26 febbraio 2016
Il vestito mi calzava a pennello. Hanna aveva fatto un ottimo lavoro. Ellen e Jenny erano da me per truccarci e sistemare i capelli.
Jenny mi legò i capelli in uno chignon non molto alto, contornato da un nastro verde che mi solleticava la nuca, mentre Elly mi fece un trucco nude, mettendo in evidenza k miei grandi occhi verdi.
Io, invece, aiutai Jenny a legarsi i capelli da un lato e farle il grande ciuffo della sirenetta.
«Ecco, lo sapevo!» affermò Ellen uscendo un sacco di cose dalla sua busta.
«Cosa succede?» chiesi.
«Non trovo la frontiera di Cenerentola! L'avevo fatta ieri con le mieani e sono sicura di averla messa qui..» diventò rossa per l'ansia.
«Aspetta, dovrei averne io una!» affermai curiosando in uno dei miei cassetti. Eccola, sapevo di trovarla lì. Una frontierina azzurra con dei piccoli svaroski ai lati.
«Sei una angelo, Hope!» Ellen mi saltò addosso e io e Jenny l'aiutammo nell' acconciatura, un po' complicata.
Quando fummo pronte, scendemmo incontrando mia madre.
«Come siete belle, ragazze!» gli occhi a cuoricino «Fee lì, che vi faccio una foto!» affermò afferrando la polaroid che era affianco a lei.
Sicuramente la prese quando le ragazze arrivarono a casa.
Io, Ellen e Jenny ci mettemmo in posa e mamma ci scattò la foto.
Afferrammo le nostre maschere e le allacciammo dietro la testa.
Erano tutte uguali, dello stesso modello: aperte a farfalla e che coprivano solo la parte superiore del viso, ossia gli occhi ed il naso, ma l'unica caratteristica che le distingueva era la personalizzazione: la mia riprendeva i colori del vestito, permettendo di mettere in risalto i miei occhi ed aveva il nastro di raso doppio nero; la maschera di Ellen era azzurra con pizzo bianco con svaroski ai bordi, sia della maschera, che dei fori degli occhi, con nastro doppio di raso bianco; mentre, la maschera di Jenny era rosa con decorazioni laterali bianche ed anche il suo nastro era di raso bianco.
Ci infilammo i cappotti ed uscimmo di casa.
«Principesse» Louis ed Harry ci stavano aspettando con la macchina del riccio e, non appena ci videro, fecero un inchino e ci aiutarono a salire in macchina.
«Ancora devo capire cosa centrate voi..» affermò Jenny «Voi siete del quinto, non del quarto anno!» affermò.
«Non vuoi che due bei cavalieri ti accompagnino alla festa? Siamo così fighi!» affermò Lou girandosi verso i sedili posteriori.
«E poi vogliamo essere sicuri che ad Hope non succeda nulla di male!» continuò Harry.
«Amore, cosa ti avevo detto prima?» Affermò Lou.
Il riccio frenò di colpo. Meno male che non c'era nessuno dietro e che il semaforo era rosso.
«Sei pazzo? Potevi ammazzarci tutti!» continuò Louis.
Harry si girò dalla sua parte con occhi sgranati, senza rispondere.
«Amore?!?!» ripetette Ellen.
Louis deglutí.
«No, aspettate: voi due state insieme e non ci avete detto nulla?» chiese Jenny.
Louis si mise composto sul seggiolino della macchina e nascose il viso con le mani.
«Sì» Harry appoggiò la testa sul poggiatesta e sospirò «Stiamo insieme..» continuò con voce roca.
«E ce lo dite così??.. È una notizia meravigliosa!» Affermai ridendo come una scema e abbracciando Lou, quasi strozzandolo, e scompigliai i capelli ad Hazza, che nel frattempo ricominciò a guidare verso la scuola.
Arrivati, Harry si fermò, e, volendo avere un ricordo di quella serata, decise di fare un selfie tutti insieme: in primo piano c'erano Harry, che era l'unico serio che sorrideva, e Lou che fece gli occhi storti, dietro comparivo io con una linguaccia, mentre con le mani facevo le corna, Ellen alla mia destra che gonfiò la bocca come un palloncino e alla mia sinistra Jenny aveva una espressione seria, mentre con la mano destra alzava il medio.
«Riccio, se ci tagghi nella foto, sei finito!» lo minacciò Ellen, notando che stava aprendo Instagram «Se i nostri 'principi' sono ti seguono, scopriranno facilmente chi siamo veramente!»
«Tranquilla, bionda!» rispose Harry.
Io e le ragazze scendemmo dalla macchina e salutammo i ragazzi con la mano.
Quando entrammo a scuola, c'erano due ragazze vestite elegantemente che ritiravano gli inviti e ci indicarono la strada per la palestra.
