Capitolo 14°

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Il fine settimana, forse il momento che odiavo di più dell'estate, per il semplice motivo che mia madre  mi spingeva, anzi ci costringeva, a fare qualsiasi tipo di pulizia in  casa.

Io mi occupavo del bucato, mia madre di spolverare un po' ovunque e mio padre... beh lui era come un'eccezione. Si occupava dell'esterno della casa, un lavoro meno faticoso del nostro.

Non sentivo più le braccia di quanti vestiti, tovaglie, lenzuola e quant'altro avevo lavato a mano. Le sentivo screpolate a causa del detersivo e piene di chiazze rosse.

La cosa positiva era che ero talmente impegnata a fare "tutto questo" da non avere un minuto per me stessa, per pensare.
Avevo accettato Jack così com'era, anche se sarei venuta a sapere che era uno specie di mutante. Mi ero innamorata di lui per com'era dentro e non per cosa era diventato molto tempo fa. Avevo accettato tutto mettendo in primo piano i miei sentimenti, sperando di non pentirmene in un secondo momento.

Ma con questo ero ancora ostinata a scoprire tutto quello che potevo sapere.

Nel pomeriggio le cose non cambiarono molto, mi trovavo in giardino ad appendere tutte le cose che avevo lavato, un compito estremo per me.
Canticchiavo tra me e me per alleggerire ma ero seccata con mia mamma per avermi costretta a fare lavori manuali al posto suo.

- Ti sei data alla casalinga modello adesso? -

Sento una risata contagiosa, un voce che al solo suono mi faceva come sempre restare senza parole.
Mi volto portando le braccia al petto, cercando di fargli capire che ero già seccata per altri problemi.

- AH AH AH! Ma che spiritoso che sei, Jack! -

- Ehi biondina il ruolo di casalinga non ti sta mica male,eh. -

Antipatico.

- Non hai altro da fare anzi che importunarmi? -

Chiesi continuando a fare ciò che avevo iniziato.
In meno che non si dica me lo ritrovai dietro, respirava normalmente, ma sentivo il suo gelo sul collo.

Mi volto sbattendo  il mio naso con il suo. Eravamo troppo vicini, più del solito.

- No, sono libero tutto il giorno. -

Sussurrò quasi vicino le mie labbra, la tentazione di avvicinarmi di più era forte ma non potevo di certo farlo. E una parte di me aveva timore di restare totalmente congelata dalle sue labbra.

Jack indietreggiò tenendomi per mano, adoravo il modo in cui me la stringeva ogni volta.

- Hai finito per oggi? -

Annuisco come sempre paralizzata dal suo sguardo.

- Allora vorrei portarti in un posto importante per me. Fa parte del mio passato come vorresti sapere. -

- Perché vuoi portarmi proprio lì? -

Mi afferrò per i fianchi avvicinandomi nuovamente a se.
Voleva farmi impazzare oggi per caso?!

- Perché credo che una persona importante come te meriti di vedere un posto altrettanto importante per me. -

Sorrisi scuotendo la testa

- Che strano gioco di parole Jack. Ci sto! -

Usammo la mia bici per arrivare in quel luogo, di certo non potevamo raggiungerlo con lo skate di Jack. Lui stava davanti ed io nel sedile posteriore della bici, non era molto comodo ma dovevo accettarlo. Mi aveva assicurato che il tragitto non era molto lungo.

Quel luogo era circondato da alberi, tra cui abeti e salici piangenti, in mezzo a tale meraviglia c'era un piccolo laghetto che non doveva essere troppo profondo, con sparsi alcune rocce.

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