Capitolo 8°

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I miei occhi si aprono solo quando sento il mio cellulare che squilla rumorosamente sopra il mio comodino. Mi strofino gli occhi e cerco di guardare l'orologio.

Cavolo sono già le undici e mezzo di mattina! Devo smetterla di svegliarmi così tardi come fossi un ghiro in letargo.

Come ho fatto a dormire per tutto questo tempo?! Non è proprio da me che a New York aprivo gli occhi già alle sette.

Sarà stata quella brutta caduta a togliermi le forze o il dolore procuratomi dalla caviglia che fino a ieri sera non mi faceva chiudere occhio.

Rispondo subito al cellulare dimenticandomi di controllare chi era che mi chiamava. Sono così imbranata non appena mi sveglio la mattina.

- Si? -

- Ehi biondina! -

Oh no, Bill!

E chi se lo aspettava, devo ammettere che la sua chiamata mi ha completamente colto di sorpresa.

- Bill, ciao... -

- Sembri sorpresa di sentirmi, eppure ieri mi avevi detto che saremmo usciti. -

Cavolo ha ragione, ieri ero troppo stanca e addolorata per uscire ma stavolta non ho scuse.

- Ci vediamo tra mezz'ora in spiaggia?-

Cerco di tagliare corto per rendere breve quella telefonata.

- D'accordo a dopo! -

Stacco il telefono e mi avvio al piano di sotto, cerco di fare colazione anche se mal volentieri e poi salgo in bagno a vestirmi il più veloce possibile.

Mi vesto il più semplice possibile per non attirare troppo l'attenzione. Mi lego i capelli, prendo il cellulare e scendo correndo verso la porta di casa. Noto che la caviglia non fa più tanto male, posso camminarci tranquillamente.

I miei genitori non sono in casa e quindi ho piena libertà e posso andare dove voglio. Prima di uscire mi guardo in torno, non vorrei trovarmi Jack all'improvviso come lo incontro solitamente.

Oggi niente incidenti.

Decido di non prendere la bici, ho ancora paura di usarla perché non vorrei investire ancora qualcun altro. La spiaggia oggi non è molto affollata di persone, mi guardo in torno cercando di scorgere Bill ma non vedendolo mi tocca scendere fino in riva al mare. Alzo lo sguardo, ed è lì che lo vedo.

E' stranamente diverso del solito, forse sono i capelli completamente asciutti e pettinati o il modo che ha avuto nel vestirsi. Aveva le cuffie collegate con il cellulare, non si direbbe proprio che fosse un'amante della musica ma evidentemente non lo conoscevo per niente.

I nostri sguardi si incontrano e nel suo volto compare un bellissimo sorriso mentre viene verso la mia direzione.

- Ehi, eccoti qui. Sei in ritardo. -

Disse ridendo, mi scappò un sorriso. Ero veramente in ritardo.

- Stavolta devo darti ragione, allora...che ti va di fare? -

- Vuoi davvero saperlo? -

Quella risposta mi fece arrossire un po' troppo, ma dovevo smetterla di farmi strane idee.

- Voglio farti fare surf. Vedrai ti piacerà! -

- Cosa? Non scherzare, io so nuotare a malapena figuriamoci se riesco a fare surf.-

- Avanti c'è sempre una prima volta! -

Sorrisi scuotendo la testa mentre distolsi lo sguardo verso la staccionata che delimitava la strada dalla spiaggia. I miei occhi si posarono su un viso familiare: Jack. Possibile che dovevo incontrarlo anche lì? Capisco che è una piccola cittadina ma non avevo proprio voglia di vederlo, non oggi.

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