Estelle notò a malapena dove Edmund la stava conducendo. Nel suo cuore si agitava una tempesta, parzialmente generata dall'essere davvero turbata. Il resto della sua agitazione dipendeva da quella donna incredibilmente bella con la pelliccia. Solo quando Estelle vide il lungo cofano nero della Minerva sotto la luce di un lampione si ricordò che avevano parcheggiato dietro l'angolo del cinematografo.
Sally aveva occupato il sedile davanti prima ancora che gli altri arrivassero all'auto.
Edmund aprì la portiera del passeggero e la sgridò. "Dietro" le disse. "Il sedile davanti è per gli ospiti."
"Ma è solo Estelle!"
"Dietro" ripeté con ancor più decisione.
Sally mise il broncio e guardò Estelle, aspettandosi che le dicesse di rimanere dov'era. In genere l'avrebbe fatto, ma quella sera non ne aveva l'energia. Dopo un attimo, Sally scivolò fuori. Come se a lei importasse dove si siede, Estelle le sentì dire con il suo orecchio speciale.
"Bene" disse Estelle quasi contemporaneamente. "Ma Graham si siede in mezzo. Ben mi punge sempre con i suoi gomiti appuntiti."
"Basta che stai zitta" disse Graham. La sua insolita rudezza fece voltare Sally verso di lui. Ben si limitò a sbuffare senza dir nulla.
"Oh, prova a negare che sei magro" disse Sally prontamente.
Era troppo tardi perché Estelle potesse dire qualcosa che migliorasse l'atmosfera. Il silenzio le sembrò la scelta migliore, mentre Edmund l'aiutava a sedersi per poi chiudere lo sportello. Aveva fatto quei gesti gentili mille volte, per lei, ma solitamente la sua mano non indugiava così tanto sul suo braccio.
La Minerva era impressionante negli interni quanto lo era nella carrozzeria: ricca pelle nere che non aveva mai perso il suo profumo, decorazioni personalizzate in legno sul volante e sul cruscotto. Solida come un carro armato, quell'auto era tutt'altra cosa rispetto alla Ford Model T in cui l'aveva visto la prima volta. Il padre di Sally aveva il pallino per gli investimenti, e i suoi libri vendevano bene per essere saggi di studio. Le persone che riuscivano a trascinarsi fino all'ultima pagina apprezzavano le sue teorie sulla Storia.
Tutte quelle osservazioni erano il tentativo di Estelle di mantenere la propria sanità mentale. Se avesse mantenuto l'attenzione su fatti che poteva accettare, non avrebbe dovuto affrontare quelli che invece non riusciva ad accettare. Niente di tutto ciò è reale, pensò. Il mio occhio speciale si è confuso, o qualcosa del genere. Non ho appena fatto sesso con il padre di Sally, più volte, in uno sgabuzzino. Non mi ha appena detto che sono la sua amata.
Più che altro, non aveva appena posato gli occhi sulla sua ex amante.
Sapeva che quella donna era stata l'amante di Edmund. Nessun uomo dice che conosceva una donna usando quel tono, a meno che non avessero condiviso un passato romantico. La logica le diceva che Edmund doveva aver avuto delle amanti, anche se era sempre stato prudente per proteggere la sua famiglia. Era un uomo, e non un vecchio rimbambito, sicuramente di bell'aspetto. Le studentesse non lo seguivano fino a casa ogni tanto per ammirare il suo cervello. Estelle doveva accettare di non essere l'unica donna con cui aveva avuto rapporti intimi.
Il problema era, come poteva essere sicura che la meravigliosa creatura che aveva visto quella sera apparteneva al passato di Edmund e non anche al suo presente? Era così bella che era sembrata brillare, e il modo in cui aveva fissato Estelle! I suoi occhi scuri erano stati freddi come il ghiaccio, come se avesse voluto che Estelle si congelasse e si frantumasse in un milione di piccoli pezzetti. Quanto puoi essere 'ex' se fissi in quel modo la nuova fiamma del tuo amante? Oh, smettila, si rimproverò Estelle mentre Edmund inserì la prima immettendo l'auto di rappresentanza nel traffico e allontanandosi dal cinematografo. Le lanciò un'occhiata che le fece pensare di aver tradito con l'espressione del viso ciò che stava pensando. Si sforzò di riprendere un'espressione neutra. Era ridicola. Edmund non era un mascalzone, e anche se lo fosse stato, che diritto avrebbe avuto lei di lamentarsi? Non era neppure sicura di cosa stesse succedendo tra loro due. Un momento di confusione, forse. Qualunque cosa fosse, non poteva essere permanente. E non poteva neppure diventare di dominio pubblico, checché ne dicesse Edmund. Bastava vedere come Sally aveva reagito al fatto che Estelle le aveva rubato il 'suo' posto! Estelle ra brividi, pensando a cos'avrebbe fatto Sally se lei fosse diventata l'amante di suo padre o - che dio li proteggesse tutti - sua moglie. Graham era appena quattro mesi più giovane di Estelle, era difficile pensare a lui come a un figliastro. Edmund sarebbe diventato il loro zimbello.
Fece quasi un salto, quando lui allungò una mano e le strinse un guanto.
"Stai parlando da sola" le disse.
Stava parlando da sola. Era così che stava riducendo qualunque-cosa-stesse-succedendo-tra-loro.
"Mi spiace" rispose prima di voltarsi con determinazione verso il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino.
L'atmosfera non si alleviò quando arrivarono all'appartamento di Estelle in Tottenham Court Road. Graham uscì insieme a Edmund, scavalcando le gambe di Ben per arrivare sul marciapiede contemporaneamente a suo padre. Graham era rosso di rabbia, anche se Estelle poté notare come si stesse sforzando di controllarsi.
I suoi sforzi erano rovinati dal fatto di aver stretto a pugno le sue mani grandi come prosciutti.
"Accompagno su Estelle" disse con una punta di malcelata combattività.
Edmund si bloccò come una statua. Era così sconcertato dall'interferenza di Graham che Estelle vide che non sbatteva nemmeno le palpebre. Lei stessa si sentiva sconcertata. Solitamente Graham rispettava suo padre.
Ovviamente, sapere che Edmund dormiva con l'amica della sua sorellina era una cosa fastidiosa.
"La tua scorta non è necessaria" disse Edmund.
Era in piedi accanto a Estelle, così vicino che le loro spalle si sfioravano. Teneva le mani lungo i fianchi, con le dita rilassate. Il suo sguardo incredibilmente fermo incrociò quello di Graham. Nonostante il suo comportamento sereno, Estelle non poté non pensare a due pistoleri di un film western che si preparavano a estrarre le pistole.
Quella semplice idea le fece gelare il sangue.
"Non c'è bisogno che mi accompagni nessuno" disse, con il cuore che le batteva troppo rapidamente nel petto. "Sono capace di far funzionare l'ascensore anche da sola."
"Dovresti essere accompagnata, e Graham dovrebbe lasciare che sia io a farlo."
La voce di Edmund era calma in maniera inquietante, e sotto quella calma sembrò si nascondesse un ringhio ancora più inquietante. Non un ringhio umano, ma animale. I suoi occhi erano freddi come quelli della donna in visone. Si strinsero su Graham, facendolo addirittura arretrare di un passo. Estelle aveva la strana impressione che Edmund cercasse di fare in modo che il suo figlio maggiore volesse farsi da parte. Poi Graham si scosse come avrebbe fatto un cane, riprendendo la sua posizione con una fatica che fu evidente agli occhi di Estelle. "Estelle è mia amica," disse con testardaggine "ed è amica di Sally. È più sensato che siamo noi a tenerle compagnia."
Questa volta Estelle non aveva immaginato il ringhio di Edmund, per quanto basso fosse stato. Non riusciva a capire come la sua gola potesse fare un suono simile, talmente primitivo da farle rizzare i peli sul collo. Stranamente, le stimolò anche un palpito duro e umido tra le gambe.
