Capitolo 25

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FLASHBACK AMERICA -parte 2-
E cosí anche la prima ricreazione del nuovo anno è cominciata. Cammino svogliatamente al fianco di Liam, cercando di stargli al passo data la sua camminata veloce e frenetica, tipica delle persone che vogliono vedere tanto in poco tempo. In veste di Cicerone, mostro al mio nuovo amico alcuni luoghi importanti della scuola, come la segreteria, la palestra e i laboratori di informatica ma non faccio in tempo ad aprire bocca spiegandogli di cosa si tratta che subito lui sa già tutto "perchè è da 3 mesi che studia la mappa della scuola"; dunque il mio lavoro di guida turistica diventa alquanto noioso, e i ruoli si capovolgono, con lui che illustra e spiega e io che annuisco roteando gli occhi, oppure io che provo a dire qualcosa e lui che aggiuge tante, tantissime altre stupide informazioni lette chissà dove. Alla fine del "giro turistico" Liam mi ringrazia cortesemente, e io abbozzo un sorriso imbarazzato, visto che il mio lavoro di guida della scuola mi è parso inutile, dato che lui era già super informato su tutto. Decidiamo di incamminarci verso la classe, nonostante ancora ci sia molto tempo prima che ricomincino le lezioni e che la ricreazione finisca. Mentre io e il mio amico camminiamo parlando del più e del meno, diretti verso la nostra aula, incrocio Giulia, una mia cara amica. Mi saluta abbraciandomi molto forte perchè tutta quest'estate non ci siamo viste: prima siamo andate al college io e Zoe, poi lei è partita per Londra e per il mare... Insomma abbiamo avuto poco tempo per noi. Giulia è una ragazza timida, con lunghi capelli neri con le punte blu, e un piercing al naso; non è certo il tipo di ragazza che non salta all'occhio per le strade.
"Senti so che non ci vediamo da tantissimo e che nemmeno ti ho chiesto come stai e blah blah blah ma devi assolutamente venire di sotto, dove si fuma" dice tutto d'un fiato. Aveva il respiro un po' affannato, visto che forse aveva fatto ben tre rampe di scale di corsa per raggiungermi. Non capivo tutta questa agitazione.
"Vorrei proprio ma..." rispondo guardando Liam "devo accompagnare il mio amico in classe e poi non ho tant..."
"NO! " mi ferma Giulia " Il tuo amico la trova da sola la classe! "
Stranamente Giulia era spavalda e senza paura, cosa non da lei in presenza di qualcun'altro che non fosse una nostra amica o un nostro amico, e in questo caso anche un completo sconosciuto, perchè Liam frequenta questa scuola solo da oggi.
"Okay..." dico stupita. Se Giulia era cosí, significava che era una vera emergenza.
"Vai pure Am" dice Liam sorridendo. "Ormai so tutto della scuol..."
Giulia non fa finire nemmeno la frase al povero Liam, che mi afferra per un polso trascinandomi di fretta per il corridoio, direzione cortile. Mentre cammino a passo svelto, mi giro per salutare con la mano il mio amico, che mi fa un occhiolino, segno d'intesa, prima che comincio a scendere le scale, con Giulia davanti che mi tira.
"Perchè abbiamo tutta questa fretta di andare in cortile?" dico ansimando un po', causa di tutte quelle scale e speranzosa di arrivare il prima possibile a destinazione. Giulia si volta con un sorriso tutto denti
"Devi assolutamente vederlo Am"

Finalmente siamo arrivate nella zona fumatori. Ci appartiamo nel nostro solito angolo, un po' in disparte rispetto al resto degli altri ragazzi e ragazze che fumano, ma dove c'è una visuale pazzesca per vedere tutti e spettegolare un po', senza che nessuno ci senta. Un grosso albero dalla corteccia rovinata ci fa compagnia, coprendoci dal sole tenue dei primi giorni di settembre. Raggiungiamo le altre amiche, che stanno fumando lentamente una sigaretta, staccando per un po' dall'ansia e lo stress del primo giorno.
"L'ho portata" annuncia Giulia con la voce di chi ha compiuto un'impresa eroica. Le altre l'accolgono battendo le mani, entusiaste. Giulia ricambia con un elegante inchino.
"Ciao ragazze" saluto con la mano Vittoria, Margherita e Sara. "Sapete dirmi che sta succedendo?" chiedo appogiando la schiena all'albero; non ho più l'età per corsette fugaci.
"Bhe, dato che abbiamo scoperto il ragazzo più fico della scuola" annuncia Vittoria "non potevamo lasciarti in classe. Siamo o non siamo le tue migliori amiche?"
"Tutto questo per una cosa del genere?" chiedo sbalordita. Tanto so che sarà uno dei tanti fichetti senza cervello che ci provano con tutte.
"Ragazze, io sono fidanzata. Che c'entro?" chiedo, ma non faccio in tempo ad aggiungere altro che loro mi indicano il misterioso e intrigante ragazzo. È circondato da degli amici, e fuma una sigaretta. Ha dei capelli biondi un po' spettinati, occhi azzurri che ricordano il mare, un piercing al labbro che lo fa sembrare uno di quei tipi usciti dai film o dai libri, il classico bad boy che non immagineresti mai potesse esistere. Lo guardo per un minuto che sembra interminabile, e non mi preoccupo minimamente che possa accorgersi che lo sto fissando. Sono come ipnotizzata. Come nella maggior parte dei casi, peró, quando una persona sente gli occhi su di se, non puó far altro che cercare lo sguardo di chi lo guarda assiduamente. E cosí, senza nemmeno rendermene conto, vedo che l'occhiata è ricambiata. Non distolgo lo sguardo, non so perchè. Sono catturata. Le nostre pupille sembrano incrociarsi e unirsi perfettamente, come due pezzi di puzzle. Non tolgo gli occhi da lui finchè non mette fine a questo gioco con una risata in cui c'è un misto di imbarazzo e malizia.
"Ti ha guardata!" esclama Sara "Oddio che fortuna... Quanto è bello, io sento di avere una cotta per lui!" E si mette una mano sulla fronte, come per far finta di svenire. Rido.
"Si, è proprio vero che è un bel ragazzo, ma tranquilla, è tutto tuo" rassicuro Sara. "Io dopotutto sono fidanzata"
Lei sorride, mentre le altre mi prendono in giro del fatto che alla fine ho ammesso che era veramente carino e che ne valeva la pena. Nel frattempo che le altre finiscono di fumare chiacchieriamo del più e del meno, raccontando delle vacanze e le avventure estive... Ma non mi sento a mio agio. Sento che quel ragazzo mi sta guardando. Provo a farci poco caso, ma sento gli occhi puntati su di me, e ne ho la conferma, perchè quando alzo lo sguardo lui lo distoglie. Il gioco delle occhiate l'ho sempre odiato, poichè ogni volta non riesco a decifrare perchè un ragazzo mi guarda. Fortunatamente la campanella sta per suonare, cosí che questa tortura avrà fine. Improvvisamente, peró, vedo che Luke ( cosí mi hanno detto che si chiama le mie amiche ) si avvicina a noi. Margherita lo fa notare a Sara, che comincia a sistemarsi i capelli senza farsi notare troppo, specchiandosi ogni tanto con lo schermo del cellulare. Io mi sento, se pur non voglia, agitata. Non capisco perchè tutto d'un tratto un ragazzo sconosciuto, forse anche popolare, il tipo di ragazzo che conquisterebbe tutte, si stia avvicinando a noi, comuni mortali. E non comprendo prima tutte quelle occhiate, poi d'un tratto questo avvicinarsi spontaneamente e senza senso. Provo come una sorta di imbarazzo, una sensazione che trovo strana e insensata. Eppure, nonostante di Luke so solo il nome, dopo che i nostri sguardi si sono incrociati la prima volta, sento una sorta di bizzarro legame... Come se ci conoscessimo, non so se mi spiego. Il ragazzo è sempre più vicino al nostro gruppo, si comincia a sentire il suo forte profumo nell'aria, mischiato all'odore più intenso di sigaretta. Cerco di trattenere l'agitazione e restare calma nel modo più naturale possibile.
"Scusate avete un accendino?" ci domanda dopo essersi avvicinato del tutto a noi. Subito Sara approfitta della situazione per passargli il suo. Luke si mette la sigaretta in bocca, che teneva su una mano, e l'accende. Mi lancia un' occhiata veloce, quelle che nessuno nota, ma penetrante abbastanza da farmi andare in tilt il cervello. 'Cosa sta succedendo' penso fra me e me. È cosí strano sentirsi a disagio davanti a uno sconosciuto. Dopo che il ragazzo restituisce l'accendino a Sara, lei spavalda le chiede: "Allora sei tu Luke, il ragazzo di cui tutti parlano che viene dall'Australia?"
Lui fa il finto imbarazzato.
"In persona, madame" risponde con tono da nobil uomo, e Sara ridacchia, seguita dalle altre, eccitate non meno di lei.
'Certo che viene da lontano... Chissà che ci fa qui' penso. E mi ricordo di Zoe, anche lei cosí distante... I miei pensieri tristi vengono fermati dalla voce squillante ed euforica di Sara.
"Comunque io sono Sara, piacere Luke"
Quest'ultimo sorride, stringendole la mano e buttando via la sigaretta ormai finita. Dopodichè tutte ne aprofittano per presentarsi. Tutte, tranne me, che muoio di vergogna. Non so spiegarvi perchè, non sono mai stata una timida, anzi, tutt'altro... Eppure Luke mi fa sentire sotto pressione in un modo che non avevo mai provato prima.
"Tu non me lo dici il tuo nome, biondina?" mi chiede con tono malizioso. Effettivamente era arrivato il mio turno e me ne stavo zitta, rifiutandomi di parlare. Non gliela volevo dare vinta, specialmente dopo quel biondina, ma sentivo gli sguardi delle altre su di me, che desideravano che parlassi perchè forse Luke sarebbe potuto diventare nostro amico, e loro non desideravano altro.
"America" dissi freddamente per contenere l'ansia, porgendogli la mano.
Subito dopo, lui si abbassa al mio livello, data la sua altezza, accovacciandosi un po', ma non del tutto, in modo tale che i nostri occhi potevamo vedersi perfettamente.
"Che musona che sei America. Rilassati" Sento la pressione alzarsi, non so come comportarmi. Fortunatamente, la campanella di quella interminabile ricreazione suona, e riesco a sfuggire al suo sguardo di ghiaccio, correndo in classe senza nemmeno degnarmi di salutare le altre. "Dove vai cosí di fretta? Tutto okay?" mi chiede Giulia. Le rispondo che va tutto bene, inventandomi che mi ricordavo che dovevo andare a comprare la merenda con Liam. Allontanandomi sento Sara parlare ancora con Luke, inviatandolo qualche volta a uscire con noi, e lui che ride, accettando. Poi nuovamente il suo sguardo su di me. Mi volto per guardarlo un'ultima volta. Sara e le altre sono rientrate. Ma c'è lui. E mi sta guardando.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 21, 2016 ⏰

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