capitolo 12

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8:47

Sono sveglia da dieci minuti. Ero sorpresa -e un pò spaventata- quando Harry entrò la sua macchina dentro il parcheggio sotterraneo del famoso hotel Sansa, situato nel cuore della città.

Sansa era una delle catene alberghiere più note, ed una degli ultimi acquisti dell' Arlington International.

C'era un tanfo nell' aria.

Guardai verso il piatto di sushi, Hamburger e patatine intatto.

Ho sempre amato il sushi e gli Hamburger insieme... era solito essere la mia definizione di pasto perfetto.

Il cibo era intatto.

Così erano i dolci che erano arrivati con esso.

Un pacco di borse di plastica e cartone erano poggiate per la stanza. Potevo vedere varie sfumature dei fazzoletti di carta sbirciando oltre le buste decorate.

Chanel, Michael Kors, Louis Vuitton... Harry disse che quelli erano regali... per compensare la perdita dei compleanni e Natale. Avevo chiesto ad Harry perché mi aveva portato qui quando ci stava registrando. E dov'era il mio bagaglio? Non mi ha dato una risposta, ovviamente.

Disse semplicemente: "Sto facendo questo per te Florence, fidati di me. Sarebbe più vantaggioso per te e me stare in città per un po' di giorni prima di tornare a casa"

"Vantaggioso" mormorai, la sua esatta parola, "Per me?" volevo ridere. "Da quando Harry si preoccupa dei miei vantaggi?"

Da sempre, una voce nel retro della mia mente sussurrò. Lui si preoccupa di te, Florence. Lui non è il nemico. Lui è tuo amico. Lui tiene a te. Tutto ciò che voleva è proteggerti. Serrai gli occhi. Non volevo sentire le cose che il mio subconscio aveva da dire. "Sta zitto e sta filosoficamente tranquillo"

Le mie dite si avvolsero attorno alle lenzuola e le strinsero.

Ero colpevole e lasciai fuoriuscire un grugnito furiosa.

Il mio telefono suonò.

Era un messaggio di Harry.

Lo aprii.

Sento grugniti, ti stai toccando? Perché se lo stai facendo, sono felice di aiutarti *faccina sorridente*

Risi quasi, prima di realizzare com' era raccapricciante... è stato ad ascoltarmi?

Qualcuno bussò alla porta.

"Cosa vuoi Arlington?" urlai. Potevo vedere la sua ombra, sbirciando da sotto la porta.

Eravamo nella stessa suite. Due camere da letto separate, ma la stessa suite.

La porta si aprì ed entrò un Harry a torso nudo con solo una tovaglia avvolta alla vita.

I miei occhi si gonfiarono.

Era bagnato. Probabilmente aveva appena fatto la doccia.

Dannazione, fu il mio primo pensiero dopo che i miei occhi si posarono sul suo torso nudo. Quegli addominali sono nuovi.

Harry doveva aver notato l' espressione del mio viso, perché fece un show mentre entrava nella mia stanza. I miei occhi lo seguivano mentre si avvicinava. La mia mente era completamente ipnotizzata quando si estese verso l'alto, mostrando i suoi gloriosi muscoli.

Sbadigliò.

La soffice tovaglia pendeva dalla sua vita. Era piuttosto piccola, più piccola che appropriata, e copriva solo parte della sua coscia. La tovaglia finiva un paio di centimetri sopra il ginocchio e dannazione. Le sue gambe erano come le sue braccia ed il suo torso.

Le sue cosce e il suo busto erano muscolosi e deglutii quando si avvicinò.

Avevo perso la parola.

Le sue cosce... Non potevo togliere gli occhi dalle sue cosce...dannazione. Dannazione. Porca troia, potevano essere davvero il più bel paio di cosce che ho mai visto. La parte più sporca e ormonale del mio cervello cominciò a fantasticare sull' organo che penzolava liberamente tra quelle cosce... Strizzai gli occhi e guardai altrove.

Scossi sottilmente la testa, come se potesse scrollare via gli incongruenti pensieri nella mia testa.

"Non c'è niente di cui essere imbarazzata, piccola" disse Harry Come se potesse confortare il mio imbarazzo. " Sono un uomo estremamente attraente, e tu sei una donna squisitamente tentata. è naturale. è tutto parte della natura umana volermi, Flore. Voglio dire, guardami"

Indicò la parte del suo corpo nudo in tutta la sua bellezza. Gli risparmiai un breve sguardo prima di rispondere " Sei così dannatamente arrogante"

Harry sorrise. " Cosa ne è di spavaldo? Mi piaceva quando dicevi spavaldo"

Roteai gli occhi, irritata. "Vai a farti fottere, Arlington"

"Perché dovrei farmi fottere quando posso fottere te?" si chinò sull' altro lato del grande letto.

Risi " Bene, va avanti. Ti sfido"

Il suo sorriso si allargò "Non voglio che mi sfidi. Voglio che mi supplichi. Voglio te, sulle tue ginocchia, che mi supplichi"

"Questo non accadrà mai"

"Mai dire mai" La sua mano raggiunse e toccò i miei capelli sciolti mentre spinsi il mio corpo un po più in su, così io ero seduta dritta e non avrei potuto guardarlo molto. Il suo sorriso cadde e l' arroganza fronteggiò la tenerezza. "Come hai dormito?"

"Molto bene" mentii.

"Ti ho sentito piangere la scorsa notte"


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