"Lasciami dormire da te!" urlò Sally, rompendo quella singolare tensione saltando fuori e passando dall'altra parte dell'automobile. "Dài, dimmi che posso, Estelle! È venerdì. Possiamo star su a parlare e bere cioccolata. Graham e Edmund la guardarono entrambi a bocca aperta, ma Graham ritrovò la parola per primo. "Estelle ha bisogno di... un uomo al suo fianco, dopo quello che è successo da Harrods."
"Cos'è successo da Harrods?" chiese Sally.
"Niente" disse Estelle guardando Graham per convincerlo a star zitto. Aveva evitato di raccontare la storia a Sally perché non voleva spaventarla, ma Edmund doveva aver detto a Graham cos'era successo. "Solo una piccola baruffa con qualcuno che non avrebbe dovuto essere nel negozio."
"Oh" disse Sally, accettando quella spiegazione. "Ecco, è una cosa terribile, ma Graham non può stare con te da solo, anche se siete amici. Non sarebbe appropriato. Penso dovrai ospitarci entrambi."
"Forse Estelle non vuole compagnia" si inserì Ben da dentro l'automobile.
"Non la voglio" disse Estelle. "Sono sicura di essere perfettamente al sicuro."
"Non lo sei" dissero contemporaneamente Graham e Edmund.
Le loro espressioni erano ugualmente decise. Se l'idea non le fosse sembrata ridicola, Estelle avrebbe detto che erano gelosi l'uno dell'altro, che si stavano scornando per lei. Sally li stava guardando a occhi spalancati. La figlia di Edmund poteva essere egocentrica, ma non era cieca. Nel giro di mezzo secondo, sarebbe arrivata alla stessa conclusione di Estelle.
"Sally," disse Estelle sperando di distrarla "Graham, volete rimanere a casa mia, stanotte?"
"Sì" disse Graham.
"Sì?" disse Sally con meno sicurezza.
Edmund non poté che chiudere la bocca. Estelle si morse un labbro e pensò a qualcosa da dire per tranquillizzarlo senza far capire troppo agli altri. L'espressione sul viso di Edmund le fece capire che era arrabbiato, i suoi freddi occhi azzurri sembravano infuocati.
"Suppongo che questo voglia dire che io e Ben dovremo accontentarci."
La sua gentile osservazione peggiorò il senso di sconforto che Estelle provava. Non riusciva a capire che non poteva invitarli tutti?
"Per me va bene" disse Ben. "Senza offesa, Estelle."
"Oh, ti divertirai" lo rassicurò Sally cinguettando in maniera esagerata. "Lo sai che qualcuno deve tener d'occhio il caro vecchietto."
La pazienza di Edmund doveva proprio essere al limite, perché il modo in cui guardò Sally la lasciò a bocca aperta.
"Corro a chiamare l'ascensore" disse nervosamente sua figlia. "Estelle, mi dai la chiave?"
Estelle gliela porse e lei scappò via prima di poter essere sgridata. L'attenzione di Edmund tornò su Estelle. Con sollievo, vide che lo sguardo gli si era ammorbidito.
"Sono contento che tu sia potuta venire con noi" disse con una voce che la carezzò come velluto. "Ti prego di non esitare a chiamarci se tu e Graham do veste aver bisogno di qualcosa."
Lei avrebbe voluto toccarlo, ma non poteva. Il braccio di Graham le circondava la schiena come per proteggerla, immobilizzandola con il suo peso.
"Lo farò" gli disse con un tono gentile quanto quello di Edmund. "Grazie per l'interesse."
Lui sorrise, poi fece un cenno leggermente severo col capo verso il suo figlio maggiore. Il nodo che stringeva lo stomaco di Estelle si sciolse. I suoi gesti erano freddi ma non rabbiosi. Per quanto l'avesse stranito quel contrattempo, ormai gli era passata.
"Bada a lei" disse Edmund mentre rientrava nell'automobile con Ben.
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IL PROFUMO DELL'OSCURITÀ
RandomLondra, 1922. La pioggia cade stanca sulla città, ma alla giovane Estelle non importa: oggi ha incontrato l'uomo della sua vita..... Dieci anni dopo, Edmund Fitz Clare, noto professore di Storia e vampiro mutaforma, deve fare i conti con un pericolo...