Come un uragano

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"Un ragazzo là fuori è nato per essere l'amore della tua vita, il tuo migliore amico, la tua anima gemella"

*

Il rumore dello scrosciare dell'acqua mi fa svegliare, rimango con gli occhi chiusi mentre stendo le gambe verso il centro del letto e borbotto qualcosa di incomprensibile sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco la stanza in cui mi trovo. Le pareti azzurre, la tenda bianca, l'armadio semi aperto e i vestiti distrattamente appoggiati su una sedia mi fanno sorridere. Sicuramente questa non è casa mia. Sposto lo sguardo verso il comodino dall'altra parte del letto matrimoniale, perché poi ha un letto così grande me lo dovrà spiegare ma ci penserò dopo, la sveglia segna le sei del mattino e io ho ancora sonno. Zittisco i miei pensieri quando sento una voce proveniente dalla stanza accanto intonare una vecchia canzone di Michael Jackson, sorrido chiudendo gli occhi e mimando con la bocca le parole di una delle canzoni che hanno accompagnato la mia adolescenza. Rotolo verso sinistra e mi ritrovo girato a pancia in giù nel lato in cui ha dormito Liam.

Ispiro forte il suo profumo e me ne riempio la testa fino a dovermi staccare per riprendere aria e respirare nuovamente. Sento la porta del bagno aprirsi e poggio la guancia sul cuscino in modo da poter ammirare l'ingresso della stanza, Liam ha il viso coperto per metà dall'asciugamano con cui si sta frizionando i capelli e non mi nota subito. Mi dà il tempo di osservare il suo petto nudo e le sue gambe già fasciate da un paio di pantaloni neri che gli ricadono perfettamente lungo le gambe. Si gira abbassandosi per afferrare una maglia dall'armadio e non riesco a non commentare con un verso strozzato il suo sedere. Si volta di scatto stringendo le mani intorno al tessuto morbido di una felpa nera "Buongiorno" dice dolcemente avvicinandosi "Ti ho svegliato?".

Nego con la testa ancora schiacciata nel suo cuscino, ride abbassandosi a baciarmi la fronte ma protesto ricercando le sue labbra come un bambino capriccioso. Non ho bisogno di lamentarmi tanto perché mi accontenta subito dopo schiudendo la sua bocca insieme alla mia. Profuma di menta e non mi importa di avere la bocca impiastricciata dal sonno, voglio un suo bacio e non sarà questo a fermarmi.

"Ciao" dico staccandomi poco dopo.

"Scusa se ti ho svegliato, sto andando a lavoro" dice scostando il lenzuolo per accarezzarmi la schiena nuda. Chiudo gli occhi beandomi di quel contatto caloroso, cerco di tornare con la mente a ieri sera, al momento in cui ci siamo messi a letto e ci siamo dati la buonanotte ma non riesco a ricordare niente così sbuffo e torno ad affondare la testa nel cuscino.

"Mi sono addormentato sul divano ieri sera, vero?" chiedo non alzando lo sguardo su di lui. Lo sento sorridere e "Si, eri di una dolcezza infinita mentre ti spogliavo e ti mettevo a letto ragazzino" mi prende in giro scompigliandomi i capelli. Mi lamento e lo sento alzarsi dal letto, protesto allungando una mano per afferrare la sua.

Lo guardo con gli occhi un po' lucidi per il sonno incapace di dire qualcosa davanti allo spettacolo che è, mi sorride tenero e "Puoi restare qui a dormire, ho avvertito Niall che per un paio di giorni non potrai lavorare, quindi riposati" dice premuroso. Annuisco e sospiro sollevato ascoltando la sua risposta, non ho proprio voglia di andare da nessuna parte, di uscire di casa e parlare con qualcuno.

Con Liam ci stai parlando.

Liam è un'altra cosa.

Prima che la mia bocca possa collegarsi al cervello per dire una frase sensata mi ritrovo a chiedere, con un tono quasi di supplica, "Torni a pranzo?".

I suoi occhi si illuminano di una strana luce, si abbassa accanto al letto e annuisce.

"Torno a pranzo" risponde. Mi lascia un bacio a fior di labbra poi sparisce dalla stanza, lascia la porta aperta in modo che io possa vederlo afferrare la borsa incastrata tra la sedia e il tavolo per poi lasciarla cadere ai suoi piedi per prendere una giacca e infilarla. Seguo le sue mani lungo i bottoni e sorrido quando i suoi occhi incrociano i miei. Scosto le coperte e metto i piedi sulla moquette calda per raggiungerlo, mi sorride quando mi alzo sulle punte per baciarlo dolcemente a fior di labbra.

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