Capitolo 23°

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Mentre mi trovavo immobile dietro il cancello d'ingresso del campeggio ripensavo a quei giorni passati velocemente.

Tutto quello che speravi andasse bene, alla fine si presenta un vero disastro.

Mi ero accorta in questi ultimi eventi che non sono affatto come speravo. Vorrei tanto somigliare un po' a Jack, riesce sempre a capire ciò che vuole davvero e lottare fino alla fine.

Mentre io invece ho subito mollato, senza neanche lottare per cambiare le cose.

A farmi fare un balzo e cancellarmi dalla mente quei ricordi fu il clacson di mio padre, dentro la sua jeep nera che mi salutava felice dal finestrino, contendo di rivedermi dopo una settimana.

- Ragazzi, siete pronti? Mio padre odia aspettare... -

- Lo so bene, ricordi quella volta che doveva venirci a prendere dal cinema e dalla troppa confusione abbiamo ritardato cinque minuti? Sono dovuto tornare a casa a piedi. -

Ethan pochi giorni fa aveva proposto di rimanere ancora qualche giorno insieme, e così avevo proposto di ospitare sia lui che Mery a casa mia, c'era posto a sufficienza per due persone.

Salimmo in auto e abbracciai forte mio padre, sembrava un secolo che non lo rivedevo.

- Allora, vi siete divertiti ragazzi? -

Avrei voluto rispondere subito con un "no" secco, ma avrei solo deluso mio padre.

- Certo, è stato divertente! -

In quei giorni, quando mi ritrovai completamente sola, perché Jack era sparito, non l'ho più rivisto dalla sera del falò, avevo legato molto con Ethan. Finalmente gli raccontai la verità su Jack e Mery, e anche lui mi raccontò la sua sui sentimenti che provava per lei.

Mery prese bene la separazione da Jack, non ci faceva neanche più caso, l'unica che stava male per lui ero io.
Mi sentivo morire dentro, avrei tanto voluto sapere cosa gli stava succedendo, dove si trovava, se mai sarebbe tornato dopo quello che era successo con me, i nostri continui litigi.

Il tragitto mi sembrò tutto sommato  breve, papà e i miei amici chiacchierarono tutto il tempo, ma io no. Mi soffermai a guardare il paesaggio che stavamo lasciando, era diverso da quando arrivai al campeggio. L'aria era più fredda, ed i boschi all'orizzonte erano come innevati, ed il cielo cosparso di nuvole grigie.
Rispecchiavano completamente il mio umore.

Non appena scaricammo i bagagli andai ad abbracciare mia madre, sistemai le mie cose nella mia stanza e mentre Mery ed Ethan visitavano la casa gli sistemai la loro camera.

Avrebbero dormito nella stessa stanza, ma in  due letti separati.

Tutti e tre eravamo molto stanchi e ci rintanammo nelle nostre camera, a riposare.
Io mi svegliai nel tardo pomeriggio, i miei amici erano già svegli da parecchio tempo, li trovai in cucina a guardare la tv e scherzare allegramente.

Mi sedetti accanto a loro cercando di attirare la loro attenzione.

- Allora, invece di stare qui a non far niente, che ne dite se andassimo tutti in spiaggia? Non l'avete mai vista e non sapete cosa vi perdete! -

Accettarono felici la mia proposta, mentre mi cambiavo feci una telefonata a Bill se voleva venire con noi, lui accettò volentieri e mi disse che ci avrebbe raggiunto alla spiaggia.

- Dovete davvero provare a fare surf, Bill è un grande insegnante! -

Ma se pensavo a quel giorno, quando Bill mi insegnò a fare surf ripensavo solo a Jack.

Mentre io restavo seduta sulla spiaggia mi godevo quel panorama del tutto insolito, Ethan e Mery erano davvero pessimi a restare in equilibrio su quella tavola, non potevo fare a meno di rotolarmi sulla spiaggia dalle risate. 

Verso il tramonto Ethan e Mery avevano voglia di andare a mangiare una pizza ma io non ne avevo propria voglia.
Mentre loro si avviavano per la città io facevo ritorno verso casa, le strade erano parecchie buie per la mancanza di elettricità che scarseggiava da giorni, o almeno così mi aveva detto mia madre.
Ero leggermente in ansia, mi trovavo sola in un vicolo buio, non facevo altro che guardarmi intorno fino a scorgere una strana figura in lontananza.

Veniva dalla mia parte, continuai a camminare indisturbata e quando finalmente eravamo abbastanza vicini alzai lo sguardo.

In un primo momento mi parve di scorgere un volto del tutto familiare, mi fermai di scatto, voltandomi e cercando di richiamare la sua attenzione.

-Jack! -

Quel nome non cambiò nulla, perché lui continuava a camminare. Allora cercai di raggiungerlo correndo e tirandolo da un braccio per farlo voltare.

- Jack! Sei tu? -

Il suo volto era poco illuminato ma riuscivo a vederlo con chiarezza, era lui. Leggermente sciupato, ancora più pallido di come lo ricordavo.

- Cosa stai facendo? Sei completamente sparito!  -

- Punzie sta lontano da me, non foglio ferirti. -

- Tu non mi ferirai, non l'hai mai fatto e mai potrai riuscirci. Solo uniti potremmo superare tutto! -

Dissi con voce calma mentre cercavo di stringere la sua mano, ma la sua reazione fu ben diversa.
Si allontanò da me guardandomi con occhi spenti.

- No! Per te è sempre tutto facile ma questa volta non lo è! Ci sono cose che non riuscirai mai a comprendere, non sei pronta per tutto questo. Ed io non posso stare con te, mi rallenteresti e basta. Credo che non dovrà essere difficile per te riuscire a capirmi, io l'ho fatto durante tutto il campeggio, ho fatto come volevi tu. Adesso cerca di fare come ti suggerisco io, dimentica di avermi conosciuto....dimentica tutto! -

La sua voce si alzò di tonalità ed io non riuscivo a capire quelle parole dette con odio, rabbia.
Non capivo cosa volesse dire, ero consapevole del fatto che era solo colpa mia se adesso era ridotto in quello stato e mi pentì di tutto quello che era successo in quei giorni.

- E' così allora che stanno le cose, d'accordo Jack, se è questo quello che vuoi allora sarai accontentato. Ma sappi solo una cosa, io ho fatto tutto per te! Ho cercato di essere tutto per te, ma evidentemente per te non era abbastanza, io non sono abbastanza per te. Ti auguro di trovare tutto quello che cerchi. Addio Jack... -

Non avevo altro da dirgli, era finita lì e dovevo assolutamente accettarlo prima di scrollare del tutto nei miei rimorsi.

Mi sentivo proprio come quando litigammo in quel campeggio, sentivo un enorme calore dentro il mio corpo, come se potessi esplodere da un momento all'altro.

Mi voltai di scatto colpendo involontariamente la mano di Jack.
Non era ma stata così fredda, ed io non mi ero mai sentita così, era come se potessi prendere fuoco da un momento all'altro.
In quello stesso istante che le nostre mani si toccarono per poco tempo successero fin troppe cose che non avevo la minima idea di cosa stava accadendo. 

Un lampo di luce dorata proveniente come dalla mia mano incontrò un'altra quasi bianca.
Era un incontro tra il ghiaccio più freddo che ero riuscita mai a toccare contro il calore incomprensibile che emanava il mio corpo; come una scossa enorme di elettricità o qualunque cosa fosse ci fece saltare entrami in aria, come spinti da qualcosa più forte di noi,  scagliandoci con un balzo all'indietro facendoci piombare al suolo.

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