A cena ci sono non solo mia nonna, i miei e America, ma anche i suoi genitori e la sua sorellina più piccola, Sarah. Abbiamo deciso di fare una piccola "festa" d'addio prima di partire domani mattina presto. La cena si svolge allegramente, nonostante tutto. Mia nonna Cecilia, come credo ogni altra nonna, ha cucinato cibo per un'esercito intero. Ma il cibo che ha preparato è troppo buono, e mangiamo tutti di buon gusto. A fine cena, infatti, avanza poco niente. Dopo aver aiutato mia nonna a sparecchiare i miei genitori vanno in giardino, accompagnati da quelli di America, per chiacchierare un po', mentre io e la mia amica ci dirigiamo nella mia camera, seguite dalla sua sorellina, Sarah. Ha solo cinque anni, le voglio molo bene e mi mancherà quando mi trasferirò. Lei ha capito poco della situazione, ed essendo molto affezionata a me, i suoi genitori ed America le hanno detto che io e la mia famiglia partiamo solo per una lunga vacanza.
"E quanto ci starai in vacanza?" mi chiede con la sua vocina piccola, mentre mi abbraccia le gambe.
"Non lo so, spero ti tornare presto" le abbozzo un sorriso e mi volto verso America. Posso vedere che ha gli occhi un po' lucidi. Entriamo in camera. Subito Sarah si mette ad aprire qualsiasi cassetto trova, e tocca tutto. Fa moltissime domande sulle foto e i disegni che ho attaccato alle pareti, balla e ride. È veramente carinissima, e anche lei, come la sorella, ha dei lunghi capelli biondi e dei grandi occhi azzurri. Le assomiglia molto e sembra quasi una piccola Rapunzel. Alla fine si mette tranquilla seduta sul pavimento, e comincia a giocare silenziosamente con la mia casa delle bambole di quando ero piccola. Io e America parliamo un po'.
"Allora domani quando arrivi mi chiami"comincia Am. "Poi quando ti sarai sistemata nella tua nuova casa facciamo una video chiamata, in modo tale che mi fai vedere come è"
"Certo certo"mi affretto a risponderle.
È strepitoso come abbia già programmato tutto.
"A che ora hai l'aereo domani?"mi chiede mentre si lega i capelli su una coda.
"Alle 8:00"sbuffo pesando all'idea di dovermi svegliare presto.
"Wow, presto!"
"E già, è una palla"
"E quando parte Ashton? Magari lo incontri!"fa una sorriso malizioso.
"Non ne ho idea!" Io e Ash abbiamo parlato di tutto in questi giorni, tranne di quando partiremo per Dublino. Credo che nessuno dei due abbia mai avuto voglia di toccare l'argomento.
C'è un minuto di silenzio, poi America mi chiede se mi piace il ragazzo in questione.
"Come dire" le dico sistemandomi su una posizione più comoda "io sinceramente non lo so. Ci sto molto bene e tutto. Ma in questo momento non sono dell'umore di cominciare una relazione..." Sono poco convinta di quello che ho detto, ma va bene così. Lei annuisce, segno che mi ha compreso. Ci voltiamo entrambe verso Sarah: si è accasciata a terra, addormentandosi con una mia bambola su un braccio, mentre l'altro lo usa per succhiarsi il pollice. È proprio un'angelo.
"Forse è meglio che chiami mia madre per prenderla in braccio. Non vorrei svegliarla." dice America bisbigliando.
"Si va bene" le rispondo. "Io resto qui a controllarla."
La mia amica si alza dal letto cercando di non fare rumore e si dirige alla porta della camera per uscire. Io rimango sola con Sarah. Le accarezzo i capelli e le do un bacio sulla guancia. Poi la guardo sonnecchiare. Rimango così per un po', quando entra America e Lucy, sua madre. Prende in braccio la bambina e mi accarezza il volto.
"Pronta per domani?"
"Non proprio" le rispondo insicura. Lei mi lascia un bacio sulla guancia. È sempre stata una seconda mamma per me. Vedo sull'orologio della mia camera che sono le 23:00. Io e Am seguiamo sua mamma che oltrepassa la porta della mia stanza. Sono tutti all'ingresso.So che è arrivato il momento dei saluti. Mi si chiude lo stomaco. Mi ripeto di essere forte. Saluto prima di tutto i genitori di America, lasciando un bacio sulla guancia alla piccola Sarah, che dorme beata. Vedo che ha ancora la mia bambola fra le braccia. Sua madre non sembra essersene accorta, e poi voglio che la tenga lei, come ricordo di me. Poi mi rivolgo ad Am. L'abbraccio fortissimo. Sono così distrutta dal doverla lasciare che non riesco nemmeno a piangere. Le sussurro solo un "grazie di tutto"
"Ci rivedremo presto, Zoe. Croce sul cuore" e imita il gesto di fare, appunto, una croce sul cuore. Faccio lo stesso e le sorrido, per poi riabbracciarla di nuovo. Ci sono le ultime chiacchiere dei nostri genitori, con discorsi tipo: a Natale venite da noi, a Pasqua pure e cose del genere. Poi mia madre e mio padre li salutano ancora una volta, e li vediamo scomparire dietro la porta. Continuo a guardare gli Edwards finché non entrano in macchina, quando ad un certo punto America si gira un'attimo: "RICORDATI DI CHIAMARMI QUANDO ARRIVI" mi dice a voce alta. La saluto con la mano e le rispondo: "CERTO CIAO AM!"
Richiudo la porta e mi vado a preparare per la notte, distrutta dalla serata piena di emozioni. Domani mi aspetta una giornata impegnativa.
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Blue as the sky
FanfictionZoe Turner è un'adolescente di 16 anni che vive a Roma con la nonna, timida e impacciata. Ha una vita che considera "quasi perfetta". Un'amica fantastica,due genitori assenti ma che le vogliono bene comunque e una nonna giovanile e spassosa. Ma quan...