Un segreto nel cuore

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"Si abbandonò contro di lui, al sicuro, nel rifugio avvolgente delle sue braccia, mentre il mondo intorno a loro continuava la sua folle corsa"

*

Liam accende la radio mentre imbocchiamo l'autostrada che ci porterà dritti a Londra. E' il mio terzo giorno di riposo dal lavoro e non riesco nemmeno a credere di essere in quest'auto e soprattutto diretto verso la mia città. Non credo di essere pronto a rivederla dopo la tranquillità di un paese come Cranfield e forse il mio stomaco è d'accordo con quello che provo perché sembra essersi attorcigliato tutto. Prendo un bel respiro e cambio stazione radio fino ad impostarne una di mio gradimento, Liam me lo lascia fare tranquillamente e io gli sorrido teneramente quando mi sfiora un ginocchio con una mano.

Non avevo previsto di tornare a Londra così presto ma si sa, alcune volte la vita ti presenta davanti delle cose che non potevi prevedere, come la telefonata che Liam ha ricevuto ieri sera.

*

"Forse dovrei tornare a casa mia" dico sorridendo, seduto tra le braccia di Liam sul divano di casa sua. E' sera e ancora una volta io sono qui, come se vivessimo sotto lo stesso tetto.

"Falla finita, rimani qui... ti devo tenere d'occhio, sei ancora debole" mi sussurra fra i capelli e io alzo gli occhi al cielo facendolo ridere e il mio corpo risponde a questo suono accostandosi di più al suo, schiena contro petto, mani intrecciate sul mio petto. Alzo il viso per lasciare un bacio sul suo collo, poco più giù della sua voglia e lo sento sospirare calmo.

"Mmh" sussurra e io sorrido mordendo proprio quel punto facendolo arrossire prima di passarci la punta della lingua sopra per alleviare il bruciore.

"Domani devo visitare la signora Marianne sai? Come le spiegherò questo succhiotto?" dice sorridendo e io mi stacco da lui per voltarmi, punto le ginocchia sul divano e un dito contro il suo petto.

"Le dirai che quella è tutta opera mia e che sua nipote può anche andare a farsi fo..." non riesco a finire la frase perché scoppia a ridere e mi trascina in un abbraccio meraviglioso. Si stende sul divano e gli finisco addosso e mentre lui continua a ridere con gli occhi assottigliati io lo guardo e più lo guardo e più mi sento felice.

"Sei adorabile quando sei geloso ragazzino".

*

Era andato tutto bene fino a quando il telefono di Liam aveva preso a suonare. Mi giro a guardarlo e nella mia mente torna a farmi visita il suo volto contratto dalla preoccupazione e il suo "Devo tornare a Londra domani". Passo una mano lungo il suo braccio per rilassare i suoi muscoli e lo sento sospirare di sollievo. Sembra assorto nei suoi pensieri e non posso biasimarlo ma cerco comunque di rassicurarlo "Vedrai che non è successo niente!" dico convinto e lui sospira. Nelle ultime ore, dopo la chiamata di sua madre che lo invitava a tornare il prima possibile a Londra per una questione delicata, non ho fatto altro che ripeterlo più e più volte.

"Non capisco perché tutto questo mistero? Perché non mi dicono cos'è successo e basta?" dice sorpassando un auto prendendo velocità. Fisso la strada davanti a noi e per un secondo rischio di avere un infarto. Mi reggo al cruscotto e lo guardo indurendo lo sguardo.

"Vuoi farci ammazzare?" chiedo e lui rallenta immediatamente.

"Scusa" sussurra mentre entrambi ci chiudiamo nel silenzio.

*

"Che ti ha detto?" chiedo quando chiude la chiamata e mi raggiunge.

"Non lo so, solo che devo tornare a casa quanto prima" dice con lo sguardo perso.

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