Mi sveglio di soprassalto infastidita da un rumoroso fischio nelle orecchie. Apro gli occhi e mi ritrovo nella mia camera. Sento delle voci dall'altro lato della porta.-All'improvviso è svenuta. Forse dovrebbe chiamare un medico per accertarsi che stia bene.- riconosco Francesco. Non ricordo bene quello che è successo, mi viene in mente solo una forte luce, poi nient'altro.
-Grazie mille Francesco, sei stato molto carino.- la voce di mia madre sembra spezzata, si sarà preoccupata un sacco.
Apre la porta appannata, entra e si siede accanto a me.
-Come ti senti?- domanda accarezzandomi il viso.
-Mi fa male la testa, ma per il resto sto bene. Francesco ti ha detto cosa è successo?
-Si, vi siete incontrati nel parco, mi ha detto che barcollavi e che all'improvviso sei svenuta. Che ci facevi a quell'ora nel parco? E perché barcollavi?- mi guarda ammonendomi.
-Non lo so, non mi ricordo.- spero mi creda.
-E io dovrei crederti?- come non detto.
-Mamma ti prego, lasciami sola.- le faccio cenno di andare, lei lo fa senza dir nulla, rimango nel letto a fissare il soffitto. Cos'era quella luce? Cos'è Francesco? Perché mi seguiva? Cosa vuole da me? Troppe domande, ed io non so se ho la forza per capire e per sopportare delle presunte risposte, semmai dovessero esserci.
Ogni volta che chiudo gli occhi vedo, come in un flashback, quegli occhi dorati nascosti da una luce abbagliante. Francesco stava brillando, ed io non capisco come possa essere possibile. Stava brillando. Brillava ed io ero del tutto incantata da quella vista. Mi sembrava la cosa più bella che avessi mai potuto ammirare, uno di quei paesaggi mozzafiato che rimani a guardare dall'alto di una montagna, quei paesaggi che ti rimangono impressi nella mente e che rivedi nei sogni la notte. Francesco era esattamente così, era un paesaggio perfetto e luminoso. Ma com'è possibile? Scuoto la testa come se volessi eliminare tutti questi pensieri. Non ero ubriaca, e penso che mia madre sia convinta del contrario, devo trovare una scusa plausibile perché mi creda. Mi alzo dal letto, sono le cinque del pomeriggio, scendo in cucina e mi siedo a tavola.
-Passato il mal di testa?- domanda mia madre impaziente.
-Si, ora sto meglio.- le sorrido cercando di eliminare la tensione.
-Bene, quindi ora potrai raccontarmi cosa ci facevi nel parco alle 11 di sera e perché barcollavi. Sono tutt'orecchie.
-Non ero ubriaca, se è questo che vuoi sapere. Ed ero nel parco perché credevo di aver perso una cosa- mi alzo per prendere un bicchiere d'acqua.
-E allora perché barcollavi?
Francesco è capace di causare molti casini, ma questa me la paga.
-Sono inciampata e mi faceva male la caviglia. Sono svenuta per il dolore forse.
-E ora ti è passato il dolore?- forse ci ha creduto.
-Si, altrimenti non camminerei. Sei contenta adesso?- domando sarcastica.
-Non fare la simpatica con me, non funziona. Sappilo.- è arrabbiata, si vede o meglio si sente.
-Non faccio la simpatica.- mi alzo sbattendo la sedia, ed esco.
Cammino piangendo. È in questi momenti che desidero con tutto il cuore avere papà qui con me. Lui mi avrebbe capito, con lui non avrei avuto bisogno di mentire, lui mi avrebbe guardato negli occhi e si sarebbe messo a ridere. Mi manca, mi manca passeggiare con lui, scherzare con lui e nessuno potrà prendere il suo posto, mai. Mi piacerebbe ritornare a guardare le stelle insieme a lui, mi piacerebbe andare a mare e schizzarlo con l'acqua gelida, mi piacerebbe sedermi sul divano accanto a lui e sentire le sue braccia forti che mi stringono.
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Tra il cielo e il mare.
Fantasy-Davvero non capisci? La tua curiosità ha rovinato tutto, tutto quello che c'era di bello tra me e te, ora siamo condannati per sempre. -Condannati? -Per l'eternità- un brivido mi percuote. -Non mi importa- ribatto decisa. -No?- sembra sorpreso. -Co...