Un cuore in silenzio

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"Le persone sono destinate ad incontrarsi"

*

Rimango ad osservare Liam mettere in ordine fiale, garze e siringhe insieme a Louis, li vedo ridacchiare ogni tanto ma non riesco a sentire cosa dicono.

Sono ancora seduto, su una sedia questa volta, accanto ad Ariel e mi limito ad alzare ogni tanto lo sguardo su di loro, ok, forse molto più di ogni tanto.

Una matita nera invade il mio campo visivo facendomi tirare leggermente indietro con la testa, mi abbasso a guardare Ariel e "Questa per cos'è?" chiedo sorpreso.

Lei sorride "Sembra tu voglia disegnare, cioè anche io muovo le mani così quando voglio disegnare qualcosa" dice e sembra più grande di quello che è, come se la vita le avesse già mostrato il suo lato estenuante. Le passo una mano tra i capelli e lei inaspettatamente passa le mani intorno alla mia vita, stringe una mano dietro la schiena, tenendo ben stretta la mia maglia e sorride con gli occhi chiusi e la guancia sul mio petto. Sposto lo sguardo in avanti per incontrare quello dolce di Liam dall'altra parte della stanza, accenna un sorriso e io ricambio arrossendo.

"Ti va di farmi vedere i tuoi disegni?" chiedo mentre lei torna seduta composta e annuisce.

Prende decisa una matita e un foglio bianco, inizia a calcare con la mina sul foglio, tipico di ogni bambino, come se il solo fatto di marcare i contorni di una figura servisse a delinearla meglio.

Le sorrido mentre delicatamente le sfilo la matita dalle mani "Guarda".

Traccio una linea sottile, a tratti invisibile, poi un'altra ancora, una più curva, più morbida e Ariel si sporge in avanti con la bocca leggermente aperta per la sorpresa. Mi guarda attenta, io alzo gli occhi ogni tanto poi torno a concentrarmi sul mio disegno, so benissimo cosa sto disegnando, le gambe toniche, le spalle larghe, le mani gentili.

E' uno schizzo veloce ma i lineamenti sono ben chiari, la barba un po' accennata, un sorriso dolce.

"E' il Dottor Payne!" dice entusiasta, forse un po' troppo ad alta voce perché Liam e Louis si girano contemporaneamente verso di noi.

Abbasso lo sguardo sul foglio sperando che mi risucchi e continuo a tracciare i contorni del corpo di Liam, non so perché lo faccio, sono sicuro che si avvicinerà per chiedere spiegazioni eppure la mano sembra avere vita propria, devo disegnare e scrivere di lui, è come se la mia arte si fosse risvegliata quando ho incrociato il suo sguardo.

Ariel sorride, riesco a sentire i passi di Liam avvicinarsi e fermarsi davanti a noi, solo il legno del tavolo a dividerci. Si sporge in avanti, lo immagino osservare il disegno mentre io continuo a tracciare i contorni della camicia arrotolata sul gomito e lui rimane in religioso silenzio ad osservarmi, cancello una parte poi la miglioro, non posso guardarlo così cerco di finire il disegno sulla base dei particolari che ricordo di lui.

Sfumo delle parti per dare un senso di tridimensionalità, mi concentro sui dettagli del viso dato che il disegno è anche piuttosto grande, finisco il suo naso a patata e do giustizia alle sue labbra rosse.

Ariel è vicinissima a me, attenta a seguire ogni tratto, ogni segno grigio.

Quando decido che può bastare, metto la mia firma alla base del foglio e poggio la matita sul tavolo, strofino le mani sulla stoffa dei miei jeans fissando ancora il disegno e poi, lentamente, alzo gli occhi e mi sento finito, consumato da quello sguardo che brucia, da quegli marroni che mi studiano attenti, sorpresi, forse grati.

Accenno un sorriso mentre stringo le gambe in imbarazzo, non so cosa dire così preferisco rimanere in silenzio e aspettare che sia lui a fare la prima mossa.

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