Venti

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Perchè è qui?

Rimasi a fissarlo per vari secondi.

-Beh? Che hai da guardare?- sputò acidamente.

Non so cosa mi sia preso in quel momento. Sentii il sangue ribollire nelle vene. Mi alzai ed andai verso di lui. - Cosa ho da guardare? Mi stai prendendo fottutamente in giro spero.- presi un respiro profondo. -È da un mese che mi trascuri e guarda come cazzo mi sono ridotta. Soffro Shawn. Non mangio e vomito. Ogni volta che ripenso a tutto quello che abbiamo fatto insieme mi sento malissimo ma a a te ovviamente non te ne frega un cazzo!- mi fermai per togliere le lacrime che avevo in viso. - Quel giorno, dopo il bacio, cosa è cambiato? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Ti prego dimmelo. Cosa è successo?- singhiozzai.

Mi fissò aprendo bocca ma poi la richiuse. Abbassò la testa poi mi guardò.

-Pensi che sei stata l'unica a soffrire giusto?- rise ironicamente. -Bene, Cameron mi ha detto tutto. Da come prima di me ti sei girata tutta scuola e mi prendevi in giro alle mie spalle ad io che ero solo un gioco per te. Ver, io ti amavo e ti amo ancora dopo tutto quello che mi hanno detto ma ha fatto troppo male.- strinse la mano sinistra sul suo petto. Aveva gli occhi lucidi, guardò il suo diario e lo strinse con l'altra mano. -Davvero ero un gioco per te? Un cazzo di gioco? Io non me l'aspettavo. Sono cambiato per scordarti. Ma non riesco, come faccio a dimenticarmi di te.- abbassò lo sguardo tirando su col naso.

-E tu credi davvero a Cameron? Mi stupisco Shawn. Io non mi sono girata proprio nessuno. Avrò avuto uno o due ragazzi dal primo superiore e sono ancora vergine. In più, tu pensi che per me sei un gioco? Dopo tutto quello che sto passando? Shawn se adesso fossi stata quella che aveva detto Cameron, io non sarei qui a piangere, ma me ne sarei altamente fregata e sarei stata in giro a scoparmi qualcuno.- presi un bel respiro -Poi non sei più te, il ragazzo che conoscevo. Quello tutto timido e impacciato, non il bullo.- continuai disgustando l'ultima frase.

-Te l'ho detto. Volevo dimenticarti ed essere accettato da loro nello stesso tempo. Non volevo essere più la vittima. Non puoi capire quanto sia brutto esserlo.- una lacrima gli rigò la guancia.

Restammo in silenzio cercando di calmare le nostre emozioni finché lui cominciò a camminare verso di me. Eravamo a un centimetro dall'altro.

-Tieni questo. Ho scritto quello che pensavo e provavo. Leggilo, per favore. Capirai molte cose.- mi porse il suo diario in pelle marrone e lo presi. - Lo farò- lo guardai attentamente. -Non è un addio vero?- chiesi con voce debole. - No, e ripensandoci... non so come abbia fatto a credere a Cameron e non a te.- guardò in giro per vedere se c'era qualcuno. -Mi sento una merda.- si passò una mano sul volto.

-Oggi mi ha parlato e ha detto che vuole farmi soffrire come io ho fatto soffrire lui.- tenetti stretto il suo diario sul mio petto. - Perché? Cosa gli hai fatto?- chiese confuso. - Lui.. è geloso di te. Ha detto che mi ama da anni e visto che per me non è la stessa cosa vuole questo. È una cosa da bambini ma..- mi interruppe. - Ma non riuscirà nel suo intento.- feci una faccia interrogativa.

-Perchè mi manchi.- non fece in tempo a finire la frase che appoggió delicatamente le sue labbra sulle mie.

Sentii le farfalle nello stomaco esplodere. Non provavo questa sensazione da tempo e mi mancava. Lo strinsi forte a me, come per non lasciarlo più. Non volevo andasse via di nuovo e trovarmi a pezzi. Si staccò dolcemente accarezzandomi i capelli ed appoggiando la sua fronte sulla mia. - Scusa per tutto. Non volevo farti stare male così. Mi sento in colpa. Io...- lo zittii.