Quando arrivammo, c'era un Joe, un amico di Harry, che era vestito da ciambellano.
«Ciao, chi siete?» chiese, non riconoscendoci.
«Ariel, la principessa del mare» affermò Jenny.
«Anna, principessa di Arendel e sorella minore di Elsa» affermai io.
«Cenerentola» disse Ellen.
«Bene» prese i nostri cappotti e ci annunciò a squarciagola nella palestra.
Quando entrammo, non sembrava proprio l'enorme stanza dove, di solito, facevamo educazione fisica.
La stanza era buia e illuminata da una grande palla da discoteca posta al centro del soffitto, accompagnata da luci bianche, blu, rosse e gialle che si muovevano a ritmo di musica; sulla destra c'era una lunga tavolata ricca di cibo e bibite; in fondo c'era un palco con due microfoni e il telo delle proiezioni, sicuramente per fare un karaoke; a sinistra, invece, delle sedie.
La sala era piena di diversi personaggi tra principesse e principi.. Ricobobbi Mulan, Jasmine, Biancaneve e tanti altri.
Ma nessuna traccia del mio principe.
«Ora che si fa?» chiese Ellen.
«In pista!» Jenny trascinò me ed Ellen al centro della pista da ballo, quando la rossa si scontrò con la schiena con un ragazzo alto e capelli neri. Qua do i due si girarono, si guardarono da capo a piedi: lui aveva i capelli neri, maschera dello stesso colore, camicia bianca leggermente sbottonata con risvoltini fino ai gomiti, pantaloni aderenti blu, cinta rossa e stivali alti neri.
Il principe Eric.
«Eric?.. Sei tu?» chiese Jenny.
«Tu sei Ariel?» chiese il ragazzo.
Ellen alzò un sopracciglio, mentre io doedi un colpo alla fronte.
Perfetto, non sanno chi sanno.
«Si, sono Ariel!» sorrise Jenny, scambiando, con il suo Eric, un profondo sguardo.
«Ok, noi vi lasciamo soli! Ciao!» affermò Ellen trascinandomi verso il banco con le bibite.
«Cenerentola?» una voce maschile arttirò la nostra attenzione. Ci voltammo per vedere chi fosse.
Un ragazzo dai capelli castani e corti, indossava una giacca bianca stile militare con spalline dorate con cintura dello stesso colore, pantaloni bordeaux con una striscia verticale dorata al lato, verso l'esterno della gamba, scarpe nere, guanti bianchi alle mani e maschera bordeaux sul viso.
«Christopher..» affermò lei sorridendo.
Lui le porse la mano e lei l'afferrò volentieri, allontanandosi da me.
Bene. Sola come un cane.
Mangiai qualche focaccina e delle patatine poi, piena come un uovo, mi diressi al terrazzo della scuola.
Non ci ero mai stata lì. Mi affacciati e vidi gli invitati della festa piccoli come formiche che entravano e uscivano dalla scuola in continuazione, ma i miei occhi furono catturati da qualcosa più lucente. Le stelle.
Essendo sul posto più alto della struttura, le stelle si vedevano meglio: luccicavano come piccole lampadine su uno sfondo nero pece.
Improvvisamente fui interrotta dalla vibrazione del mio telefono.
Harry aveva pubblicato la foto commentandola "In macchina con un giullare, una Cenerentola con l'acqua in bocca, un' Anna rocckettara e un' Ariel che odia il mondo! "
«Bel cielo stasera, vero?» mi irrigidì e mi voltai.
Un ragazzo dalla maglia blu scuro con una maglia pesante marrone scuro a maniche corte con pelliccia ai bordi, spessa striscia rossa con una più piccola bianca al centro posta in vita, pantaloni grigio scuro e stivali marroni con le punte all'insù.
«Christoff al suo servizio, principessa Anna» si inchinò togliendosi il cappello e solo in quel momento potei vedere meglio la sua maschera scura, che permetteva di vedere i suoi occhi azzurri.
Mi irrigidii di più quando lo riconobbi.
Niall.---------------------------------------
TAN TAN TAAAAAN!
Ok, diciamo che era scontata come cosa, ma poi vdrete hehehehe.
Ok, la smetto.
Comunque sì, oggi ho pubblicato due capitoli, visto che ieri non ne pubblicai uno, così ho pubblicato quello di ieri e quello di oggi.
Comunque non vi preoccupate, il POV di Niall lo leggerete domani.
Quiiindi a domani!-A
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The Mask|Niall Horan|
RandomNiall Horan, bullo della scuola. prepotente. Hope Bennet, capro ispiatorio del bullo. dolce. Solo un ballo ed una maschera li avvicinerà e cambierà loro la vita.