Wei si forzò di tornare a concentrarsi sul qui e adesso. La forza del collegamento tra lei e il suo re la sorprese, come anche quella tra lei e Edmund. Poteva sentire il panico del suo vecchio amante mentre il potere di Auriclus fluiva in lui in una marea apparentemente senza fine. Venire spinto tra gli anziani senza la minima preparazione per gestirne il potere. Provava terrore per la sua famiglia, per i suoi cari. Non sapeva come proteggerli.
Frank mise la paletta di cuoio sulla scrivania, raddrizzandole le spalle con le sue grosse mani callose. Nim Wei lo guardò e sbatté le palpebre.
"Devo andare da Edmund Fitz Clare. È nei guai. Devo aiutarlo."
Frank si ritrasse come se il suo corpo fosse stato scagliato all'indietro. Lei avvertì un bagliore e un brivido nella mente di lui, qualcosa che non avrebbe dovuto esserci. Qualunque cosa fosse, scomparve come un ratto che scava un buco prima che il suo dono di leggere la mente potesse inchiodarlo. In qualunque altro momento si sarebbe fermata a torturarlo per scoprire di cosa si trattava. Quella sera aveva altre priorità.
"Credevo che Fitz Clare fosse vostro nemico" disse.
Lei non lo degnò di una risposta. Nim Wei era piena di nemici che in realtà non voleva veder distrutti.
"Cancella i miei appuntamenti" disse da sopra la spalla. "Vado dalla sua famiglia umana. Sta scappando. Avranno bisogno del mio aiuto per trovarlo."
Frank tentò una protesta che lei ignorò. Stava già aprendo il tunnel più vicino.Frank ordinò a sé stesso di non correre lungo il corridoio che partiva dalla stanza di Nim Wei. Non voleva attirare l'attenzione delle altre guardie. Stringeva nella mano destra l'orologio da taschino che Li-Hua gli aveva regalato, l'incanto che conteneva era la sua sola protezione contro il controllo mentale. Il sudore gli ricopriva la pelle mentre si sforzava di non schiacciare la sua cassa d'argento.
Non siamo rovinati, disse a sé stesso quando svoltò nel corridoio che portava ai suoi appartamenti. Finché c'è vita c'è speranza.
Nonostante gli sforzi per calmarsi, entrò nelle sue stanze in preda al terrore più puro.
Li-Hua era seduta nuda sul letto, a dipingersi di rosa le unghie dei piedi. Come sempre, il cuore di Frank si strinse d'amore e di paura alla vista della sua bellezza delicata e perfetta. Era così viva, così ardente - ma anche così fragile rispetto a un upyr come la loro regina. Dal momento in cui l'aveva vista per la prima volta sul palcoscenico durante un concerto, mentre pigiava sui tasti con tutta la sua umana passione, lei era tutto ciò che gli importava. Avere anche solo un minimo di interesse era stata una sorpresa per un'anima fredda come quella di Frank.
Poteva desiderare la sua regina, ma avrebbe fatto di tutto per tenersi Li-Hua.
Il sangue gli scosse dolorosamente le vene quando lei alzò lo sguardo su di lui.
"Fai le valigie" le ordinò gracchiando in maniera dura. "Nim Wei sta andando a casa di Edmund. Lui è nei guai e la nostra fottuta regina vuole aiutarlo."
Li-Hua balzò in piedi così velocemente che la boccetta di smalto per le unghie cadde a terra. "Graham Fitz Clare è là?"
"Non lo so." Frank prese due lunghe borse di tela da sotto il letto.
"Se Graham è a casa Edmund scoprirà che la nostra regina non è la Nim Wei che lo sta gestendo per conto dell'MI5. Nel momento in cui dirà il proprio nome, il nostro gioco andrà in pezzi. Ci ucciderà, probabilmente molto lentamente, appena scoprirà che abbiamo cercato di portare Edmund a distruggerla." Scossa dall'orrore, Li-Hua si portò una mano sulla bocca. "Immagino sia troppo sperare che lui lo faccia ugualmente."
"Scheiss" imprecò Frank, perché sapeva che era troppo. Se Edmund Fitz Clare fosse stato incline alla violenza impulsiva, la loro regina sarebbe morta già due volte. Lasciò cadere sul pavimento il contenuto del loro cassettone. Tutto ciò che sembrava utile lo infilava nella più piccola delle due borse.
"Frank..."
"Lo so" disse lui. "Dobbiamo andarcene. Prendi le armi. Sono più importanti dei vestiti in ogni caso."
Lei andò obbedientemente all'armadietto di metallo chiuso a chiave. Ci tenevano anche i loro passaporti falsi. Frank non le ricordò di prendere anche quelli, sapeva che se lo sarebbe ricordato. "Cos'ha detto esattamente Nim Wei su Edmund?"
"Che era nei guai. Che stava fuggendo e che la sua famiglia umana avrebbe avuto bisogno del suo aiuto per trovarlo."
"Fuggendo? Perché dovrebbe..." Si interruppe mentre stava lanciando le munizioni sul letto. "Mi chiedo se il capo dei mutaforma non ha finalmente messo in pratica quello che aveva minacciato di fare. Forse Edmund Fitz Clare non era pronto per diventare un anziano."
"Forse." Frank chiuse le due borse troppo piene e alzò gli occhi su di lei.
Lo sguardo di Li-Hua era spaventato ma molto deciso. "Se riusciamo a trovarlo prima della nostra regina..."
"Sì" disse lui. "Se riusciamo a trovarlo per primi, abbiamo una possibilità di salvare i nostri sogni."
"Piano B" disse lei.
"Piano B" concordò lui.
Quando sul volto di Li-Hua si disegnò un bianco sorriso feroce, lui si innamorò nuovamente di lei.
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IL PROFUMO DELL'OSCURITÀ
AcakLondra, 1922. La pioggia cade stanca sulla città, ma alla giovane Estelle non importa: oggi ha incontrato l'uomo della sua vita..... Dieci anni dopo, Edmund Fitz Clare, noto professore di Storia e vampiro mutaforma, deve fare i conti con un pericolo...