-Dovrei dirti che sei stato una emerita testa di cazzo e schiaffeggiarti ma non ce la faccio. Ormai è passato. Siamo qui ora, insieme giusto?- chiesi asciugandoli con il palmo la lacrima sulla sua guancia. Si, ero arrabbiata con lui, ma non riuscivo ad avercela con lui. -Si, siamo qui ma resta il fatto che ti ho ridotta così e che ho creduto a Cameron. Avrei dovuto chiederti spiegazioni, invece ho preferito isolarmi e pensare ad altro. Merito di essere insultato e preso a schiaffi. Fallo.- implorò staccandosi da me e porgendomi una guancia.

-Io non vo..-mi interruppe.

-Fallo e basta. Me lo merito.- staccò le sue mani dalle mie.  Era con gli occhi chiusi, pronto per l'impatto. Alzai la mano destra e con velocità raggiunse la sua guancia delicata. Non gli diedi uno schiaffo, ma una carezza. Mi avvicinai e gli diedi un dolce bacio a stampo. Mi strinse forte a se così forte da togliermi il fiato. Lo sentii cominciare a singhiozzare. -Scusami per tutto.- posò il suo mento sopra la mia testa.

-Ti perdono, basta che ora non mi lascerai più. Ti prego.- dissi attaccata al suo petto.

-Mai piú.- mi strinse più forte a sè.

***

-Quindi Cameron era geloso e voleva allontanarci?- mi condusse verso l'uscita del giardino. Annuii. - Bene, domani faremo vedere che cosa ha distrutto.- lo guardai confusa. - Facciamo finta di non esserci incontrati, e poi ci sarà il colpo di scena quando scoprirà che ci siamo messi insieme. Poi rido io così impara a fare questi giochetti del cazzo.- mi sorrise.

Mi ero persa al ci siamo messi insieme.

-Quindi stiamo... insieme?- feci un sorriso enorme. -Ehm... si. Sempre se tu vuoi. Cioè, io si. Tu non so... vuoi?- diventò rosso fuoco. - Ecco lo Shawn che conoscevo- risi rovinandogli il ciuffo. Cominciò a ridere anche lui ma si allontanò per sistemarsi il ciuffo.

-Comunque si.- appena udí il mio si, si avventurò sulle mie labbra in modo molto passionale. Prese i miei fianchi e li portò vicino a sè facendoli combaciare. Le mie mani andarono ad incastrarsi sui suoi capelli mentre in punta di piedi cercavo di arrivare al suo viso.

-Wo.- ridacchiò. -Dovremmo rifarlo.-

-Assolutamente- dissi sorridendo a corto di fiato.

Eravamo arrivati davanti casa mia ed era il momento di salutarci. Mi girai verso di lui - Matthew mi ha detto che mi hai portata tu in ospedale...- guardai le mie scarpe. - Come potevo lasciarti svenuta lì in mensa? Dovevo fare qualcosa.- mise una ciocca dietro il mio orecchio. - Grazie.- mi sorrise dolcemente.

-Domani ci sei al ballo no?- ticchettó le dita sulla cassetta della posta. - Sinceramente non avevo pensato di venire al ballo...- mi morsi il labbro. -E quindi?- domandò. -Quindi non ho il vestito.- appena udì la mia frase prese il telefono, digitò un numero e chiamò.

-Cassie? Si, sono Shawn. No, sto con lei. Si, sono davanti casa sua. Cosa? Oh, il tuo numero me l'ha dato Cameron non mi ricordo in che circostanza ma adesso non è la cosa che mi interessa. Ver non ha il vestito per domani quindi per favore andate a farlo. Portala da qualche parte insomma.- spiegò.

Sentivo Cassie che non stava capendo la situazione. - Ti spiega tutto dopo Ver. Ciao- chiuse la chiamata e tornò a prestarmi attenzione. -Matthew non deve sapere nulla, mi raccomando. Ah, e non dimenticare di leggere il diario, so che volevi leggerlo.- ridacchiò. -Eh già... aspetta. Come fai a sapere che volevo leggerlo?- indicai il diario. - Da come lo guardavi ogni volta con quella curiosità negli occhi, ovvio. Ora vado. Se ci beccano sono guai, a domani- mi salutò e girò per la sua via.

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Fine capitolo 20

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V xx


Mission Nerd || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora