Capitolo 26°

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Quello doveva essere assolutamente uno dei miei incubi peggiori, uno di quelli in cui mi veniva difficile svegliarmi.

Ma la verità era che stava succedendo veramente. Ogni cosa che credevo impossibile si stava avverando.

- Sono passati molti anni da quando conobbi la tua famiglia...-

- Lei conosceva i miei veri genitori?-

Mi affrettai a domandare.

- Capiresti di più se non mi interrompessi fino alla fine della storia.-

Disse calma.
Annuisco abbassando la testa.

- Non ci crederai ma ero ancora molto giovane a quei tempi. Non erano comunque tempi felici, il male era tra noi. Si chiamava Black ed era l'uomo più spietato che conoscevo. Io e la tua famiglia facevano parte di un gruppo che cercava di sconfiggere quell'oscurita, i protettori. Noi portavamo speranza, sogni. Ma non eravamo i soli a cercare di sconfiggere Black, c'erano anche coloro che volevano la gloria; avevano poteri ben più forti di noi. Non riuscimmo a trovare un accordo... Così si misero contro di noi. -

Congiunse le mani tremanti al petto, quei ricordi si vedeva che le tornavano in mente e le facevano male.

- Quello scontro durò giorni, era quello che Black voleva, metterci entrambi contro. Noi della luce e loro del ghiaccio. Alla fine vincemmo noi e sconfissimo Black ma non del tutto. Non morì,ma nessuno lo rivide mai più, ci furono molte perdite a quei tempi... Compresi i tuoi genitori, morirono combattendo...come molti altri. Io...persi i miei poteri per cercare di salvarli, ma fu tutto inutile. -

Ed ecco che piangevo ininterrottamente, quella storia mi fece capire parecchie cose, come il fatto che i miei genitori si sacrificarono per salvare me.

- Perché hai lasciato che mi lasciassero in un orfanotrofio, non mi volevi con te?-

- All'inizio pensai che avrei voluto tenerti con me...ma sei così identica a tua madre che mi ricordavi solo il mio fallimento.-

Mi passai una mano fra i capelli respirando regolarmente, giuro che ero sul punto di svenire.

- Bhe...ti ringrazio per questa illuminante storia, ma adesso ho bisogno di restare sola. -

Mi alzai da quella poltrona dirigendomi verso l'uscita.

- Allora non vuoi sapere dei tuoi poteri?-

-No!-

Risposi senza neanche pensarci per un secondo.

- Non voglio assolutamente questi stupidi poteri...grazie a loro io non ho più una famiglia! Voglio starne fuori...da tutto questo!-

Non avevo altro da aggiungere, così di corsa esco da quella casa.

- Saranno proprio i tuoi poteri a distruggere tutto ciò che ami se non sai controllarli!-

Non le diedi ascolto, ripresi la bicicletta e corsi via da quel vialetto.

Dov'era finito Jack? Se n'era andato proprio quando avevo bisogno di qualcuno.

Perché dovevo sempre affrontare tutto da sola?

Era quasi sera, il sole stava già per tramontate ma non ricevetti nessuna chiamata da mia madre per tornare a casa immediatamente.

Probabilmente immaginavano come potevo sentirmi e volevano darmi   piú tempo, questo lo apprezzavo molto.

Adesso ero seduta su una delle tante panchine che davano la vista al mare.

La gente passeggiava indisturbata alle mie spalle.
Esteriormente sembravo tranquilla, ma dentro ero in fiamme.

Sentivo la mia pelle come bruciare, probabilmente ero di nuovo bollente, ma poco mi importava.

Quando finalmente sembravo ritornata in me, o quasi, avverto a malappena qualcuno dietro di me, mi volto di scatto quasi spaventata.

Davanti a me vedo Bill, non mi sta guardando come sempre, il suo sguardo è cupo, quasi spento.

- Ero passato da casa tua e i tuoi mi hanno detto che non c'eri e...mi hanno raccontato cosa è successo. Punzie,erano sconvolti, tua madre non faceva altro che piangere. Ma mi hanno detto di dirti che non ti obbligano a tornare a casa, se vuoi puoi rimanere da me...per tutto il tempo che vuoi.-

Annuisco mentre gli vado all'incontro per buttarmi al suo collo e stringerlo in un abbraccio.

-Grazie Bill.-

Per un singolo secondo avrei sperato che fosse Jack, come sempre mi ero solo illusa. Senza capire neanche il perché lui era sparito di nuovo.

E anche se mi costava molto ammetterlo io dovevo continuare con la mia vita, senza di lui.

- Su, andiamo...-

Non ero mai stata a casa di Bill, era così in ordine e perfettamente pulita.

A quando avevo capito viveva da solo da un anno circa e a quando pare sapeva gestire tutto alla perfezione.

- Ho due camere da letto, tu puoi prendere quella vicino al bagno,quella per gli ospiti. -

- Nessun  problema, grazie -

Una volta uscita dal bagno mi reco nella camera da letto.

Il mio primo pensiero va ai miei genitori. Eravamo sempre stati una famiglia unita, non riesco a credere a come lo eravamo adesso.

Riesco quasi subito ad addormentarmi, nonostante non mi trovavo nel mio letto.

Al mio risveglio il sole era già alto in cielo, doveva essere tardi.

Bill era già andato via, così faccio colazione con quello che trovo in cugina, rimetto in ordine le mie cose ed esco di casa.

La casa di Bill era abbastanza insidiosa, piena di vie e vicoli stretti.

Io stavo solo cercando la pattumiera e non appena arrivata al capolinea mi fermo di scatto.

Il sacchetto che tenevo in mano mi cade a terra, sento ogni parte del mio corpo come se si stesse sciogliendo.

Era proprio davanti a me, come se mi stesse aspettando.

Dopo pochi secondi rimasta quasi pietrificata mi faccio avanti a piccoli passi incerti.

-Jack...-

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