La mattina seguente mi sveglio abbastanza presto, verso le 9:00. Mi metto dei pantaloncini a vita alta e una maglietta a righe bianche e blu, con sopra un giacchetto di jeans perché fuori non è poi così caldo. Prendo il mio zainetto e ci metto dentro il cellulare e il portafoglio. Vedo che Ashton mi ha mandato un messaggio con scritto buongiorno. Sorrido e ricambio. So che America mi sta aspettando al nostro solito bar preferito. Oggi è il mio ultimo giorno a Roma, e io e la mia amica abbiamo programmato una giornata interamente dedicata a noi. I miei sono usciti, per sbrigare le ultime commissioni prima del viaggio. Sono rimasta da sola a casa di mia nonna, con lei. Il bar dove io e Am ci dobbiamo vedere, partendo da casa di nonna Cecilia, non è vicino come quando ci devo andare partendo da casa mia, dove posso raggiungerlo anche semplicemente a piedi.Qui c'è bisogno che qualcuno mi accompagni in macchina. Ma i miei sono fuori casa, e mia nonna non sa guidare. Fortunatamente proprio sotto casa sua c'è una fermata dell'autobus che tra l'altro conoscono anche molto bene, perché è qui che prendevo sempre il pullman per andare al liceo. Guardo l'ora sul cellulare: le 9:20. Il prossimo pullman è alle 9:30. Per riempire il tempo vuoto decido di mettermi le cuffiette e ascoltare un po' di musica. C'è un bellissimo cielo azzurro, ma il caldo estivo sembra essere svanito. Amo questa brezza di fine agosto inizi settembre; dopo tutto il caldo che ha fatto durante l'estate, alla fine è anche piacevole sentire un po' di fresco. Mi chiedo quanto farà freddo a Dublino: tutti mi ripetono che li il clima è molto diverso rispetto a quello di Roma, dell'Italia, insomma. Mia cugina mi aveva raccontato che c'era stata a febbraio, per un viaggio studio. Andava in giro con una giacca di quelle che si mettono per andare in montagna e alle 18:00 faceva subito buio. 'Che tristezza' penso. Mi consola solo il pensiero di ciò che però mi aveva raccontato in contrapposizione, ovvero che a Dublino ci sono molti negozi che qui in Italia non ci sono, e la vita è molto più tranquilla e ordinata rispetto a quella di Roma. In più Dublino, secondo lei, è una città bellissima. Io non ci sono mai stata, quindi non so bene cosa pensare.
Arriva il pullman. Mi faccio fare dal conducente il biglietto, poi, dopo aver pagato, cerco un posto seduta, vicino al finestrino. Lo trovo e mi ci siedo. Rimetto le cuffiette che poco prima avevo tolto sull'orecchie e mi godo il viaggio. Non ho fretta di arrivare, a dire il vero. Voglio assaporarmi ancora un po' i bellissimi paesaggi della mia città con il sottofondo delle mie canzoni preferite. Questa pace viene interrotta bruscamente dalla frenata improvvisa del pullman, che si stava per dimenticare di fermarsi alla fermata prestabilita. Guardo fuori dal finestrino e capisco che sono arrivata a destinazione. Mi tolgo le cuffiette e le ripongo, assieme al cellulare, dentro lo zainetto. Saluto il conducente e mi avvio verso il bar. Vedo America che mi sta aspettando davanti l'entrata. Ha in mano una busta con un fiocco, e un cartellone arrotolato, fermato da un'elastico. Appena mi avvicino l'abbraccio. È un abbraccio lungo e dolce. Quando ci sciogliamo da esso, saluto la mia amica, e lei ricambia.
"Entriamo?" Mi dice. Annuisco sorridendo. Ci sediamo al solito posto. Lei appoggia quello che ora credo sia un regalo e il cartellone su una terza sedia, che ha preso apposta. Muoio dalla curiosità di sapere per chi siano. Penso al suo ragazzo, magari fanno un mese. Eppure oggi è la nostra giornata quindi non capisco il perché di portarsi dietro dei regali per lui. Smetto di fissare cartellone e regalo giusto perché è arrivata la cameriera, e vuole sapere cosa prendiamo.
"Per me un cappuccino e un pezzo di torta al cioccolato." Dice America.
"Anche io." aggiungo frettolosamente
La cameriera se ne va.
"Allora cara mia Zoe" comincia la mia amica. "Questi sono per te."
E mi passa la busta e il cartellone. Sono stupita. Veramente non me l'aspettavo.
"Am" le dico mentre apro la busta "proprio non dovevi"
"Si invece"ribadisce lei.
Dentro la busta c'è una scatola della Vans e un album fotografico. Apro la scatola e dentro ci sono un paio di scarpe verdi. L'album lo sfoglio velocemente: è pieno di foto mie e di America, da quando eravamo piccole fino ad oggi. Srotolo il cartellone. Anche questo è pieno di foto, e a caratteri cubitali c'è scritto: TI VOGLIO BENE ZOE, NON TI DIMENTICHERÒ MAI. Mi scende una lacrima. Abbraccio la mia amica. Anche lei sta un po' piangendo. È una scena molto commuovente.
"Grazie di tutto"le dico, mentre mi asciugo le lacrime, dopo che ci siamo sciolte dall'abbraccio. "Non dovevi" le ripeto.
"È il minimo che avrei potuto fare. Le Vans le ho scelte verdi perché è il colore dell'Irlanda come già saprai...Mettile, ti porteranno fortuna."
Le do un bacio sulla guancia.
"Sei fantastica America"
"Grazie Zoe, tu di più."
Arriva la cameriera con i nostri ordini. Mangiamo e chiacchieriamo allegramente. Poi andiamo alla cassa. Decido di ringraziare Am pagandole la colazione. È il minimo che posso fare.
Dopodiché usciamo dal bar. Andiamo in giro per negozi, compriamo qualcosa e facciamo le solite cose pazze che caratterizzano sempre le nostre uscite insieme. Una giornata qualunque fra amiche. Solo che sarà l'ultima. Per pranzo optiamo per il sushi.
"È sempre più buono" commenta la mia amica con il boccone in bocca.
"Concordo" le rispondo mentre con le bacchette provo ad afferrarne un pezzo.
Dopo pranzo, riandiamo in giro per Roma. È sempre una città in movimento e non ti annoi mai. Facciamo tante foto con la mia polaroid, sia a noi che ai bellissimi paesaggi. Ascoltiamo la musica degli artisti per strada e andiamo sui vari negozi vintage per vedere se c'è qualcosa di carino. Io trovo un disco dei Pink Floyd, di quelli che vanno sui giradischi. Decido di acquistarlo. Passiamo tutto il pomeriggio così, quando si fa ora di cena. Chiamo i miei e gli chiedo di venirci a prendere;come "da contratto" la mia amica avrebbe dovuto cenare da mia nonna, oggi. Aspettiamo che arrivino sedute sul marciapiede. Ci godiamo il bellissimo tramonto arancione che sta colorando le case. È qualcosa di meraviglioso.
"Mi mancherà tutto questo, America"
"Non scoraggiamoci, ci rivedremo."abbozza un sorriso. Se anche l'ottimismo di Am è messo KO da una situazione del genere, allora la mia reazione a tutto quello che sta accadendo non è affatto esagerata.
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Blue as the sky
FanficZoe Turner è un'adolescente di 16 anni che vive a Roma con la nonna, timida e impacciata. Ha una vita che considera "quasi perfetta". Un'amica fantastica,due genitori assenti ma che le vogliono bene comunque e una nonna giovanile e spassosa. Ma quan...