-Mamma quando hai conosciuto papà?- sento mia madre sospirare.-Perché queste domande?- prende i bicchieri dalla dispensa e li mette in tavola.
-Non me lo hai mai raccontato- le sorrido.
-Beh, un giorno lui vagava da solo per strada- ci pensa un po' su, poi continua- e io correvo perché avevo fatto tardi a scuola. Ci siamo scontrati e conosciuti. Tutto qua.
-Tutto qua?- rimango delusa. Sembra più un film che una storia vera.
-Si, tutto qua. Cos'altro vorresti sapere?- sembra ironica ma percepisco del nervosismo nella sua voce.
-Mamma ti ricordi delle storie che papà mi raccontava sugli angeli?- mi siedo a tavola, il rumore di un piatto che cade mi fa sussultare.
-Che sbadata che sono- ribadisce lei, sorpresa.
-Ti aiuto..-mi accovaccio e comincio a prendere pezzo per pezzo i cocci di ceramica.
-Cosa dicevi su tuo padre?- domanda prendendo le posate.
-Ti ho chiesto se ti ricordavi delle storie sugli angeli.
-No, non mi ricordo proprio- sembra confusa.
-Mamma, io...
-Chiara mangiamo, o si raffredda- mi sorride e in quel sorriso percepisco tutta la tristezza del mondo.
****
Rimango nel letto a fissare il soffitto mentre Francesco cammina avanti e indietro nella mia stanza. È sempre così bello lui. Soprattutto quando è pensieroso. Lo guardo sorridendo.
-Non guardarmi in quel modo- esclama all'improvviso.
-In quale modo?- domando mordendomi un labbro.
-Come se stessi guardando un Dio.
-Beh, sto guardando un angelo, la differenza è minima.- scoppia a ridere.
-Non sono un angelo, lo sai.
-Allora sei una stella, una bella, di quelle che brillano di luce propria.
-Sono un Eletto e se fossi una stella brillerei solo per te.
-Sei la mescolanza di due cose meravigliose, gli angeli e le stelle. Esiste qualcosa di più perfetto?
-Si, esiste e sei tu.-Non dire scemenze. Io sono lo sbaglio in persona.
-Sei lo sbaglio più bello allora.-Beh, in un certo senso sono figlia di un Eletto no?- ridiamo insieme e percepisco in questa risata tutto quello di cui ho bisogno. Sento che niente mi potrà separare da lui, nessun vuoto di memoria, nessuna dimenticanza. Lui mi appartiene e io gli appartengo.
-Ricapitoliamo un attimo, secondo la tua teoria tuo padre sarebbe un Eletto e tua madre lo saprebbe?
-Non è una teoria. È la verità. È l'unica cosa possibile.
-Chiara ma tu sei sicura di quello che stai dicendo?- si siede accanto a me.
-Si, ne sono sicura. Bisogna solo che qualcuno verifichi.
-Non si può accedere all'elenco degli Eletti, è proibito.
-Anche il nostro amore era proibito- gli do un bacio sulla guancia.
-E infatti sappiamo quali saranno le conseguenze.
-Conseguenze che possiamo sempre risolvere, vero?
-Sai che non la penso così. Siamo a Marzo e tra qualche mese tutto questo finirà, non hai paura?- non me lo sarei aspettato da lui.
-Tu ce l'hai?- rifletto la domanda su di lui.
-Un po'- si alza e si avvicina alla porta.
-Io non ci credo alla paura. La paura esiste solo se tu vuoi farla esistere. Se tu sei convinto dei tuoi sentimenti e io lo sono dei miei non esiste nient'altro. Quando quel giorno io e te ci allontaneremo non sarà mai davvero. Perché il giorno dopo tu devi venire da me e devi guardarmi negli occhi. Sono sicura che ti riconoscerò o per lo meno non mi sarai indifferente. Perché io i tuoi occhi li riconoscerei tra mille. Non lasciare che tutto questo ci distrugga, io e te dobbiamo essere più forti di queste stupide leggi perché io e te siamo una cosa sola. Un Eletto e un umano. E insieme possiamo fare qualsiasi cosa, devi crederci come ci credo io. Solo così ce la possiamo fare.- una lacrima mi riga il viso.
-E perché piangi allora?- si avvicina e mi accarezza la guancia.
-Perché senza volerlo ho trovato la mia salvezza. E questa salvezza sei tu- rimango impietrita vedendo il suo viso negare il tutto.
-Non ti lascerò mai. Te lo giuro Chiara. Se mai fosse necessario ti riconquisterò altre milioni di volte ma io e te staremo insieme, costi quel costi.- si avvicina lentamente, prende il mio viso tra le mani.
Mi sembra quasi di scomparire mentre lui si fa avanti. I nostri nasi si sfiorano e le nostre labbra si toccano. Mi bacia, mi bacia come se avesse fame d'amore. E mi fa sorridere pensare che quell'amore sono io. Lui ha fame di me e questa cosa mi rende felice. Mi bacia e i nostri corpi sono un tutt'uno. Le nostre mani si intrecciano alla perfezione. Tutto, tutto mi fa pensare che io e lui siamo stati creati per stare insieme. E ci credo nel destino, ci credo davvero tanto. Lui incomincia a brillare, la stanza si illumina. La mia stella. La mai essenza. La mia opportunità. La mia scelta. Perché ho scelto, ho scelto lui tutta la vita. E non intendo cambiare idea. La mia camera è piena di luce e com'essa anche ogni angolo di me.
-E questo che cos'era?- domando quando ci siamo staccati.
-Tu come lo chiami?- sorride.
-Io lo chiamo amore.-Io più che amore, lo chiamerei destino. Io e te siamo il nostro destino.
Sorrido, non posso non farlo.
-È una promessa?- mi avvicino a lui.
-Lo è. È una promessa di permanenza.
-In che senso?
-Nel senso che ho intenzione di prendere casa nella tua vita- scoppio a ridere.
-L'affitto l'hai messo in considerazione?
-Credevo fosse gratis- mi abbraccia e sento in quest'abbraccio che le forze per andare avanti io le posso pure trovare, ma ho bisogno di lui per farlo.
Ci baciamo di nuovo e ci buttiamo sul letto. Ci baciamo ancora, e ancora, e ancora.
Sento scosse ovunque, sento che gli occhi mi bruciano dall'emozione, sento che sto per morire ma che ho già visto il paradiso, sento che niente sarà più lo stesso, e non me ne rendo conto ma sono già piena, piena di un amore incontenibile, piena di qualcosa che è troppo grande per spiegarlo, piena di un sogno che ha il nome di Francesco, piena di lui, questa volta nel vero senso della parola.
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Tra il cielo e il mare.
Fantasy-Davvero non capisci? La tua curiosità ha rovinato tutto, tutto quello che c'era di bello tra me e te, ora siamo condannati per sempre. -Condannati? -Per l'eternità- un brivido mi percuote. -Non mi importa- ribatto decisa. -No?- sembra sorpreso. -Co...