La risposta è nelle stelle

5.1K 283 107
                                    

"E in quell'istante capì che si stava innamorando di lei e che ormai niente al mondo avrebbe potuto impedirlo"

*

Finiamo di fare colazione mentre Liam continua a raccontarmi del viaggio a Londra, gli sorrido ogni tanto e lui sembra apprezzare che io mi interessi al suo lavoro così rimango in silenzio ad ascoltare il suono della sua voce.

Con la mente per un attimo torno a quando da bambino spiavo i miei genitori fare colazione nascosto nel sottoscala. Mi sono sempre chiesto cosa la mamma ci trovasse di tanto interessante nel sentire papà parlare di progetti e case che non ci appartenevano ma evidentemente amare qualcuno significa prestare attenzione anche a cose di cui non capiamo niente solo per sentire l'altra persona parlare. Da quando ho conosciuto Liam ho la certezza che spesso solo il suono della voce di qualcuno può rendere una giornata migliore.

Faccio girare il bicchiere tra le mani in modo che l'aroma del tè non finisca sul fondo e continuo ad ascoltare di nuove tecniche chirurgiche e nuovi vaccini innovativi.

Sembra rapito in un mondo del tutto sconosciuto agli altri e si legge nei suoi gesti la devozione al suo lavoro, l'amore e la passione verso la sua professione.

"Ci hai capito qualcosa?" mi chiede dopo un po' e io alzo gli occhi colpevole.

"Veramente ben poco, ma continua pure a parlare" lo incito e lui mi sorride piano scuotendo la testa.

"Va bene così, scusa se ti ho scocciato con questi racconti" dice premuroso accarezzandomi il dorso della mano. Gli sorrido dolcemente e mi alzo per sbarazzare la tavola.

Mi aiuta e ancora una volta la sensazione di volerlo per casa tutti i giorni mi colpisce forte facendomi vacillare accanto al lavandino.

"Tutto ok?" chiede.

"Si, si" dico sorridendo sperando di non farlo preoccupare.

"Sei sicuro?" chiede avvicinandosi cercando di studiare meglio le mie espressioni.

Annuisco e mi alzo sulle punte per lasciargli un bacio sulle labbra al sapore di cannella.

Veniamo interrotti da una testa riccia che batte il pugno contro la finestra. Abbasso la testa in silenzio spezzando un nostro momento e mi avvicino, scosto di poco la tenda per ritrovarmi un Harry sorridente davanti con una tracolla e un computer tra le braccia.

"Arrivo" mimo con le labbra prima di richiudere la tenda.

"Gli ho promesso che l'avrei aiutato per farmi perdonare della sfilata" dico rispondendo alla domanda silenziosa di Liam e lui annuisce avvicinandosi e lasciandomi un bacio sulle labbra.

"Non importa, devo andare a lavoro" dice passando il pollice sulla mia guancia sinistra.

Annuisco dopo aver fatto una smorfia e andiamo verso la porta e prima che la apra gli rubo un altro bacio a fior di labbra e "Buon lavoro" dico sorridendo.

Sorride anche lui prima di uscire per fare posto ad un Harry confuso.

"Ciao Haz" lo saluta scompigliandoli i capelli.

"Liam" risponde lui sospettoso e io distolgo lo sguardo con le guance rosse.

Li sento ridere poi invito Harry ad entrare, mi concedo un'ultima occhiata a Liam e chiudo la porta.

"Scusa se mi sono presentato così presto ma dopo ho da studiare" dice giustificandosi e io scuoto la testa, non ha importanza e per fortuna sembra non essere intenzionato a chiedermi qualcosa su Liam.

Lo invito a sedersi in salotto e ad aspettarmi mentre salgo al piano di sopra per prendere il computer e un blocco da disegno in cui spesso ho appuntato modelli visti nelle sfilate. Forse era l'unica cosa che amavo fare in quei giorni, studiare i particolari di qualche vestito per trascriverlo nei bozzetti.

StorylineZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora