Capitolo 32°

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Le notti che seguirono non riuscii a chiudere occhio.
Non solo perché non avevo avuto più notizie di Jack,ma era come se la storia di Emma mi stesse tormentando.

Non avevo idea di chi fosse, che aspetto avesse, ma era come se la vedevo ovunque andassi.

La mattina non facevo altro che fare lunghe passeggiate con la mia bici cercando magari di scorgere Jack di tanto in tanto, ma niente. Come era suo solito fare era sparito,di nuovo.

Era tardo pomeriggio quando mi fermai sulla spiaggia a osservare il mare mosso, cercando di trovare qualche soluzione o magari qualche risposta, ma mi sentivo tremendamente inutile.

- Scommetto che qualcosa ti tormenta. Non è così Punzie?-

Quella voce fu come se mi fece svegliare dopo un lungo sonno.
Non ci fu motivo neanche di girarmi perché conoscevo bene quella voce, quella persona fin troppo familiare.

- Hai indovinato.-

Affermai con voce quasi annoiata.

-E tu cosa fai qui a quest'ora ? -

Il ragazzo dagli occhi tremendamente azzurro cielo si sedette sulla sabbia accanto a me, sorridendomi come sempre.

- Bhe ho molte più cose da fare di quando credi. Tu invece? Conosco quella faccia e sono pronto a scommettere che c'entra Jack...-

- Hai vinto Bill. -

Dissi semplicemente continuando a fissare l'orizzonte.

- Ci sono cose che non puoi capire, nessuno può. Continuiamo a stare con chi ci fa male solo perché sappiamo che è ciò di qui abbiamo bisogno... -

- È questo che fa Jack? -

Nella sua voce c'era un filo di rabbia ed io sapevo benissimo il perché. Bill provava ancora qualcosa per me, era così chiaro che non potevi fare a meno di notarlo.

- Nonostante pensi questo di Jack non è così. Lui riesce a renderti felice e triste allo stesso tempo. -

- Come scusa? Come può una persona fare questo?-

Ed ecco che mi ero lasciata troppo andare, avevo parlato troppo con la persona sbagliata.
Lui non aveva idea di quello che stava succedendo in torno a lui, e qualche mese fa neanche io ne avevo idea.

Avevo lasciato correre quel pensiero che mi tormentava da quando avevo scoperto cos'era realmente Jack, uno spirito morto da 300 anni ed io invece una semplice ragazza di quasi diciassette anni, i poteri che avevo scoperto non cambiavano niente in me.

Io e Jack non saremmo rimasti insieme per sempre come desideravamo entrambi. Per principio, io alla fine dell'estate sarei ritornata a New York e lui sarebbe rimasto qui. Ed infine entrambi ignoravamo l'aspetto peggiore, lui era immortale. Io come chiunque sarei cresciuta ed infine invecchiata e poi tutti sanno come andrà a finire la vita, con la morte.

- Hai ragione. Grazie di tutto Bill, devo tornare a casa. -

Cercai di sorridere mentre mi rialzavo e abbracciavo l'amico. Di certo non era come abbracciare Jack, lui era così freddo, completamente fatto di ghiaccio, mentre Bill era semplicemente una persona normale e piena di calore.

Non avevo neanche voglia di cenare quella sera, il gelato che avevo mangiato nel primo pomeriggio mi bastava quel tanto da farmi arrivare affamata l'indomani a colazione.

Salgo come sempre quella scala a chiocciola e raggiungo la mia camera.
Mi infilo il pigiama senza neanche accorgermene, troppi pensieri girovagavano per la mia testa facendomi sentire come sulle nuvole.

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