Capitolo 21

44 4 0
                                    

La mattina seguente mi sveglio alle 9:00. Sono di buon umore, perché oggi uscirò con Niall. Sinceramente non so dove mi porterà e cosa faremo insieme, ma non vedo l'ora che arrivino le 10:00 per uscire di casa e poterlo vedere. Sono molto agitata, perché non sono abituata ad uscire da sola con un ragazzo; e anche se questo non è un appuntamento, è pur sempre un'uscita di coppia, e spero solo di non fare figuracce. A colazione bevo solo una tazza di latte, perché mi sento lo stomaco sotto sopra. Sono veramente interessata a conoscere Niall, anche se fino a ieri avrei detto che proprio non lo sopportavo e non lo vedevo vedere, specialmente dopo quella clamorosa caduta in casa sua. Ma adesso, voglio proprio rivederlo. E credo che sia una buona cosa, alla fine, farsi subito un'amico quando si vive in un posto nuovo e non si conosce nessuno. Specialmente se quell'amico conosce molto bene tutta la città in cui dovrai vivere per molto, e può darti delle dritte su come orientarti. E io ne ho veramente bisogno.
Salgo in camera ed apro l'armadio. Non so proprio cosa mettermi. Sono certa che sia Am che mia madre mi avrebbero spronato a mettere il vestito verde che avevo comprato con la mia amica a Roma, ma io proprio non me la sento. In più  lo voglio tenere per le occasioni importanti, quelle in cui voglio realmente fare colpo su qualcuno. Qui si parla solo di un'amico, per lo più una persona che conosco pochissimo. Alla fine, dopo tanti struggenti cambiamenti e abbinamenti di vestiti, decido per un paio di jeans chiari a vita alta e con sopra un top a maniche corte bianco che mi lascia leggermente scoperta la pancia. Metto le Vans verdi e una felpa grigia sopra, corta fino al punto vita. Mi faccio la piastra e non mi trucco per niente, come mio solito.
Mi guardo allo specchio della mia camera. Noto che il top bianco che ho scelto mi fa almeno una seconda; ne sono felice, visto che di solito appaio come una tavola da surf. I jeans mi fanno un bel punto vita e i capelli piastrati sono molto più ordinati rispetto ai soliti, arruffati e sempre scompigliati.
"Possa la fortuna essere sempre a mio favore" mi dico guardandomi allo specchio, pronunciando le parole di Effie in Hunger Games, uno dei miei film preferiti. E la fortuna, non è mai stato il mio forte. Do un'ultima occhiata alla me davanti allo specchio: sarò forse troppo appariscente? Niall non mi conosce, non voglio che pensi che io sia una di quelle ragazze solo belle e senza cervello. Guardo l'ora e noto che sono le 10:00. Non ho tempo di cambiarmi e devo per forza andare. Afferro la borsa e metto portafoglio e cellulare dentro. Esco di casa e chiudo la porta a chiave. I miei sono usciti questa mattina molto presto, lasciandomi un biglietto sul quale c'era scritto che erano andati a fare dei giri per sistemare alcune cose e che dovevo divertirmi con Niall.
'Divertirmi' penso fra me e me. 'Sarà piuttosto un'incubo interminabile, visto come sono fatta.' Ovvero non saper fare una conversazione decente, il ridere nervosamente, il fare battute squallide. Davanti alla porta di casa mia c'è un ragazzo. È appoggiato sulla porta di un'auto e sta mandano qualche messaggio. Riconosco subito che è Niall. Ed è più bello del solito. 'Non ce la posso fare' penso. Sto per rientrare in casa quando, la mia voce interna, più coraggiosa e brava di me in queste cose, mi sprona ad andare da lui. Così decido di avvicinarmi a Niall con sicurezza.
"Ehi ciao Zoe" mi dice, staccando gli occhi dal cellulare.
"Ciao Nia..." Non faccio in tempo a finire la frase che inciampo su un sasso. Fortunatamente  cado fra le braccia di Niall, che mi prendono subito. Sono poco più bassa di lui, e appoggio la mia mano sui suoi pettorali. Ha un profumo buonissimo. Resterei così per tutta la vita, se potessi. Mi rendo conto però che non posso abbracciarlo ancora per molto, perché sembrerebbe strano, e poi sento che la situazione si sta facendo imbarazzante, così mi stacco.
"Em, grazie" gli dico scostandomi i capelli da davanti il viso. Sento le guance diventare improvvisamente rosse.
