Un'intera settimana passa in un lampo di colori e suoni. Lascio solennemente la comodità della mia camera, circondata dalla galassia intonacata al soffitto.
Mangio qualche volta, solo piccole quantità ad intervalli sparsi. Mia madre ha paura che io stia digiunando apposta, ma non è così. Semplicemente non riesco a farmi venire fame, non riesco a provare qualcosa che non sia dolore.
Il mio cuore fa male e mi chiedo se quello che sento sia amore. L'amore ferisce, ho capito, ma ne vale la pena.
Quel giorno decido di alzarmi dal letto e farmi una doccia lunga e calda. Le mie lacrime silenziose si mescolano con il getto così bene che quasi non realizzo di star piangendo.
Oggi vado alla stazione dei bus per prendere una locandina con gli orari. E' una camminata corta, ma sono giorni che non esco. Non ho percorso altro che piccole distanze per settimane. Dovrò fare uno sforzo, penso, ma ne vale la pena.
Michael ne vale la pena.
Sto nella doccia per un po' di tempo, gli occhi chiusi, la testa piegata all'indietro. Dopo un po', l'acqua diventa fredda e ghiaccia la mia pelle, perciò la chiudo ed esco dalla cabina. Mi vesto lentamente, infilando i miei jeans una gamba alla volta. La mia maglietta sembra pendere da me, cascando sul mio sedere.
Mia madre è in salotto quando scendo le scale. Quando mi vede, è veloce ad alzarsi e venire verso di me.
"Luke, sei tutto bagnato, ti sei fatto una doccia? E' fantastico. Sei fantastico, caro!"
La sua voce è troppo allegra e il suono mi dà automaticamente fastidio. Le faccio solo un piccolo sorriso e annuisco, sfiorandola ed entrando in cucina. Sono soppravvissuto con l'acqua nell'ultima settimana, non avendo la necessità di bere qualcosa di dolce. Perciò, prendo una bottiglia dal frigorifero e poi serco le mie scarpe.
"Stai uscendo?" chiede mia madre da dietro di me, "Dove vai? Hai bisogno di un passaggio?"
Scuoto la testa, declinando la sua offerta. "Faccio solo una passeggiata, credo che l'aria fresca mi aiuterà a schiarirmi le idee."
Il suo sorriso è così ampio che penso che la sua faccia potrebbe creparsi. E' sempre stata preoccupata da quando sono tornato a casa. Qualcosa nel suo comportamento è cambiato completamente, come se imrpovvisamente le importasse di me, e non riesco a capire perché.
Il mio soggiorno in ospedale ha scatenato qualcosa in lei?
Posso solo sperare che finalmente ritorni una vera figura genitoriale.
L'aria fuori è calda, un leggero vento che soffia, rendendo i miei capelli bagnati più asciutti. Non ci vuole molto per arrivare al cancello in ferro battuto che racchiudono Shady Hollow e presto sto girando in West Elm. La stazione è ad un miglio da qui, alla mia attuale velocità ci vorranno venti minuti per arrivarci.
Le mie mani dondolano lungo i miei fianchi, perciò le infilo un po' nelle tasche dei miei jeans. Non sono molto comodo, ma non ci faccio caso.
Nel frattempo raggiungo la Carson Street Station, qualche goccia di sudore si è formata sulla mia fronte. Il sole picchia forte e non sono vestito adeguatamente al clima. Fortunatamente, la struttura ha l'aria condizionata e mi permette di rinfrescarmi. Sulla parete di detra ci sono diverse pile di orari dei bus situati in una vetrina chiara. Ne prendo tre, hiuro per essere sicuro, e ritono al caldo.
Raggiungo casa, tracinando i piedi mentre cerco di decifrare gli orari. So che non dovrei leggere mentre cammino, ma seguo il marciapiede e la strada non è molto trafficata.
Arrivo a casa sano e salvo, non un solo graffio, e quando entro mia madre mi raggiunge di nuovo. Io mi allontano, non abituato al suo comportamento.
"Sei tornato in fretta, va tutto bene?" chiede.
Io roteo gli occhi. "Si, sto bene. Ora vedo nella mia stanza."
Lei si acciglia, gli occhi si addolciscono, ma non protesta. Ne sono felice, non credo di avere la forza per litigare con lei.
In camera mia, chiudo la porta e accendo la lampada di fianco al mio letto, la stanza illuminata da un leggero bagliore. Tiro fuori gli orari dei bus, esaminando il tempo e le fermate. Con un evidenziatore verde, sottolineo ogni bus che va in città e vicino a Flo's Diner. Ce ne sono parecchi, tutti ad intervalli regolari durante la giornata. So che dovrò trovare un orario che vada bene a Michael - io ho sempre tempo, quindi dipende tutto da lui.
Proprio mentre sto mettendo le locandine nel cassetto della scrivania, diversi avvisi di notifiche arrivano dal mio telefono. Non sto aspettando nessun messaggio, non ho amici, perciò il rumore mi confonde. Attraverso la stanza e prendo il cellulare, sbloccando lo schermo.
Il mio cuore si ferma.
Perdo molti battiti.
Il mio respiro si ferma in gola.
E comincio a piangere.
Michael Clifford ha accettato la tua richiesta d'amicizia.
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E in quel momento, realizzo che Michael è uscito dall'ospedale.
E' vivo.
E sta bene.
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Sto sorridendo e piangendo e omg piccini.Allora, comincio col dire che non ho ricontrollato e che se ci sono errori è colpa del computer, dato che non sottolinea gli errori e con il nuovo aggiornamento dell'iPhone non riesco a tradurre dal telefono yee
Mancano due capitoli e l'epilogo :c
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psych ❁ muke au (italian translation)
FanfictionDiavolo, siamo tutti un un po' psicopatici, siamo tutti fottuti. Io semplicemente sento delle voci. ➳➳➳➳➳➳➳➳ Michael e Luke si incontrano in un ospedale psichiatrico. Luke è suicida e Michael sente voci. Il raggiungimento della maggiore età mentre s...