Capitolo 9 Stazione della metropolitana di Blackfriars

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I cadaveri erano stati lasciati sulla soglia di casa sua, proprio fuori dalla porta che lei era solita usare per uscire dal labirinto di passaggi che scendeva sotto la superficie di Londra fino alla sua tana personale.
I corpi erano stati sgozzati in un modo da assomigliare più a dei capi di bestiame che non a esseri umani. Peggio ancora, erano stati sgozzati lì. Gli schizzi di sangue avevano trasformato quel tunnel di cemento in un mattatoio, nascondendo qualunque odore l'assassino avesse lasciato dietro di se.
Nim wei guardò prima a sinistra poi a destra, senza sentire alcun treno in arrivo. Illuminata dalla luce di sicurezza all'esterno del portello metallico non segnata su alcuna piantina, una nebbiolina argentea svolazzava verso i livelli inferiori del tunnel della metropolitana. La linea distrettuale correva dritta, con le sue costole metalliche che si facevano più piccole in una perfetta prospettiva artistica fino a scomparire in un puntino nero.
Convinta del fatto che non sarebbe stata investita da un treno, Nim Wei attraversò le rotaie sporche di sangue. Aveva visto così tante mode andare e venire da non pensare che a sé stessa, con le sue scelte. Quella sera era vestita come un pirata, con una giubba di seta rossa infilata dentro un paio di pantaloni neri. Due stivaloni di pelle con le nappine le arrivavano fino al ginocchio, mentre una bandana bianca e rossa le copriva i capelli neri lisci. A prima vista avrebbe potuto essere scambiata per una boema, sempreché i boemi avessero un sacco di soldi e pelle come la seta.
In quel momento sarebbe stata felice di passare completamente inosservata. Pensava che non fosse una coincidenza il fatto che avesse trovato quel regalo proprio lì.
Qualcuno stava cercando di crearle dei problemi.
Gettò i cadaveri attraverso il portello più velocemente che poté, e entrambi caddero a terra con un tonfo sordo. Non poteva fare molto per il sangue, ma frantumò la luce di sicurezza per rendere le macchie meno visibili dai treni di passaggio. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era che qualche poliziotto si mettesse a ficcare il naso là sotto.
Una volta tornata nel suo tunnel personale, riconobbe con sgomento i due esseri umani. Non riusciva a ricordare i loro nomi, ma pensava di averli morsi circa un anno prima. Due bruti grandi e grossi che pensava le potessero essere utili per fare lavori di fatica. Aveva perso le loro tracce, cosa che può accadere quando si hanno tanti servitori come aveva lei. Gli umani che non lavorano vicino al proprio padrone, prolungando così le loro vite, hanno bisogno di essere sostituiti spesso.
Notò che quei due avevano sfregato del ferro sui loro vecchi morsi. Il ferro era tossico per gli upyr e contrastava il potere rigenerante che lei aveva fatto passare attraverso quelle ferite. Quell'abitudine manteneva freschi i segni del suo possesso. Nim Wei non avrebbe voluto quel memento, ma alcuni servitori umani apprezzavano il fatto di avere un padrone.
"Cosa state combinando?" mormorò a quegli occhi fissi, ormai privi della loro scintilla divina. Sapeva di non aver dato loro nessun compito, e se non era stata lei a dar loro il compito che li aveva messi nei guai non riusciva proprio a capire chi fosse stato. Nim Wei era un'anziana molto potente, il suo controllo sui suoi servitori era estremamente difficile da scavalcare.
Perplessa, spogliò il corpo a lei più vicino degli abiti intrisi di sangue. Non trovò nulla nelle tasche, ma una parziale risposta le arrivò dalle braccia del cadavere. Decine di punture segnavano le vene nella parte interna del gomito, alcune talmente vecchie da essere quasi guarite, altre risalenti solo al giorno prima.
Ecco, rifletté. Hai trovato un vincolo ancora più forte di quello che ti ho dato io.
Quello, oppure qualcun altro l'aveva trovato per lui.
Nim Wei tremò, non per il freddo ma per un presentimento. Il portello alle sue spalle aveva una serratura che neanche una bomba avrebbe potuto aprire, eppure si sentì meno sicura nel suo piccolo regno di quanto si sentisse solo pochi minuti prima.

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