16 maggio 2016
Ero in Libreria con il libro Città di carta di John Greenin mano, seduta sul mio puffo. Ero alla prima pagina e la stavo leggendo per la centesima volta.
Non era da me farlo, ma questo succedeva quando un pensiero o un ricordo mi tormentava.
Guardai la teca dove c'era la maschera.
Era passato un mese esatto
Era tutta colpa sua, la bicicletta che mi avevi fatto pedalare senza fine, ma che mi avevi permesso di conoscere un Niall diverso, o meglio, il vero Niall.
Flashback:
«Anna, non credevo che sarebbe arrivato questo momento nella mia vita.» mi prese le mani guardandomi negli occhi «Sono stato abituato ad amare fisicamente, e mai sentimentalmente. Ho "amato" ragazze di ogni tipo, sia caratterialmente che fisicamente, ma non ho mai provato nulla per loro. Solo ed esclusivamente attrazione fisica, sesso, insomma. Ecco, vedi, non siamo esattamente ciò che tutti vedono. Siamo ciò che pochi trovano. E pochi, pochissimi comprendono. Tu sei uno di quei pochi. Mi hai cambiato. Mi hai aiutato ad allontanare la maschera malvagia e cattiva che il Niall buono indossava per nascondersi dal dolore e dalla sofferenza. Con te riesco davvero ad essere me stesso.» dopo questo, mi baciò, un bacio a stampo, dolce, sincero e pieno d'amore.
Ma fu proprio quel bacio che mi fece scappare da lui.
Fine flashback
Afferrai il cellulare, notando molti messaggi su Whatsapp: pochi erano da parte del gruppo "pazzi scerati", mentre la maggior parte erano da parte di Niall.
Dal giorno del bacio non mi recai più in terrazza e non mi presentavo più agli incontri, anche se sapevo che lui ci andava. Mi mandava messaggi in continuazione chiedendomi scusa, dicendomi che gli mancavo e voleva tantissimo abbracciarmi ancora, rimanere amici, se volevo, senza andare oltre.
Ma era questo il problema.
Io volevo andare oltre l'amicizia, ma non ci riuscivo. Come avrei detto a Niall che Anna, in realtà era Hope Bennett, la ragazza che le faceva ripetizioni il pomeriggio e che, vedendolo triste e giù di morale quando studiavano, voleva abbracciarlo e dirgli la verità?
Avrei avuto il coraggio di farlo? Ma soprattutto, come avrebbe reagito? Si sarebbe arrabbiato ritornando il bastardo che era prima, o sarebbe rimasto il vero Niall dolce e simpatico?
Ma, più di tutto, come avrei fatto a rivelare anche io i miei sentimenti nei suoi confronti?
Chiusi il libro ormai rassegnata del fatto che leggere non mi avrebbe distratta.
Chiusi la Biblioteca e andai in bagno per fare una doccia. Forse mi avrebbe rilassata.
Dopo essermi vestita, scesi in soggiorno e mi preparai una camomilla, forse avrebbe traquilizzato i miei nervi ed il mio animo agitato.JENNY'S POV:
I ragazzi sapevano quello che successe con Ian e ne avevamo parlato insieme. Io ero fermamente convinta di lasciarlo in pace, ma gli altri mi avevano spronata a fdargli una seconda possibilità.
La maggioranza vince.
Ero in macchina con Ian e mi stava portando in un luogo fantastico. Parole sue.
Quando arrivammo, fece il gentiluomo e aprì la portiera della macchina. Mi porse il braccio che acettai e ci dirigemmo verso la spiaggia.
La passerella in osso era bordato da candele, fino a condurci ad un gazebo ben organizzato: delle tende bianche erano aperte e legate ai lati, a sinistra c'era un tavolo per due con delle candele nel mezzo, mentre a sinistra c'era un letto in legno, con materasso e lenzuola bianche.
Ian era elegantemente vestito con abito, papillon e scarpe nere e camicia bianca; io, invece, indossavo un vestito corto beige con spalline in pizzo bordeaux, con scarpe alte dello stesso colore, mentre i capelli li avevo lasciati sciolti.
«Se volevi scoparmi dopo la cena, mi portavi a casa tua» affermai acida riferendomi al letto, mentre Ian chiudeva tre lati delle tende, lasciandone una aperta per permettere ai camerieri di raggiungerci e portarci le diverse portate.
A fine cena, Ian mi afferrò la mano, ma io la ritirai.
«Come devo farti capire che ho sbagliato?» affermò affranto.
«Sono problemi tuoi, non miei» affermai per poi alzarmi, ma lui mi fermò per un braccio, per poi gettarmi sul letto e gettarsi su di me.
Mi dimenavo, cercando di liberarmi dalla sua presa e dal suo corpi, ma a quanto pare le mie forze non erano abbastanza.
«A quanto pare con te devo usare le maniere forti» mi guardò con un ghigno.
«È inutile che ci provi con me, Ian! Non avrai un'altra possibilità!» affermai arrabbiata.
«Vediamo se, con questo, ti calmi un po'» e si fiondò sulle mie labbra. Non so perché, ma quel contatto mi calmò, mi tranquillizzò, tanto da farmi rilassare e farmi sentire lo stomaco sottosopra.
Quando Ian lasciò le mie braccia, le misi dietro la sua nuca abbracciandolo.
«Lo sai come ho riconosciuto Ariel? La vera Ariel? Con le labbra» alzai un sopracciglio, non capendo «Ci sono state un sacco di ragazze rosse che ho baciato, ma nessuna aveva o si avvicinava al sapore e alla morbidezza delle labbra della principessa dai capelli rossi. Solo le tue sono fottutamente uguali, quindi ho..» ma lo bloccai ponendo l'indice sulle labbra e ricominciando a baciarci prima con castità, poi con sempre più passione.----------------------------------
Zaaalve!!
Come va??
Allora, in questo capitolo vediamo Hope/Belle troppo concentrata nei suoi pensieri (?) e non sa se dire a Niall che lei è Anna.
Questo capitolo è il mio preferito, quando l'ho scritto mi sentivo Hope e ho scritto il meglio di me.
Inoltre, Jenny ha perdonato Ian, baciandolo e mettendosi con lui.Oltre ai voti, vorrei sapere anche cosa ne pensata di questa FF, se ci sono cose che vi piacciono o meno. Mi farebbe molto. Piacere
Vi voglio bene!
-A
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The Mask|Niall Horan|
RandomNiall Horan, bullo della scuola. prepotente. Hope Bennet, capro ispiatorio del bullo. dolce. Solo un ballo ed una maschera li avvicinerà e cambierà loro la vita.