"Nulla!" mi risponde sorridendomi. Niall ha uno di quei sorrisi che resteresti a guardarli per tutta la vita, se ti fosse data l'opportunità. Quei sorrisi caldi e accoglienti, che per quanto belli non  ti fanno mai sentire da meno.
"Ma sei sempre così sbadata?" mi chiede, ma nella sua voce non c'è cattiveria, ma solo un'insolita dolcezza.
"Direi di si!" e così scoppiamo entrambi a ridere, ha una risata contagiosa.
"Comunque buongiorno" aggiunge dopo una pausa per riprendersi dal troppo ridere.
"Grazie, anche a te. Allora cosa si fa oggi?" gli chiedo più curiosa che mai. È da ieri sera e questa mattina che sto pensando dove mi possa portare, ma proprio non mi viene niente in mente. E la cosa, proprio per questo, sta diventando struggente.
"Per prima cosa" comincia " di ciao a Evie"
Ha portato un'altra amica? Dove è? Ecco so già che resterò sola in un angolo, mentre lui parlerà con questa "Evie" e io starò dietro, in disparte, cercando di capire i loro discorsi per entrare nella conversazione, senza successo. Già prevedo che sarà una sorta di incubo reale. A questo punto poteva anche non invitarmi.
"Chi è Evie?" spero non si sia percepita nella mia voce preoccupazione, perché lo sono veramente.
"Lei" mi risponde Niall. E tocca la sua macchina che è di un colore rosso sbiadito, una sorta di quei furgoncini Americani tipici dei film, che hanno i ragazzi, con soli due posti davanti e poi,
se ci sono altri amici, stanno dietro, all'aperto. Non so se mi sono spiegata, non me ne intendo di macchine.
"Ah...." sono più in imbarazzo di prima, anche perché non so che dire. Sto facendo tante figuracce, quindi credo che la cosa migliore sia rispondere solo alle domande, e parlare o dire qualcosa solo se si ha un buon argomento già pronto. Si, farò così.
"Di ciao alla mia Evie" mi dice Niall facendo gli occhini dolci, e accarezzando la macchina come se stesse facendo il solletico ad un cane.
"Ciao Evie!" spero sia uno scherzo, ma lui sembra molto convinto, e non voglio rovinare il momento. Mi rattrista il fatto che forse non sono la prima ragazza a cui Niall ha presentato Evie. Farà così con tutte, immagino. E sono anche certa che abbia molte ragazze intorno, data la sua bellezza angelica; forse è anche fidanzato.
Niall va dalla parte dello sportello dove non c'è il posto del guidatore,  e me lo apre.
"Prego signorina" mi dice facendo il tono da finto maggiordomo molto cortese.
"Troppo gentile." gli rispondo accennandogli un sorriso. E che sia stato "troppo gentile" lo penso realmente.  L'ultima volta che un maschio mi ha aperto la portiera della macchina è stato mio padre, il giorno del mio dodicesimo compleanno, quando dovevamo andare ad un parco dei divertimenti e lui voleva trattarmi come una principessa. Quindi oggi lo considero un buon traguardo, a sedici anni belli e compiuti.
Salgo in macchina. C'è un odore di menta piperita che si mischia perfettamente al profumo di Niall. C'è anche una bellissima Canon appoggiata sul suo sedile,che non so a cosa ci servirà oggi, o meglio gli servirà. Mi allaccio le cinture, e quando lui entra fa lo stesso, porgendomi la macchina fotografica.
"Ti dispiace se la tieni in mano per il viaggio?"
"No no, affatto" gli rispondo.
"Allora, siamo pronti! Tu lo sei?"
Psicologicamente? No, ovviamente. Ma dal punto di vista che sono vestita abbastanza bene, non mi scappa la pipì e sono in macchina, allora si, lo sono.
"Certo!" rispondo con un finto entusiasmo.
Niall accende la radio e alza il volume altissimo. A mala pena riusciamo a parlare, che può essere da un lato una cosa vantaggiosa, ma dall'altro lato no.
Guardo il paesaggio dal finestrino: stiamo uscendo dal nostro quartiere, e le case blu sfrecciano via veloci, dato quando sta andando forte Niall; cerco di non farci caso, perché so che urlerei come una matta, implorandolo di andare più piano. E una ragazza sicura di se non fa questo, ma si lascia più scivolare via le cose. E si, sto cercando di mostrare sicurezza, ma senza successo. Cerco di togliermi questo pensiero dalla mente chiedendogli dove andiamo. È da prima che ci provo, ma tra il presentarmi Evie e tutto il resto non è riuscito a darmi una risposta.
"Zoe" inizia "è una sorpresa e non posso svelarti nulla finché non siamo la. Cioè quando saremo la lo vedrai tu stessa dove ci troviamo, ma per ora sono muto come un pesce" mi spiega gonfiando le guance, appunto, come a far vedere che è un pesce e non può parlare. Anche lui è un po' timido, teso e impacciato  come me, ma credo lo sia solo perché non mi conosce. Comunque questa cosa mi piace molto, e spero duri a lungo.
"Capito." Mi sarei potuta sforzare a dare una risposta un po' più articolata, ma sto cercando di non dire niente di sbagliato e stupido, quindi il mio vocabolario si è magicamente ristretto.
Trascorriamo buona parte del viaggio in silenzio, con solo la musica di sottofondo che non rende la situazione completamente imbarazzante. Non mi azzardo a chiedergli qualcosa, anche perché non so che dirgli. Non lo conosco, e gli argomenti sarebbero tantissimi, ma proprio non mi viene niente in mente. Penso solo alla futura figuraccia che potrei fare aprendo bocca. Fortunatamente, lui si decide a dare il via a  una conversazione.
"Allora Zoe Turner, dimmi qualcosa di te!" mi chiede entusiasta.
"Cosa vuoi sapere Niall Horan?" Cavolo  quanto sono fredda! Alla prossima domanda sarò più rilassata.
"Dove andrai a scuola?"
"Alla Dublin-Accademy-High School. Tu invece?" Wow una risposta più una domanda completa, senza balbettare, arrossire o dire qualcosa di insensato. Fiera di me.
"Anche io! Ci ritroveremo allora. Tu devi fare il terzo?"
"Già... Tu il quinto?"
"Esatto, quest'anno c'è da lavorare sodo! Specialmente se voglio ottenere una borsa di studio!
"Che università vorresti fare?"
"Pensavo di iscrivermi alla Trinity College, e credo che forse ce la farò, perché ho sempre studiato molto e mi sono sempre impegnato."
"Sono sicura che ti prenderanno, e che a fine anno otterrai una borsa di studio"
"Direi che sei la prima a dirlo, nella mia cerchia di amici"
"Cioè?" Niall mi ha appena considerato una sua amica, e lo conosco da solo poche ore. Anzi lo sto conoscendo. Non me l'aspettavo.
"I miei amici vogliono a tutti i costi che mi iscrivi ad un college molto prestigioso che punta non solo sulla formazione culturale, ma specialmente sul giocare a basket. Dicono che l'altro non fa per me. Effettivamente, sarei il primo Horan nella storia della mia famiglia, ad andare al Trinity College.
Ritornando all'altra università sul basket, a fine dei cinque anni puoi entrare a far parte di qualche squadra importante e, se sei bravo, diventare anche un giocatore famoso professionista. Gioco a basket da anni, mi è sempre piaciuto e ho coltivato molto questa passione al liceo, giocando con la squadra della scuola. Ma non ho mai sentito che fosse la mia strada, la cosa che avrei voluto fare per tutta la vita. Mi spiego?"
"Certo che ti spieghi. Ti consiglio di scegliere solo ciò che più ti senti, e di ascoltare il tuo cuore. Non seguire gli amici se non è la tua strada, quelli che ti vorranno bene resteranno comunque."
"Grazie Zoe" mi sorride, e, per la prima volta da quando sono qui, sorrido anche io, sinceramente.
"Guarda siamo arrivati" aggiunge. "Siamo al centro di Dublino!"
Parcheggia l'auto, mentre io guardo fuori dal finestrino: è veramente una bella città, e non l'ho nemmeno visitata tutta. Dopo aver spento la macchina, Niall mi apre la portiera, e mi da una mano per scendere.
"Grazie. È proprio bello qui"
"Lo so" dice soddisfatto. E nel suo tono di voce posso percepire quel patriottismo irlandese tipico di chi vive da queste parti, che io proprio non sopporto, ma che rende il biondino ancora più affascinate di prima.
"Allora benvenuta ad un giro gratuito con Niall Horan per Dublino. Oggi ti mostrerò la città, e dopo questa giornata, sarai così irlandese che ti guarderai allo specchio senza riconoscerti più." fa una sorta di faccia sconvolta, per farmi vedere la mia futura reazione dopo questo "giro turistico." Rido.
"Io mantengo alta la bandiera inglese" dico con il mio accento british, facendo la finta stizzita.
"Cara, l'Irlanda è 100? 1000 volte meglio di quella merda  dell'Inghilterra. " mi dice rimproverandomi, ma so che sta scherzando, perché ride come un pazzo. Lo seguo a mia volta.
"Sono pure di Londra" gli faccio la linguaccia. Si mette una mano sulla fronte.
"È troppo per me" dice facendo finta di piangere.
"Ah si?" Comincio a fargli il solletico. E lui ricambia. Sto letteralmente morendo dal ridere, tanto che mi escono le lacrime dagli occhi.
"Basta Niall" provo a dirgli tra una risata e l'altra. "Ora dobbiamo andare" faccio una faccia da finta seria.
"AI SUOI ORDINI" mi dice con un tono squillante tipico di una guardia reale.
"La ringrazio" e mi inchino. Ride di nuovo.
"Allora sono le 10:00 e io non ho fatto colazione. Ho una grande fame, tu?"
Dio se avevo fame. Quel latte non mi aveva riempito affatto.
"Si anche io!"
"Allora direi di cominciare per il Temple Bar. È il bar più in di Dublino. Ci sono tantissimi artisti, fotografi e registi che vanno li, in cerca di inspirazione. È un luogo abbastanza vintage, e io amo queste cose! In più si mangia benissimo e si spende poco!" mi fa l'occhiolino.
"Fantastico!" Sembra realmente un bel posto.
"In più è frequentato da moltissimi irlandesi doc" aggiunge con voce sapiente.
"Nialllllll" lo rimprovero e gli do un pugno delicato sul braccio.
"Che aggressiva" mi dice ridendo.
Prima di andare al bar, prendiamo dalla macchina la Canon, che ci eravamo completamente dimenticati di portare in giro con noi.
"Oggi con questa macchinetta fotografica, dovremmo fare tantissime foto."
"Okay va bene. Mi piace molto fotografare!"
"Ho fatto un corso di fotografia l'anno scorso, piace molto anche a me!"
Io e il signorino Horan che abbiamo una cosa una in comune, non me lo sarei mai aspettata.
Camminiamo per un po', per poi arrivare al Temple Bar. Ci sediamo e subito una cameriera ci porta il menù. È molto più caldo rispetto a fuori, così mi tolgo la felpa.
"Cosa ordinate giovani?"
"Io salsicce con uova, pancetta e da bere del thè." dice Niall.
"Anche io" aggiungo. Sono veramente affamata. Non sono più tanto abituata a mangiare salato la mattina, anche se in Inghilterra si fa colazione così. Ma non so cosa poter ordinare di diverso, ecco perché ho seguito il mio amico. In più adesso voglio realmente imparare di più sulla cultura irlandese, e credo che questo sia un buon inizio.
"È bello qui." dico guardandomi intorno.
"Si, vengo spesso in questo bar a fare colazione, perché oltre a mangiare benissimo è un luogo molto tranquillo e mi inspira tantissimo per scrivere canzoni."
"Si è vero! Scrivi canzoni? Wow che bello."rispondo sorridendo entusiasta.
"Si suono la chitarra da quando avevo 11 anni, e ora che sono cresciuto mi piace anche rendere la mia musica più "personale!"
"Una volta mi devi fare sentire qualcosa assolutamente!"
"Certo, potremmo suonare qualcosa insieme se ti va." mi dice, vedo le sue guance arrossarsi leggermente.
Sorrido in segno di approvazione. Arrivano i nostri ordini. Mentre mangiamo facciamo foto al cibo, al luogo, a noi e ci divertiamo molto. Non pensavo che semplici fotografie avrebbero potuto rompere il ghiaccio. A quanto pare mi sbagliavo... Finito di mangiare siamo pieni entrambi, così andiamo a fare il conto. Niall insiste per pagarmi la colazione, e per quanto cerchi di fermarlo lui è irremovibile.
"Grazie" gli dico fuori dal bar. È stato veramente dolce. Spero di avere altre occasioni di stare con lui per offrirgli qualcosa.
"Ma scherzi?" mi dice. "Mettiti in posa davanti al bar, ti farò una foto bellissima!"
"No no, tu sei matto!"
"Fallo per me" quei suoi occhi azzurri da cucciolo vincono sempre.
"E va bene" dico rassegnata.
"Guarda quanto sei venuta bene!"
"Proprio!" e alzo gli occhi al cielo.
In realtà la foto è venuta molto bene: sembra fatta da un fotografo professionista.
"Dove andiamo ora?" gli chiedo.
Questa domanda porta la giornata a visitare il più possibile Dublino.
Andiamo alla National Gallery of Ireland, dove sono esposti vari quadri e opere d'arte tipiche della cultura irlandese; Niall mi porta poi a visitare il Trinity College. Ci sono giardini curatissimi, ed è un luogo molto tranquillo in confronto alla città caotica.
"Da questa università sono uscite persone come Mary Robinson, la prima donna presidente d'Irlanda, Oscar Wilde e Bram Stoker. In più qui è contenuto il Book of Kells, ritenuto uno dei libri più belli al mondo!" mi spiega Niall, entusiasta.
"Capisci perché voglio andare in questa università?" aggiunge.
"Certo, tutto questo è fantastico!"
Ovviamente abbiamo fatto moltissime foto. Durante la giornata ci siamo spostati con i pullman, che ci hanno permesso di visitare tutta Dublino. Abbiamo visto la prigione oscura di Kilmainham Gaol, dove la guida ci ha spiegato che nel 1700 l'Irlanda era così povera da improvvisarsi ladra pur di avere un letto di paglia e qualcosa da mangiare; la Cattedrale di San Patrizio, a cui è dovuto il trifoglio come simbolo dell'Irlanda. Niall mi ha pure portato a fare shopping a Parliament Street e Grafton Street. Sono delle vie fantastiche, perché oltre a tantissimi negozi, ci sono moltissimi artisti di strada.
"Ti stai divertendo Zoe?"
"No affatto" mento.
"E perché sorridi tanto?"
"Okay lo ammetto è molto divertente stare qui. Anche tu lo sei" Guardo negli occhi Niall e sento che qualcosa in me, verso i suoi confronti, sta cambiando. Nessuno distoglie lo sguardo, ma so che non possiamo fissarci così ancora per lungo, così sorrido e guardo da un'altra parte.
"Andiamo a fare compere?" dico entusiasta. Niall si affretta a rispondere uno svelto "certo, certo."
Passiamo buona parte del tempo restante a fare shopping. Niall mi costringe a compare una gonna a vita alta nera con il top dello stesso modello e colore. È un bel completo, così decido di acquistarlo.
"Niall sono le 19:00" gli dico "ed io per le 20:00 devo essere a casa"
"Si Zoe hai ragione, devo essere a casa anche io per quell'ora, è meglio che ci incamminiamo verso la macchina."
Rispetto alla mattina, la sera è molto più freddo. Mi stringo le braccia al petto per riscaldarmi un po'. Il mio amico mi vede, così mi da la sua giacca, e poi mi stringe a se'.
"Grazie non c'era bisogno" gli dico.
"Ti sei divertita oggi?"
"Moltissimo" mi sento triste del fatto che questa meravigliosa giornata sia già finita.
"Sei un'ottima guida" aggiungo stringendomi più al suo petto. Mi scosta un capelli davanti al viso. Ha le mani calde e morbide.
"Zoe" inizia " io sono fidanzato, ma ti puoi dimenticare di questo, per un attimo?"
"Em, si certo" Fidanzato? Cosa mi sono persa? Sono incapace di ragionare, in questo momento.
Mi toglie il braccio dalla spalla, mi afferra per i fianchi e si avvicina molto a me. Posso sentire il suo respiro. Cosa sta succedendo?
Improvvisamente mi bacia. Così. Come se niente fosse. Come se mi conoscesse da sempre. Come se gli piacessi.
Sento le sue labbra morbide sulle mie, e la sua lingua scivolare lenta. Sono presa dal bacio, e sento le farfalle nello stomaco. Vorrei che questo momento non finisse mai. Anzi, che ci fosse un'altro momento come questo. Perché so che è l'ultimo, visto che è fidanzato. Ma allora perché mi sta baciando? Si stacca dalle mie labbra e si incammina verso la macchina, senza dire nulla.
Durante tutto il viaggio c'è un silenzio tombale. Non mi azzardo a chiedergli il perché di quel bacio, così lascio scorrere lento quel tragitto che sembra interminabile.
Sono arrivata a casa. Lui parcheggia davanti a casa mia.
"Grazie" dico semplicemente.
"Nulla" risponde, un po' freddamente. Sto per scendere quando mi afferra per un braccio.
"Quel bacio non deve aver significato nulla per entrambi okay? Ma sappi che io ho provato qualcosa."
Sono stupefatta. Non realizzo e non so che dire. Mi limito solo a un " a domani". Chiudo la porta dell'auto ed entro in casa, assalita dai dubbi. Cosa sta cambiando in Niall verso di me? E io cosa provo?

Blue as the skyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora