Vicino a te non ho paura

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A Liam.

A te che sei ispirazione ogni giorno,

a te che mi hai insegnato a credere in me stessa,

a te che semplicemente esisti.

Buon compleanno.

*

"Aveva l'inspiegabile sensazione che fosse il genere di uomo di cui poteva innamorarsi anche senza volerlo"

*

I giorni passano inspiegabilmente veloci e in quello che mi sembra un batter d'occhio mi rendo conto di essere in questo posto da una settimana. Le giornate non sono poi molto diverse tra loro, alzarsi, scrivere qualcosa, mangiare, tornare a scrivere, guardare la tv, mangiare ancora, non fare niente per il resto della sera, andare a dormire e ricominciare tutto dall'inizio.

Una vita monotona forse, spenta, noiosa e invece ogni giorno nella mia quotidianità ho trovato qualcosa di diverso, qualcosa di speciale.

Spiare Liam è diventato un passa tempo costante, ho comprato un tavolo da posizionare sul portico e nonostante il giardino, ho continuato a preferire quel posto molto più ristretto per scrivere e mangiare. E' iniziato tutto come un gioco, mi sono seduto sulle nuove sedie di paglia e ho chiuso gli occhi, quando li ho riaperti Liam era lì, dall'altro lato della strada a parlare al cellulare, ha alzato un secondo gli occhi, ha sorriso teneramente e poi con una mano ha accennato un saluto, ho fatto lo stesso e da quel giorno sono qui che, come un imbecille, aspetto il momento di vederlo.

Non ci siamo parlati ma è come se in nostri occhi e i nostri gesti l'avessero fatto, lui esce per comprare il pranzo sempre alla stessa ora quando mangia nello studio e io faccio in modo di trovarmi al tavolo cinque minuti prima, lui stacca alle otto di sera e io a quell'ora butto la spazzatura nel bidone, poi ci sono i momenti inaspettati, quelli in cui esce per accompagnare un paziente fuori o per andare nella farmacia accanto, sono questi i momenti in cui mi do del pazzo, perché sono rimasto imbambolato a guardarlo tutte le volte, a costruirmi una storia fatta di sguardi che potrei aver anche solo immaginato, sono rimasto fino a tardi anche al freddo solo per guardarlo un secondo, perché se l'avessi fatto dalla finestra mi sarei sentito ancora più in colpa, mi sarei dato dello stalker malato, stare qui invece, esattamente come ora, con le gambe appoggiate sulla sedia dall'altro lato e una penna in mano, mi dà la sensazione di star lavorando e che il bel dottore dall'altra parte della strada è solo una piccola distrazione.

Guardo l'orologio sul cellulare e inizio a battere insistentemente il piede contro il legno scuro mentre cancello l'ennesima frase che ho scritto sul quaderno, alzo gli occhi verso lo studio ma non sembra che nessuno abbia intenzione di uscire. Cerco di riportare l'attenzione sul foglio ma le parole sembrano non prendere forma ai miei occhi, continuo a muovere le ginocchia, poi una sensazione di disagio si impossessa del mio corpo e mi alzo di scatto. Poggio le mani sulla fronte e mi giro di schiena allo studio, fisso i fiori del mio portico e inspiro ed espiro più volte lentamente per calmarmi, non ho nemmeno mangiato niente e mi maledico ritornando in casa, lascio tutto sul tavolo fuori senza pensare e apro il frigo per tirarne fuori qualcosa di precotto, ho bisogno di imparare a cucinare qualcosa in più di un uovo e di una fettina di carne.

Mangio velocemente e poco, come se il mio stomaco fosse già per metà pieno, forse è pieno di ansia, non preparo nemmeno la tavola, rimango seduto in solitudine al tavolo con la televisione spenta e senza musica, è strano anche per me, la musica è la mia seconda costante nella vita ma oggi proprio non riesco a pensare a qualcosa di sensato, accantono in un angolo della mia testa l'idea che io mi senta così per non aver visto Liam nemmeno un secondo questa mattina perché se fosse così sarebbe l'inizio della mia fine.

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