Torno a casa alle 19:00. La casa è completamente vuota. Non ci sono ne' gli scatoloni ne' i mobili. Ci sono solo i miei che mi aspettano con delle valige vicine.
"Per questi due ultimi giorni dormiremo da nonna, perché come puoi vedere abbiamo finito con il trasloco. Ho già ricontrollato che la tua camera fosse vuota, e di aver preso tutto."mi dice mia madre, dopo avermi salutato. "Ti ho preparato la tua valigia con delle cose da mettere per questi giorni."mi sorride. "Okay grazie" le sorrido anche io, solo con un sorriso più forzato. Prima di partire definitivamente chiedo ai miei 10 minuti. Oltre a voler ricontrollare veramente che abbiamo preso tutto ( specialmente le mie cose ) voglio salutare la mia casa. Passo per le stanze vuote e i ricordi affiorano. Le prime feste di compleanno, i primi segreti detti ad America, i nascondigli di quando in inverno giocavo a nascondino... Tutte queste cose saranno solo un album dei ricordi che non potrò mai continuare. Mi scendono le lacrime, ma le ricaccio dentro pensando ad Ashton: anche lui sta vivendo una situazione come la mia, e credo che soffrirà anche di più, avendo 18 anni. Perché più sei grande più ricordi. E più ci sono dei ricordi alle spalle, che siano o no belli, più fai fatica a staccartene. "Zoe andiamo!" è mio padre che mi chiama. Faccio ciao con la mano alla casa, e mi avvio verso l'ingresso. Vedo che sono tristi anche i miei genitori, ma cercano il più possibile di non darlo a vedere. Prendo la valigia e guardo per l'ultimo istante quella casa fredda e vuota. Mia madre mi mette una mano sulla spalla per incoraggiarmi a uscire. Scendiamo le scale a fatica, perché le valigie sono abbastanza pesanti, e il nostro condominio non ha l'ascensore. Diamo le chiavi alla portinaia: sarà lei che le darà alla nuova famiglia che acquisterà la nostra casa, quando sarà il momento. Margherita, questo è il suo nome, ci stringe in un'abbraccio caloroso ad ognuno di noi. Sta piangendo ed è diventata paonazza, causa anche della sua costituzione robusta. Mi mancherà molto: mi ricordo ancora quando mi badava alle volte, quando ancora non ero andata a vivere da nonna. Giocavamo sempre insieme con le bambole all'ingresso del condominio, e mi teneva per quell'ora in cui mia madre andava a fare la spesa. "Mi mancherai molto Zoe" mi dice piangendo e soffiandosi il naso con impegno mentre mi abbraccia.
"Anche tu Margherita, ma ci rivedremo te lo prometto!"le dico triste ma sorridendo.
Dopo i saluti e le raccomandazioni della portinaia ci dirigiamo verso la macchina e partiamo per andare dalla nonna, che ci aspetta. Durante il viaggio mia madre mi chiede del perché stia indossando una maglietta enorme in quel modo, e chi me l'avesse data.
"L'ho trovata tra tante magliette oggi mentre sistemavo"mento nervosamente. "È proprio di cattivo gusto su una ragazza" mi dice stizzita. Alzo gli occhi al cielo. Arriviamo a casa di nonna Cecilia. Ci salutiamo e io mi rinchiudo in camera mia prima di cena. Ovviamente da nonna ho una camera degna di questo nome. È piena di disegni fatti da me e fotografie. L'adoro. Dalla maglietta mi arriva il profumo di Ash. Sorrido e decido mi mandargli un messaggio per dargli il mio numero, visto che avevo solo il suo.
"Sono Zoe, questo è il mio numero"
"Ciao Zoe!"
"Fra poco ceno, dopo ci risentiamo?"
"Certo" e mi manda un cuore.
Sorrido come un'ebete e gliene rimando uno anche io.
Mia nonna mi chiama perché è pronto, e così vado a cena.
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Blue as the sky
FanfictionZoe Turner è un'adolescente di 16 anni che vive a Roma con la nonna, timida e impacciata. Ha una vita che considera "quasi perfetta". Un'amica fantastica,due genitori assenti ma che le vogliono bene comunque e una nonna giovanile e spassosa. Ma quan...