Capitolo 16

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Il cuore mi batte forte, il cellulare ha vibrato e non ho il coraggio di prenderlo dalla tasca del jeans per vedere chi è. Vorrei che fosse la vibrazione giusta, quella del 'Mi dispiace...' ma mi accontenterei anche di un semplice 'Vediamoci..'. Vorrei che per una volta la vita fosse dalla mia parte. Mi siedo su una panchina vicino la scuola, respiro profondamente, prendo il cellulare tra le mani e lo fisso per qualche secondo, poi lo apro.

Un messaggio. Edo.

"Che fine hai fatto? Hai intenzione di mollare di nuovo tutto? Sei pregata di rispondere Chiara. Non scappare nuovamente dal tuo futuro. Fallo per te stessa. Un bacio, Edo."

Sono settimane oramai che salto le lezioni. È che con tutto questo la danza passa in secondo piano e non so se è giusto o meno, ma con Francesco nella testa credo che non riuscirei nemmeno a mettere i piedi in prima posizione.

Decido di rispondergli: "Hai ragione Edoardo, scusa. Ma in questo periodo ho un po' di casini, appena posso vengo, te lo prometto."

Un tempo niente mi avrebbe negato di andare a ballare, tutto veniva dopo la danza, lo studio, gli amici, l'amore. E ora ho capito perché.

-Chiara...- un colpo al cuore, Francesco, la sua voce, mi volto ed è lì, fermo e immobile con gli occhi bassi.

-Ciao- dico sussurrando. È che con lui l'imbarazzo non finisce mai, nonostante tutto divento rossa ogni volta che incontro il suo sguardo.

-Come va?- domanda poi fingendo un sorriso. Rimango in silenzio- ti va di fare un giro?- sorrido automaticamente e faccio cenno di sì con la testa.

Mi alzo dalla panchina e incrocio le braccia, durante il tragitto il silenzio domina su qualsiasi altro tipo di conversazione. Ma stare con lui mi fa stare bene comunque, a prescindere che sia in silenzio o no, la sua presenza mi rende felice e questo non posso proprio evitarlo.

-Perché non stai venendo più a scuola?- domando poi.

-Cerco di essere bocciato.- rimane con la testa fissa a terra.

-Bocciato? Perché?- cerco la sua mano, le nostre dita si incrociano per un attimo poi lui si distacca, deglutisco amareggiata.

-Non credo che sopporterò il fatto che nessuno sa chi sono.- un senso di vuoto mi mangia lo stomaco all'istante.- So che potrei tranquillamente cambiare scuola o del tutto città, ma sarebbe troppo scomodo qui, visto che ho una casa.

Lo guardo per un attimo, il suo viso non sembra più bello quanto lo era prima, i suoi occhi sono quasi spenti, quel dorato non sembra più appartenere al sole, le sue labbra hanno perso quel rosa che le caratterizzava, e non sorride più, e questo mi fa tremare.

-Perché non sorridi più?- mi fermo, nel bel mezzo della strada. Lui continua, poi si volta.

-Cosa?- finge di non aver capito la domanda.

-Prima quando sorridevi era più bello- affermo.

In effetti era così, sorrideva e tutto si faceva più bello. Era il suo sorriso a far nascere tutto il resto, era il suo sorriso il fondamento del mondo, dell'universo, quelle sue gote rosee, e quelle fossette che si creavano ai margini delle labbra. Il sorriso più bello, più fine, quasi come se custodisse un segreto inconfessabile, il sorriso che illuminava il resto dell'esistenza, il principio di tutte le cose, come l'acqua per Talete o il numero per Pitagora. Semplicemente il suo sorriso. Da esso le sorgenti prendono vita, i fiumi prendono vigore, il sole prende calore, la luna freschezza, da esso il tempo colma le ferite. È da esso che l'aria prende il respiro, le montagne l'altezza e le nuvole la morbidezza. Semplicemente il suo sorriso, ed ora che è scomparso dal suo volto mi pare nullo anche tutto il resto del mondo, come se non sorridendo lui non sorridesse nient'altro.

-E che senso avrebbe sorridere adesso?- rigira la domanda a me.

-Se sorridi io sono un po' più felice.- ribatto decisa. Lui non risponde.

-Parlami, dimmi qualcosa- continuo- non restare lì in silenzio, io lo so cosa provi.

-No, non lo sai. Non sai niente!- sembra quasi accanirsi contro di me.

-Perché non credi più in noi?- domando esasperata.

-Perché non esiste nessuno noi Chiara, lo vuoi capire?- mi guarda incenerendomi con gli occhi, mi fa quasi paura ma non mi lascio intimorire.

-Anche se stai cercando di convincere te stesso, sappi che non riuscirai a convincere anche a me. E chiamami illusa, o pazza, non mi importa, io combatterò per noi. Perché questo noi esiste, e l'abbiamo creato io e te, insieme, che ti piaccia o no. E non mi interessa se dimenticherò, no, davvero. Voglio solo che tu mi stia vicino, perché è di te che ho bisogno, della tua presenza. E non mentirmi, lo so che a me ci tieni, lo vedo da come mi guardi.- emetto le parole una ad uno in un solo fiato, lo guardo negli occhi, quasi a supplicarlo.

-E come ti guardo?- domanda ironico.

-Come ora. Con gli occhi lucidi. Con il cuore in trasparenza. Mi guardi come se stessi per inciampare, come si guarda la Luna di notte, quando non si riesce a dormire, come quando stai per partire e guardi fuori dal finestrino e non sai se piangere. Lo so. Io lo so. Mi guardi come se fossi un rimpianto.

-Fandonie- si volta, poi continua- sei patetica!

-Tu sei patetico Francesco. Stai rinunciando, ti stai arrendendo alla prima difficoltà, e io, io che ho sofferto come un cane, sto qui, per difenderci, per difendere questo nostro amore.- sto per allontanarmi, quando lui mi prende per un braccio e mi avvicina a sé, rimane in silenzio, mi fissa.

-Che c'è?- domando- hai qualche risentimento? Vai per la tua strada, forza. Lasciami stare e dimostrami che per me non provi niente.

-Non esiste nessuno amore tra di noi, te lo devi fissare nella testa. Non c'è e non ci sarà mai niente, ti è chiaro?

-Solo tu sai quello che provi. Solo tu sai quanto male ti stai facendo, perché non sono io il vero problema, ma te stesso. Ti stai ingannando e solo per questo dovresti sentirti in colpa. Prendere in giro se stessi non fa bene, per niente.

Mi volto e mi allontano, rimane impassibile dietro di me, credo che sto piangendo ma non lo so, non ne sono sicura. Il fatto è che non potrò mai dimenticare tutto questo, mi viene davvero difficile credere una cosa del genere. Dimenticare, è assurdo. Nemmeno se fosse la cosa più normale di questo mondo riuscirei a dimenticare quel ragazzo, è più forte di me. L'amore, si l'amore mi sovrasta, quel fuoco rosso che brucia dentro ma che nello stesso tempo scalda il cuore, quel fuoco che provoca milioni di ferite, ma che riesce in qualche modo anche a sanarle.

È inutile, è una forza troppo grande per una come me, così debole dentro. Provo a pensare che sia cattivo, uno stronzo ma non ce la faccio, ogni volta che penso a lui c'è una sola parola che mi viene in mente: vita. Si, lui è la mia vita. È la vita che voglio vivere ora, adesso e per sempre. Lui è tutto ciò che voglio ma che non potrò avere mai. Quanto è vero.

Ti odio e ti amo. Odiare una persona perché la si ama troppo e non la si può avere. Ecco, si, è questo il problema. È questo quello che ho dentro. Francesco ti odio.

Ti odio perché non riesco a vivere senza di te.

Tra il cielo e il mare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora