"Non avevo molte informazioni dopo tutto. Soltanto una fotografia, senza nome né indirizzo. Nessun numero di telefono. Nessuna data. Niente, a parte un volto tra la folla"
Tiro su la coperta fino a coprirmi la testa completamente, sbuffo quando l'ennesima raffica di vento si infrange contro una delle finestra provocando un rumore sordo. Maledico mentalmente il mio editore, forse un po' anche mio padre e mi alzo bruscamente. Chiudo gli occhi quando rischio di perdere l'equilibrio e dopo aver ripreso possesso del mio corpo accendo la luce e cammino a passo svelto verso la stanza accanto. Cerco di fissare bene a terra l'infisso della finestra ma sembra che qualcosa la blocchi così sospiro rassegnato e mi chiudo la porta dietro, non faccio in tempo a fare un passo che la sento sbattere nuovamente.
Mi stringo nelle spalle per lo spavento e respirando forte torno in camera. Sul materasso un cuscino e una coperta rossa, domani devo urgentemente uscire e comprare qualcosa, intanto mi ristendo sul letto, un braccio a coprirmi gli occhi dalla luce della lampada e un altro a sporgersi per spegnerla. Sono solo poche ore che sono in questo posto e già sono esausto, l'unica cosa positiva è stata quel Louis, sembra gentile e mi ha accompagnato fin qui ignorando le occhiate dei tre al bancone, ho anche scoperto che lo studio medico è dall'altra parte della strada, quindi se ho bisogno di qualcosa almeno ho qualcuno a cui rivolgermi. Annuisco nel letto da solo e sobbalzo quando un tuono fa tremare i vetri. Poggio la fronte sul cuscino e soffoco un urlo di disperazione, alla fine decido di alzarmi. Vado in bagno e poi scendo le scale verso il piano inferiore, mi dirigo in cucina e apro il rubinetto, faccio scorrere un po' d'acqua fresca e riempio un bicchiere fino all'orlo, mi auguro sia potabile perché lo butto giù tutto in pochi secondi.
Proprio mentre sciacquo il bicchiere mi rendo conto che c'è dell'acqua a terra, mi abbasso e apro il piccolo mobiletto posto sotto al lavandino e mi accorgo che uno dei tubi sta perdendo. Poggio la testa contro la parete superiore del ripiano e mormoro qualcosa di indefinito.
Mi alzo in piedi e vado a recuperare un foglio dallo zaino in camera, torno giù e mi siedo attorno al tavolo quadrato di legno scuro, segno velocemente le riparazioni da dover fare e poi mi guardo attorno. La casa non è brutta, anzi è molto meglio di quello che mi sarei aspettato dato l'affitto basso, c'è una piccola cucina subito alla destra della porta d'ingresso, separata con un arco dal salottino che ospita la porta finestra che mi ha fatto innamorare di questa casa, butto un'occhiata proprio lì, ora sta piovendo ma non vedo l'ora di avere una giornata di sole e poter uscire nel giardino che a tratti sembra più grande dell'intero salotto. C'è un amaca sotto un salice piangente e se chiudo gli occhi riesco a pregustare già la pace e le milioni di idee che potrebbero venirmi in mente in quel posto.
Torno poi a concentrarmi su quello che stavo facendo e su un altro foglio mi appunto anche le cose da comprare, sono forse l'unico essere vivente a fare la lista della spesa alle due di notte.
Il suono insistente del campanello mi fa stropicciare gli occhi, mi accorgo di essermi addormentato sul tavolo e quando mi alzo mi sento tutto dolorante, mi stropiccio gli occhi ancora una volta passando davanti allo specchio all'entrata, mi sistemo i capelli e la canotta cercando di darmi una parvenza decente e apro la porta.
Una signora dall'aria pimpante mi sorride con una busta tra le mani, è bassa e un po' pienotta, con due grandi occhi azzurri e dei capelli a caschetto biondi e mossi.
"Buongiorno" dico un po' titubante.
"Oh buongiorno giovanotto, scusa il disturbo, sono la signora Pim" dice avanzando in casa sotto il mio sguardo spaventato. Sbatto più volte le palpebre e mi giro per chiudere la porta, forse dovrei chiedere aiuto a qualcuno, dall'altro lato della strada incrocio lo sguardo del ragazzo del bar, mi guarda attento e io stringo le dita contro il legno della porta, quell'irrefrenabile voglia di scrivere a farsi spazio un'altra volta in me, rimaniamo qualche secondo fermi poi lui viene distratto da una giovane donna con un bambino, li vedo entrare nello studio medico e mi concedo di chiudere il portone. Devo conoscere il suo nome.
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StorylineZiam
FanficWriter!Zayn Doctor!Liam Zayn ha bisogno di ritrovare l'ispirazione per il suo nuovo romanzo, deciderà di trasferirsi in un paesino poco distante da Londra ma con una realtà del tutto diversa. Riuscirà a portare a termine il suo lavoro e rispettare...