Capitolo 32

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Jane's Pov

La suoneria fastidiosa del mio telefono mi sveglia, facendo svegliare anche Pat.

"Spegni quell'affare" Mugola mia cugina, mettendo un braccio intorno al mio busto.

Mi allungo verso il comodino, prendendo in mano il telefono. "Pronto?" Bofonchio, coprendomi gli occhi con il braccio.

"Scusa, J, ti ho svegliata?" Riconosco immediatamente la voce di Harry, e mi tiro su a sedere.

"No, cioè si, ma è okay" Mi impappino, tirandomi uno schiaffo sulla fronte.

"Dovrei dirti una cosa.." Mormora lui. "Ed ho poco tempo"

"Che cosa succede?" Chiedo, staccando mia cugina dal mio corpo. Mi metto velocemente le ciabatte e vado in cucina, per prepararmi il caffè.

"Sono in un guaio ed ho bisogno del tuo aiuto" Balbetta, tenendo un tono di voce abbastanza basso. Iniziamo bene la giornata.

"Harry, dimmi che cosa sta succedendo" Divento autoritaria, cercando di convincerlo a parlare.

"Beh, ecco.. Sono in prigione. Ma solo per questa notte, non fraintendermi" Balbetta.

"Tu cosa?!" Urlo, appoggiando la tazza prima che possa cadere dalle mie mani.

"Non posso spiegarti ora, ma non è stata colpa mia. Adesso, ho bisogno che tu mi venga a prendere qui. Non ci sono cauzioni da pagare, ha fatto tutto mio madre" Dice, con tono abbastanza scocciato.

"Dammi mezz'ora" Sospiro, cercando di mantenere la calma. Non è colpa sua, giusto? Io devo fidarmi di lui, devo credere a quello che mi dice.

"Sei il mio angelo" Mormora, riattaccando.

Salgo le scale, andando in camera mia. Prendo dei vestiti, e scuoto leggermente il braccio di Pat. "Patricia, devo andare via. Puoi dire ai miei che tornerò per l'ora di pranzo?" Le chiedo, cercando di parlare con un tono abbastanza alto.

"Okay" Biascica, tornando a dormire.

Dopo essermi lavata, vestita ed aver lasciato un biglietto ai miei genitori- per sicurezza, entro in macchina e mi dirigo verso la prigione.

La mia mente è in black-out, non so veramente che cosa pensare. È normale che il tuo fidanzato, che hai salutato la mattina precedente, ti chiami alle otto di mattina e ti dica di essere dietro le sbarre. Ed è ancora più normale che io stia guidando come una pazza per queste strade, evitando tutti i segnali di stop.

Parcheggio fuori dall'edificio, dopo venti interminabili minuti di traffico. Sbatto la portiera, camminando furiosamente dentro la prigione.

"Styles" Urlo praticamente in faccia alla guardia, che mi squadra da capo a piedi. Lui mi fa cenno di seguirlo, e mi porta davanti ad una cella insulsa. Altri tre ragazzi sono nella stessa cella, mentre dormono ancora.

Harry ci da le spalle, mentre lancia ripetutamente una pallina contro il muro. Al tintinnio delle chiavi, i tre ragazzi si svegliano ed Harry si gira. Ma cos..

"Styles, fuori" Ringhia la guardia, mentre gli altri tre ragazzi tornano a sonnecchiare sul pavimento.

Una benda sporca di sangue è fasciata intorno al collo di Harry, mentre alcuni tagli sono visibili sul suo volto.

"Cosa ti hanno fatto?" Scuoto la testa più volte, toccando le sue guance.

"Andiamocene, non ce la faccio a stare qui dentro" Mormora al mio orecchio, prendendomi per mano.

La bile sale fino alla mia gola, strozzandomi. So che potrei vomitare da un momento all'altro, ne sono certa.

Quando le porte vengono aperte, l'aria fresca sembra calmare momentaneamente il mio stato di malessere.

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