Capitolo 2

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Jane's Pov

Entro in mensa, e ancora una volta gli occhi di tutti sono su di me. Odio la scuola, odio queste persone, odio Derek e odio e me stessa.

Pensavo di potermi fidare da lui, ma no. Io gli ho solo chiesto di stare lontano da me, ma da quando è successa quella cosa.. Beh, non si è più staccato.

So che potrebbe dirlo a tutti, e così lo usa contro di me. Ed io, non posso fare a meno di assecondarlo.

Ignoro tutti, guardando le mie scarpe, e mi vado a sedere nel mio solito tavolo. Potrei attaccarci anche una targhetta, nessuno si sederebbe qui con me.

Mi siedo, dando le spalle a tutti quelli che sono nella mensa. Una volta non si diceva niente sul mio conto, ma ora hanno paura di me.

Ero estroversa, sempre felice e piena di vita. Ma questa vita mi è stata portata via da lui, Derek.

Mi ricatta e mi isola da tutti. È riuscito a mettermi contro un intero istituto.

Tiro fuori il mio pranzo e sospiro, notando che mia mamma mi ha dato un'altra volta il panino con il prosciutto. Apprezzo il fatto che lei si prenda cura di me, ma a volte vorrei che mi facesse qualcosa di diverso.

Nel momento in cui addento il mio panino, qualcuno si siede accanto a me. E so perfettamente chi è.

"Ciao principessa" Sorride e mi lascia un bacio sulla guancia. Io non dico niente e lo guardo, per poi girarmi.

I suoi capelli sono tirati indietro con del gel. Sembra come se un personaggio di Grease fosse uscito dal film e si fosse preso il corpo di Derek. Tranne per il modo di fare, ovvio.

"Ouch, qualcuno ha il ciclo?" Mi deride, avvicinandosi ancora di più a me.

"No, sei tu che mi irriti" Dico sfacciatamente, per poi alzarmi.

"Dove credi di andare, principessa. Non vuoi che tutti sappiano, vero?" Sussurra al mio orecchio, strattonandomi verso la sedia. Mi siedo e continuo a mangiare, cercando di ignorarlo.

Lui comincia a parlare, ma io non lo ascolto. Non mi importa che cosa sta dicendo, non mi importa di lui.

"Potresti almeno annuire? Sai, le persone ci guardano. O vuoi che ti proibisca di venire anche in mensa?" Minaccia al mio orecchio.

"Mi hai tolto nuoto e tutte le attività extra-scolastiche, non ti basta?" Per poco non urlo. Lui si avvicina pericolosamente a me, con fare minaccioso.

"Sta zitta" Ringhia e torna al suo posto. "Almeno annuisci"

Faccio come ha detto e muovo la testa in segno di approvazione. Parla e parla, ma io non lo ascolto.

Finalmente la campanella suona ed io mi alzo. Derek avvolge un braccio intorno alle mie spalle e mi accompagna fuori dalla mensa. Tutti ci guardano- o almeno, guardano lui. Odio sentirmi in Soggezione, odio dover fare quel che vuole.

Quando usciamo dalla mensa, il suo braccio lascia le mie spalle e si volatilizza nel nulla. Fa sempre così: quando non ha nessuno da spaventare, va via.

È iniziato tutto alla fine dell'anno scorso, al mio primo anno. Pensavo che sarebbe finita bene la scuola, invece lui si è messo in mezzo.

E non era una cosa tanto grave, ma ne ha fatto un affare di stato. Io mi sono fidata e gli ho confidato i miei segreti più profondi, e lui li ha resi pubblici.

Mi hanno deriso. Preferivo quando mi ridevano in faccia, perché ora mi evitano.

Vado verso la mia aula di informatica. Appena entro, per una volta non mi sento osservata. A loro non interessa chi sia, Derek fa ragioneria.

Mi siedo dietro il computer libero ed accedo con l'account che mi ha dato la scuola. Aspetto che si carichi, e il computer si accende completamente.

Apro il giornalino della scuola, e leggo le solite idiozie che scrivono qui. A dire la verità non è un vero giornalino, è come una bacheca dove ci sono scritte tutte le attività che organizza la scuola.

Chiudo tutto appena la professoressa Miller entra, reclamando la sua presenza. I professori, qui, sono più o meno tutti gentili. Fanno così perché paghiamo un sacco per venire qui, quindi non si permetterebbero mai di dirci qualcosa. Hanno troppo paura di un avvocato e di perdere la prestigiosa cattedra a New York.

Incomincia a spiegare cose che già so. Io imito i suoi movimenti sul computer, quando presto attenzione a l'ultima cosa che dice "Questo semestre sarà diviso in trimestri: i primi tre mesi lavorerete con una classe di matematica su un argomento di letteratura, mentre gli altri tre su un argomento di economia. Ad ognuno verrà assegnato un compagno, in ordine alfabetico. Quindi non fate commenti, accontentavi e basta"

Il terrore mi sale in gola, sperando con tutto il cuore di non dover lavorare nella classe di Derek. Ma lui è un anno più grande, e di solito noi facciamo i lavori con quelli della nostra età. Spero.

"Bene, vi dirò i vostri compagni di lavoro. Niente obiezioni" Così, la professoressa Miller comincia a dire i nomi, ma io non presto attenzione. "Parker Jane lavorerà con Harry Styles" Dice.

Harry Styles? Non l'ho mai sentito prima, dev'essere nuovo.

La lezione finisce in fretta ed io mi dirigo verso l'ultima aula. Matematica. Non ho proprio un bel rapporto con quella materia, ma cerco di cavarmela.

L'ora passa veloce, e non presto nemmeno attenzione. Il mio cervello è impegnato con altro. Chi è Harry Styles? Conoscerà Derek? Spero solo che non sia spaventato da me, perché so che dovrei fare entrambi i lavori da sola.

Appena la giornata finisce, mi dirigo fuori dalla scuola. Corro verso la mia macchina e ci salgo, mettendo in moto. Non vorrei mai trovare Derek nei paraggi.

Guido fino a casa mia. Le strade sono tranquille, nonostante l'orario.

"Sono a casa!" Urlo, quando entro in casa.

"Ciao Jane! Com'è andata oggi?" Mi chiede mio padre dalla cucina.

"Solito" Faccio spallucce. Loro non sanno niente di quello che è successo, e non penso che lo debbano sapere.

"Abbiamo una notizia per te!" Urla mia mamma, scendendo le scale e venendo in cucina.

"Cosa?" Chiedo, prendendo un biscotto dal barattolo di vetro.

"Ti abbiamo preso una stanza al Campus, così puoi stare da sola" Sorride speranzosa mia madre.

"Voi cosa?" Impallidisco immediatamente. No, a scuola no.

"Tranquilla, sarai da sola in camera. Abbiamo chiesto una singola all'ultimo piano. È un po' meno affollato lì, sappiamo che vuoi stare sola" Mi rassicura mio padre. Ma non riesco a stare tranquilla, nemmeno un po'.

"Perché l'avete fatto?" Lascio il biscotto morsicato sul tavolo e mi passo una mano sui capelli, cercando una soluzione. Stavo così bene qui a casa, con loro. Almeno non mi sarei sentita ancora più sola di quanto mi sentissi già.

"Noi-" Incomincia a dire mia madre, ma la interrompo.

"Quando devo andarci?" Chiedo. Non ho voglia di discutere, non ho voglia di fare niente.

"La settimana prossima" Dice mia mamma, con un po' troppo di entusiasmo.

Sospiro rumorosamente e mi dirigo in camera mia. Sbatto la porta e mi siedo sul letto, tirando fuori il mio computer.

Cerco di distrarmi, quando mi viene in mente il mio compagno di lavoro. Harry Styles.

Cerco nella barra di Google il suo nome ed una pagina di Facebook si apre. Sto per cliccare sulla sua foto, quando il computer si spegne.

Errore di ricerca. Riprovare.

Riprovo per altre due volte, ma sembra che il mio computer sia stato manomesso. Sospiro, prendendo il mio telefono dalla borsa. Ma quando provo a sbloccarlo, noto che non si accende.

Bene, penso, non saprò che faccia ha questo Harry Styles fino a quando non lo vedrò?

Spero solo che lui non mi giudichi.

Beats •H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora