Capitolo 34°

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Precipito giù, in una fossa che sembrava profonda parecchi metri. Mentre cado sento la voce di Jack chiamarmi, ma non rispondo.

Appena tocco il terreno di schiena rimango immobile per qualche secondo, incapace di rialzarmi. Mi faceva male praticamente tutto, il polso più di tutti.
Tossisco per la troppa polvere che si trovava in quel posto, mi guardo in torno, era come un lungo tunnel sotterraneo che non veniva aperto da un sacco di tempo.

Mentre sto per rialzarmi sento un rumore verso l'alto, proprio dal punto in cui sono caduta, era Jack che mi stava raggiungendo. Mi sposto subito prima di ritrovarmelo addosso.

- Punzie stai bene? Mi hai fatto prendere un colpo quando sei caduta... -

-Dove pensi che siamo? -

Gli domandai mentre con lo sguardo perlustravo quel posto buio e umido con una tremenda puzza di vecchio, antico.

- Sinceramente? Non ne ho idea. Vieni, proviamo ad andare dritti, qualche uscita la troveremo. -

E così facemmo.

Camminammo per un lungo tratto, le ginocchia non smettevano di bruciarmi mentre sentivo il calore del sangue che continuava a gocciolare, ma quello non era il momento di lamentarmi.

- Perfetto, il passaggio è bloccato qui...Non possiamo tornare indietro, dopo tutta questa strada! -

Nervoso sbatté con violenza il pugno, dove al posto del passaggio c'era un enorme masso a bloccare la strada.

- Ehi calmati...troveremo un altra via... -

Una scia di brina si era già formata, nello stesso punto in cui Jack aveva urtato la mano. Mi guardò con quel suo sguardo, che non prometteva niente di buono.

- E se usassi i miei poteri? Deve esserci per forza qualcosa qui dietro! -

- D'accordo, ma stai indietro. -

Mi allontanai così di qualche passo, sapevo cosa era in grado di fare Jack con i suoi poteri quando era su di giri e di certo non volevo intervenire con il mio di potere.

Jack appoggiò entrambe le mani su quell'enorme masso, chiuse gli occhi e dal palmo delle sue mani si faceva largo uno strato di ghiaccio che andò a ricoprire completamente la roccia. Pochi secondi dopo andava in frantumi, alzando un enorme polvere e fumo mentre i resti colpivano il terreno.

- Ecco fatto, non ci voleva poi molto. -

Lo guardo alzando gli occhi al cielo mentre mi avvicino per vedere meglio. Al di là del masso,che oramai era distrutto, non c'era altro che il vuoto. Non riuscivo a vedere bene a causa della polvere ma riuscivo a scorgere un altro muro di pietra.

- Perfetto! -

Esclamo ironica tossendo e coprendomi la bocca. Jack si fa avanti guardando a sua volta.

- Ehi Punzie...un momento. Cos'è quella cosa? Proprio lì all'angolo. -

C'era troppo buio per poter vedere con chiarezza di cosa si trattava, riuscivo solo a vedere come un corpo di qualcosa, accovacciato in un angolo fitto.

- Cosa potrebbe essere? Un animale? Sta dormendo? Io non mi fido....ti prego andiamo via! -

Indietreggio trascinando con me il braccio di Jack, ancora poco convinto.

- Aspetta... -

- Non vorrai avvicinarti? Non sai di cosa si tratta, potrebbe attaccarci! -

Facendosi largo tra le macerie si avvicinò con cautela. Io rimasi dov'ero, non mi sembrava affatto una buona idea svegliare qualunque cosa era, ma ovviamente Jack doveva sempre fare di testa sua e cacciarsi nei guai, come sempre.

Sospiro voltandomi e abbassando la testa per controllare il resto del mio corpo come stava dopo quella brutta caduta. Le ginocchia erano completamente rosse di sangue da non riuscire neanche a vedere quando era grave la ferita.

Dopo neanche un secondo sento un rumore provenire da lì dentro, mi volto di scatto e vedo Jack seduto per terra con un'espressione di terrore stampata in faccia. Senza pesarci due volte lo raggiungo inginocchiandomi davanti a lui.

- Jack che succede? Stai bene? -

Ma non fu in grado di darmi una risposta, si limitò semplicemente ad indicare lo stesso posto dove avevamo visto quella cosa.

Avevo un po' paura ad avvicinarmi, ma prendo un sospiro e mi avvicino lo stesso quando basta a guardare il volto di quella cosa.

Per un momento mi parve che il cuore si fermò per poi riprendere a battere più lentamente.
Non era ne un animale, ne un mostro, ne una cosa, era semplicemente una ragazza. Priva di sensi, con i vestiti malridotti e il viso sporco. I lunghi capelli castani le ricadevano lungo la schiena, la carnagione chiara la faceva sembrare morta, ma respirava ancora.

- E' lei...Emma. -

Sentii Jack balbettare dietro di me; con tutto il coraggio che mi restava afferro delicatamente la testa della ragazza cercando di rimetterla in sesto, ma continuava a rimanere priva di sensi.
Portava un lungo vestito scuro, ormai quasi completamente strappato.

- Jack che facciamo? -

Non rispose, rimase lì dov'era a fissare il vuoto. Potevo comprendere il suo shock nel vedere la sorella dopo tutto quel tempo.

- D'accordo, portiamola via di qui, non la lascerò in questo stato. Me ne frego delle conseguenze, è un essere umano, non un oggetto. -

Cercai di sollevarla da terra ma le mie forze sembravano andate del tutto, riprovai una seconda volta, ma niente. Subito dopo sento il peso della ragazza diminuire, mi volto e vedo Jack prendersi tra le bracia la sorella e farmi cenno di uscire di lì.

Nessuno parlò per il resto del tragitto,fin quando la galleria si faceva sempre più piccola e stretta.

- Che succede? -

Domandai abbassando la testa per non sbatterla con il soffitto troppo basso.

- Non lo so. -

Rispose inginocchiandosi e continuando a camminare a fatica, senza lasciare la sorella.

Dopo un lungo tratto in lontananza potevo vedere un lieve barlume di luce.

- Forse è l'uscita! -

Indicai il punto e camminammo più veloce, nessuno dei due voleva rimanere un altro minuto di più in quel posto dove sentivo mancare persino l'aria. Era orribile, ma ancora più orribile era pensare che Emma, quella ragazza, era rimasta lì per un sacco di tempo,in un buco bloccato da un enorme masso.

- E' in trans, per questo non si sveglia. Non apre occhi per più di cento anni credo. -

Il solo pensiero mi fece rabbrividire. Respirai profondamente, lasciando che quell'aria fresca invadesse di nuovo i miei polmoni.

- Io porto mia sorella a casa mia, ha bisogno di cure, recuperare le forse e in qualche modo devo farla svegliare. Sarà un vero trauma per lei ritrovarsi in un altro mondo ben diverso da quello che ricordava. -

- D'accordo, ma stai attendo chiaro? -

- Va a casa, riposati e cerca di medicare quelle ferite, chiaro? -

Annuisco mentre entrambi prendiamo direzioni opposte, questa giornata non poteva finire peggio di così, ma speravo con tutto il cuore un po' di felicità per Jack e Emma.

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