Capitolo 27

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La brezza marina mi accarezza i capelli mentre cammino avanti e indietro sulla spiaggia a piedi nudi. La sabbia è tiepida e il sole è quasi alto, le onde si scagliano forti sulla battigia mentre ripenso a tutti i momenti passati con Francesco.

Oggi è il giorno, il fatidico giorno in cui mi toglieranno la cosa più bella che ho. Vedo Francesco arrivare dal ciglio della strada, ha la camminata soffice, si abbassa per togliersi le scarpe e gli occhi gli si illuminano mentre mi guarda. È così perfetto. Si alza le maniche della camicia bianca che risalta il suo fisico meraviglioso, i capelli color miele si fanno più chiari alla luce del soli e gli occhi dorati sembrano splendere nel riflesso solare.

Rimango imbambolata mentre si avvicina, mi abbraccia e mi stampa un bacio, ma non un bacio come gli altri, un bacio speciale. Infila la sua lingua nella mia bocca e sento le scosse invadere il mio corpo, stringe le mani intorno alla mia vita mentre cingo il suo collo con le braccia. So perché mi sta baciando così, e al solo pensiero mi si rivolta lo stomaco. Mi prende in braccio e mi porta verso l'acqua.

-Che vuoi fare?- domando agitandomi tra le sue braccia.

-Fa caldo, propongo un bagno.- sogghigna e per un attimo vorrei dargli un ceffone ma mi limito a fare una faccia buffa. Mi butta nell'acqua e io comincio a schizzarlo, ridiamo insieme e mi sembra il suono più bello che abbia mai sentito in tutta la mia vita. Corro verso di lui e mi getto tra le sue braccia.

-Mi mancherai- sussurro.

-Ti amo- un brivido mi percuote e sento il cuore spezzarsi dentro di me, in mille e più pezzi, piccolissimi, quasi invisibili, sento il dolore nel petto, un dolore che non va più via.

-Anche io ti amo- lo stringo più forte. È strano tutto questo, allontanarsi dalla persona che più si ama al mondo. È così dannatamente triste e ingiusto che non me ne rendo conto. Stanno per cancellare Francesco dalla mia vita e di conseguenza stanno per cancellare via me stessa. Rimango in silenzio mentre lui mi bacia dolcemente la guancia.

-Ho paura- dico poi, rompendo il silenzio.

-Stai tranquilla, non hai niente da temere, ci sono io qua con te.

-Se vedi mio padre, glielo dici che gli voglio bene ancora?- sussurro nel suo orecchio.

-Sicuro. Glielo dirò.

-Grazie.

-Quando vedrai l'Orizzonte brillare sarà il momento, d'accordo?- mi fa cenno di sedermi tra le sue gambe.

-Farà male?- domando mentre una lacrima mi riga il viso. Appena lo dico vedo una luce provenire dal il cielo e dal mare e qualcosa dentro di me scatta, mi stringo a Francesco che continua a darmi baci come se niente fosse successo.

-Ci sono io, andrà bene. Ti proteggerò da ogni male, te lo giuro Chiara.

-Sei la cosa migliore della mia vita.- dico tra le lacrime mentre il dolore nel petto aumenta.

-Ci vediamo presto ok?- scorgo una lacrima all'angolo del suo occhio dorato.

-Abbracciami più forte- sussurro e lui lo fa, senza dire nulla.

***

Non ho mai provato questa sensazione. È come la mano che afferra il tuo braccio mentre stai precipitando. È quell'attimo prima della salvezza. Strano a dirsi, è vero. Ma è così, e lo percepisco in ogni singolo respiro affannato, in ogni sorriso finto, in ogni carezza, lo percepisco dal modo in cui le mani di Francesco sono serrate sulle mie gambe mentre le onde ci invadono ogni volta un po' di più. Proprio come il dolore che sento, ogni minuto che passa diventa più forte e più grande. I nostri occhi parlano di questo, di un dolore che non passa, che resta lì, incastrato tra le parole dolci che ci siamo detti, un dolore che non oltrepassa lo spazio tra i nostri corpi, un dolore che ci separa ma che ci unisce più di qualunque altra cosa. È un attimo, un attimo eterno in cui quello che vedi e che senti non è altro che felicità, quel tipo di felicità raggiunta che dopo pochi secondi diventa tristezza, malinconia. È uno spiraglio. Un piccolo buco al di là del muro che brilla. Ho aspettato tanto questo momento, sono riuscita a convincere Francesco a non smettere di credere in noi, nel nostro amore, ma aveva ragione lui, tutto questo fa dannatamente paura. Stanno per strapparmi via i ricordi. Stanno per uccidere tutto quello che ho costruito insieme a lui e fa male, tanto. Per un attimo ho la sensazione che le cose mi stiano scivolando dalle mani. Piano i miei ricordi stanno svanendo. Il teatro, la rosa, la festa, le sue apparizioni improvvise, i suoi occhi, la storia degli Eletti, gli angeli, le stelle, mio padre. Ogni cosa si sbiadisce sempre di più nella mia testa. Stringo la mano di Francesco più forte che posso, improvvisamente due lacrime mi rigano le guance rosse, gli occhi mi si socchiudono, e la mano che stringeva quella di Francesco si lascia andare e sembra che tutto stia scomparendo intorno a me. Pochi istanti e poi il buio totale. L'ultima cosa che riesco a vedere è quello spazio misero, effimero ma immenso tra il cielo e il mare.

Tra il cielo e il mare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora