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Stanza 7.

Sto davanti alla camera per qualche momento, fissando il numero scritto sulla targhetta.

È questa.

Fortunatamente l'infermiera mi ha permesso di stare qui nella hall. Tutti i pazienti sono ad una terapia di gruppo, ora, quindi non disturbo. In un certo senso, ne sono grato. Passare un po' di tempo da solo non è così male. Posso prendermi del tempo per riordinare i miei pensieri, capire cosa sta succedendo.

La porta è chiusa, ma tutti i pazienti sono in terapia, così non busso. Entrando, lo noto immediatamente. È seduto su un letto disfatto, un libro tascabile in mano. Alza lo sguardo su di me, squadrandomi data testa ai piedi, ma rimane in silenzio. Mi sento di nuovo a disagio, le farfalle nello stomaco mentre lui mi studia. Poi smette di guardarmi. Gli occhi ritornano al libro.

Deglutisco, muovendomi verso il letto disoccupato dall'altra parte della stanza. La camera è piccola. Due letti, una scrivania e una sedia. È attaccata al pavimento, in modo che noi non possiamo tirarla in caso di un attacco di rabbia.

Buona idea.

Sospiro mentre mi siedo sul letto, guardando il mio pigiama da ospedale. Le infermiere devono ancora portare i miei vestiti ed io sono cosciente di essere mezzo nudo.

Non posso fare a meno di guardare il ragazzo, sentendomi improvvisamente intrigato. Voglio parlargli, ma non dirò una parola. Il suo viso non mostra niente. Gli occhi sfrecciano tra le parole della pagina mentre legge, girandola quando ha finito. Ha i capelli biondo platino, ed è abbastanza in forma. Ma è la sua scelta nei vestiti ad attirare la mia attenzione. Indossa un paio di jeans neri attillati, leggermente strappati sulle ginocchia, e una maglietta di Ozzy Osbourne.

"Posso sentire i tuoi occhi su di me." dice all'improvviso, risvegliandomi dai miei pensieri. "Preferirei che non mi fissassi, mi stai dando fastidio."

Spalanco gli occhi per la sorpresa.

Come ha fatto a vedere che lo stavo fissando? E comunque, perché lo stavo facendo?

Mi mordo il labbro nervosamente, spostando lo sguardo sul mio grembo, osservando nuovamente il pigiama. Subito dopo, un'infermiera appare sulla soglia, in mano una pila di vestiti.

"Luke, vuoi cambiarti? Tua madre ti ha portato dei vestiti."

Mi alzo dal letto, uscendo dalla stanza. Prendo i vestiti con un sorriso falso. Mi guida fino ad un bagno, sblocca la porta, e mi fa cenno di entrare. Mi cambio velocemente e quando sono pronto, lei sta ancora aspettando fuori.

"Questi li prendo io," afferra il pigiama ospedaliero, "ho visto che hai incontrato Michael."

Michael, che nome.

"Così si può dire." rimango impassibile, mordendomi il labbro.

Lei semplicemente mi sorride di rimando, guidandomi verso la Stanza 7. Non voglio ritornarci, ma non ho altra scelta.

Quando entro per la seconda volta, la luce è spenta e Michael sembra dormire sotto le coperte.

Dev'essere l'orario del suo pisolino.

Percorro il tragitto verso il letto assegnatomi. Lasciarmi da solo con i miei pensieri può essere pericoloso, io lo so. Così mi corico, sperando che il sonno arrivi in fretta.

Proprio quando mi sto addormentando, una voce sussurra "Mi chiamo Michael."

E questa è la prima cosa carina che mi abbia mai detto.

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Vi starete chiedendo, ma quale razza di deficiente potrebbe aggiornare a quest'ora?

Risposta, io.

Buonasssssera fanciulle e, just in case, fanciulli.

Luke e Michael si incontrano per la prima volta meow

Volevo chiedervi di passare dalle altre mie storie/traduzioni e, se vi va, oggi ho pubblicato il mio primo video muke su YouTube *si applaude da sola*

Vi lascio il link, dato che sono dal cellulare e non riesco a metterlo all'inizio del capitolo perché non me lo trova piango

This is it 🙌🏻 http://youtu.be/VwtSuthv74k

In ogni caso il mio canale è hey giò, se non lo trovate!

Detto questo, vi dò la buonanotte. Aggiornerò quando questo capitolo raggiungerà i 17 voti (credo in voi, sono sicura che non ci vorrà molto tempo).

Alla prossima xo

psych ❁ muke au (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora