La sveglia suona all'impazzata. Mi alzo infreddolita e con i capelli scompigliati, rabbrividisco e sbadiglio allo stesso momento.Mi avvicino alla finestra e apro le tende, il sole è forte per essere una mattinata autunnale, c'è un rumore assordante dei clacson delle macchine, ma non ci faccio caso più di tanto. Mi guardo allo specchio senza voglia, metto i freddi jeans stretti e un maglioncino verde, scarpe uguali e l'immancabile sciarpa beige.
Scendo in cucina e saluto la mamma che mi guarda:- Non fai colazione?- domanda poi.
-Non ho fame- rispondo sistemando la cartella.
Esco di corsa dal cancelletto e sorrido nel vedere Reby ferma vicino al palo ad aspettarmi, ha i capelli al vento e gli occhi quasi semi chiusi.-Buongiorno!- mi squadra dalla testa ai piedi- dove andiamo così carine?
-Così carine? Non farmi ridere- esclamo.
-Dimenticavo che aspetti il ritorno di Mister Sexy Boy- sogghigna.
-Mister che?- scoppia a ridere ma non mi soffermo molto sulla cosa. Arriviamo fuori scuola e mi fermo di colpo, il sangue mi sale al cervello, il cuore mi si gela nel petto, respiro a fatica.Il motorino di Francesco è parcheggiato fuori al bar, esattamente al solito posto.
-Hai visto un fantasma?- Reby si volta a guardarmi.
-Il motorino di Francesco, guarda- indico il posto.
-Sarà guarito, dai entriamo che è tardi- lei si avvia ma io rimango ferma per un po'. L'idea di rivederlo mi rende felice e mi terrorizza allo stesso tempo. Esito. Non so cosa fare. L'ansia mi sta divorando.Sento lo stomaco girarsi sotto e sopra, le mani sudare sempre di più. Corro verso Rebecca, la prendo per mano e gliela stringo.
-Andrà bene, non ti preoccupare- mi conforta tirandomi a se e accarezzandomi il braccio.
Entro in classe ansimando. Ho il cuore a mille, Francesco è lì, lo vedo, in mezzo a tutti i suoi compagni, è lì e io mi sento impotente davanti a lui, mi sento estranea, chissà quale scusa avrà inventato per tutti questi giorni di assenza. Lui si volta, mi guarda negli occhi, quanto mi erano mancati, quegli occhi meravigliosamente dorati, li guarderei per il resto della vita. Resterei a fissarli come se fossero un quadro perfetto, quegli occhi, la cosa più bella che avessi mai visto. Non riesco a sostenere il suo sguardo, abbasso la testa, lui si avvicina ma non viene verso di me, va verso il suo posto e si siede. Rimango scossa, immobile.-Andiamo a casa insieme?- mi domanda Rebecca all'uscita, le faccio cenno di no con la testa, andrò nel parco per cercare Francesco, ma questo evito di dirglielo. Lei si allontana sorridendo, sicuramente avrà capito. Mi guardo nello specchietto di una macchina lì vicino, mi sistemo i capelli e mi avvio verso la solita panchina. Come non detto Francesco e lì, seduto, intento ad allacciarsi le scarpe.
-Ciao- sussurro.
-Ciao- alza lo sguardo e mi fa un cenno con la mano.Rimaniamo in silenzio, forse per scaricare quella maledetta tensione che mi prende l'anima e mi mangia lo stomaco. Eppure mi domando come sia possibile sentirmi così bene accanto a lui, nonostante tutto è come se mi sentissi a casa.
Comincio a singhiozzare. Odio il silenzio, soprattutto il suo, il nostro. Io amo la voce, la voce alta, le risate, quelle che c'erano prima, non questi stupidi silenzi che mi fanno solo stare male. Vorrei poterlo abbracciare, ma evidentemente è troppo tardi e forse lo è sempre stato.
-Mi dispiace, non volevo, scusa- la voce mi esce rotta dal pianto, le lacrime scorrono provocandomi rossori in viso.
-Più che a me è a te che dovresti chiedere scusa- si alza in piedi.
-Che vuoi dire?- domando confusa.
-Davvero non capisci? La tua curiosità ha rovinato tutto, tutto quello che c'era di bello tra me e te, ora siamo condannati per sempre.
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Tra il cielo e il mare.
Fantasy-Davvero non capisci? La tua curiosità ha rovinato tutto, tutto quello che c'era di bello tra me e te, ora siamo condannati per sempre. -Condannati? -Per l'eternità- un brivido mi percuote. -Non mi importa- ribatto decisa. -No?- sembra sorpreso. -Co...