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Sento un rumore insistente nella mia testa, che palle!

Tiro su la testa e mi ritrovo sdraiata a pancia in giù e con il lenzuolo intrappolato tra le gambe. Giro la testa a destra e sinistra ancora intontita e con la testa che scoppia. Finalmente i miei occhi incontrano l'arma infernale e la fulmino con lo sguardo. Perché hanno inventato la sveglia? Sicuramente l'ha inventata qualcuno che non amava dormire. Odio profondo per quell'essere.
La spengo e guardo l'ora: 7.31.
Ma perché si è messa a suonare alle sette e mezza di mattina?! Dio! Butto di nuovo la testa sul cuscino e provo a riaddormentarmi.
Chiudo gli occhi ma poi salto giù dal letto con gli occhi spalancati.
"Cazzo solo le 7.30! Devo andare a scuola !!" Urlo in preda al panico.

Hihihi finalmente te ne sei accorta!"

Ma sei scema? Perché non me l'hai detto?

Perché volevo vedere fin dove arrivavi.. devo ammettere che è stato divertente!

Ok, basta parlare da sola come una scema. Devo prepararmi e in fretta.

Corro in bagno e apro l'acqua, non aspetto nemmeno che si riscaldi un po' ed entro, rabbrividendo al contatto. Cerco di non mettermi a pensare perché se no è la fine. Ogni volta mi ci vuole almeno mezz'ora, perché penso, penso e ripenso, ma oggi non ho tempo. Mi insapono e mi risciacquo velocemente.

Esco dalla doccia e mi avvolgo in un asciugamano di cotone, entro in camera mia e mi asciugo, mi metto l'intimo e apro il grande armadio che occupa una parete della mia camera.

Corrugo la fronte indecisa, mi giro verso la sveglia : 7.48.

Diamine sono in ritardo!

"Ok, niente panico" cerco di rassicurarmi ma invano.

Inizio a frugare e alla fine decido di indossare una semplice gonna nera a vita alta sopra il ginocchio, una t-shirt bordeaux con una corona nera disegnata sopra e abbellita con delle paiette sempre nere, indosso le mie calze preferite: a righe rosse e nere sopra il ginocchio e delle vans nere.

Mi sciolgo i capelli e li pettino velocemente cercando di non strapparmene troppi.

Decido di lasciarli sciolti e mi metto un filo di matita sotto l'occhio e un po' di mascara. Mi giro a guardare la sveglia : 7.59.

"Aaah" mi passo una mano tra i capelli e li tiro leggermente per la frustrazione.

Stai calma, non puoi portare indietro il tempo, quindi.. muovi il culo!

Scendo velocemente le scale e saluto distratta mio padre che mi guarda confuso.
Afferro lo zaino nero anonimo, la giacca in pelle nera e le cuffie, che attacco subito al telefono, apro la porta e la richiudo.

Inizio a camminare in fretta ma poi mi dico " oramai sono in ritardo e non mi faranno entrare, tanto vale entrare alla seconda ora". Così mi metto le cuffie nelle orecchie e faccio partire Born to die di Lana del Rey. Questa è una delle canzoni che ascolto di più in questo ultimo periodo. Non so perché, ma una volta, ascoltandola, mi è venuto in mente Ian ma ho rimosso il pensiero subito, non posso fare affidamento su di lui, non lo conosco e non è neanche giusto. Non posso dare il peso dei miei ricordi ad una persona che non so neanche cosa vuole. Me lo ha detto lui stesso che è stato un suo amico a convincerlo a scrivermi, per una scommessa, anche se ultimamente gli piace parlare con me. Anche a me piace un sacco parlare con lui, è l'unico che non mi ha giudicato, è l'unico che sa quello che è davvero successo. Ma posso davvero fidarmi di lui? Sono sicura che non lo racconterà a nessuno? Perché ho deciso di considerarlo la mia ancora di salvezza?

Troppe domande che non hanno risposta e non so neanche se la troverò mai.

Arrivo davanti ai grandi cancelli che segneranno l'inizio dell'agonia. Odio andare a scuola, ma non per i compiti o le lezioni, anzi, se fosse solo per quello andrei più volentieri, ma è per gli intervalli, il pranzo. Quelli si che sono difficili, sono costretta a stare in disparte, nessuno mi rivolge mai la parola, non so perché, non ho mai fatto nulla per non essere accettata, forse solo trucidare con lo sguardo chiunque si avvicinasse e rispondere da cafona ogni volta che mi facevano una domanda.

Message ~Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora