Harry parcheggia la macchina nel pieno centro di New York, facendomi rimanere perplessa. Ma non dovevamo andare a casa sua?
"Perché siamo qui?" Gli chiedo, uscendo dalla macchina. Le strade sono gremite di persone, mandandomi in confusione.
"Dobbiamo andare a casa mia. Te ne sei già dimenticata?" Mi deride, ridendo leggermente.
Afferra la mia mano e cominciamo a camminare per la via principale.
Artisti di strada, persone che si spingono per arrivare a destinazione. Io ed Harry camminiamo con passo spedito, e non so nemmeno perché lo stiamo facendo.
Nessuno ci sta seguendo, perché stiamo scappando?
Cerco di rallentare il passo, e lo facciamo per pochi istanti. Ma dopo alcuni minuti di camminata tranquilla, Harry comincia a camminare con passo svelto.
Stringo la sua mano, mentre guardo le persone camminarmi affianco. Capelli diversi, pelle diverse.
Quando poi, noto qualcosa di familiare. Qualcosa che non si può dimenticare facilmente. Qualcosa che ha lasciato una voragine nel mio petto. Qualcosa che mi ha reso terribilmente insicura.
Sento la sua mancanza, la sua presenza costante. Ovunque io andassi, c'era sempre.
Lascio la mano di Harry, mentre punto i miei piedi a terra.
Le persone accanto a me scompaiono, e per un attimo anche Harry. Focalizzo i miei occhi su di lei. Non la vedo da un sacco di tempo, e vederla in queste condizioni mi rattrista.
"Che cosa succede, J?" Chiede al mio orecchio Harry, sovrastando la musica che proviene da lei.
"Lei.." Balbetto, indicando la ragazza con i capelli rosa.
I suoi vestiti raffinati e di prima classe sono stati sostituiti da delle cose più semplici, comode. Una tuta nera ed un giubotto marrone coprono il suo corpo perfetto: una volta non poteva sopportare le cose da ginnastica.
I suoi capelli rosa ci sono ancora, ma non sono solo più sulle sue punte. Tutti i suoi capelli sono colorati di una rosa acceso, ma non troppo forte da farla sembrare un pagliaccio.
Il trucco non c'è, e se ce ne fosse ce ne sarebbe troppo poco.
Batte leggermente il piede, mentre suona una gioiosa melodia con il suo flauto traverso. Le è sempre piaciuto suonare, sin da quando ci conosciamo.
"La conosci?" Mi chiede Harry, di cui avevo di nuovo eliminato la presenza.
"Si" Mormoro, sentendo i ricordi pizzicare i miei occhi.
"Chi è?" Chiede al mio orecchio, avvolgendo un braccio intorno alla mia vita ed appoggiando il mento sulla mia spalla.
Mi sveglio dalla mia situazione di trance a questo suo contatto, e distolgo lo sguardo da lei.
"Lei è Judith" Mormoro, girando la testa verso il riccio e osservando i suoi lineamenti marcati.
"Judith?" Mi chiede lui, mentre un cipiglio si forma sul suo viso.
"Si, era la mia migliore amica. Eravamo le J&J" Ridacchio, pensando ai nostri stupidi nomignoli. Quella volta mi disse di non voler mai crescere dentro, ma di voler dare di sè un'immagine elegante e sofisticata. Nonostante fossimo al liceo, ci comportavamo come delle bambine. Io non sapevo vivere, il mio problema mi aveva privato della dolce infanzia che ogni bambina doveva avere. Invece, lei mi ha insegnato tutto quello che so.
"E che cosa è successo?" Mi chiede interessato, Harry, strofinando gentilmente il naso contro il mio zigomo.
"Abbiamo litigato e non ci siamo più parlate. Da quel giorno è scomparsa, ed io non l'ho nemmeno più chiamata" Confesso, rendendomi conto che la melodia ormai è finita.
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Beats •H.S.
Fanfiction"La vide per com'era, non per come le persone volevano che fosse" Jane, perseguitata da uno strano passato. Dopo l'infanzia difficile, sembra andare tutto tranquillo. Ma poi, arriva lui. La fonte dei suoi problemi. Riuscirà Harry a scoprire che cosa...