***Il giorno dopo, 21 settembre 2015***
BENJI POV'S
Finalmente oggi si torna a casa...
È una settimana che io e Fede siamo facendo questi raduni in tutta Italia. È una settimana che non vedo né Mickey né Emma. Poi, magari Emma riuscirò anche a vederla di nuovo, mentre Mickey no. Non potrò salutarla appena tornerò, perché lei è a più di 300 chilometri da me. Non è possibile, questo è incubo. Presto qualcuno mi sveglierà e mi dirà che stavo solo dormendo. Che tutto ciò non è vero e che Mickey abita ancora qui a Modena. Che non si è trasferita a Roma e mai si trasferirà. Aspetto, ma niente. Nessuno mi sveglia. Purtroppo tutto questo è realtà. La più brutta realtà che possa esistere.
Adesso mi trovo in treno e sto ascoltando la musica con le cuffiette, invece Fede, come suo solito, dorme profondamente accomodato sul suo sedile. Io non faccio altro che contorcermi. Non riesco a trovare pace e, mentre cerco un po' di tranquillità, Fede si sveglia e mi dice "Ho capito che sei in pena per Mickey, ma cerca di riposare anche tu. Prendi esempio da me". Per lui tutto è più facile. La sua ragazza non si trova in un'altra città, la sua ragazza lui la rivedrà. Quanto lo odio quando fa così. Fa lo spavaldo e non lo sopporto. Perciò gli rivolgo uno sguardo di disaccordo. "Oh scusa!" Mormora mettendosi di nuovo a dormire. Meglio così, che dorma. Almeno evita di dire cavolate assurde come quella che ha appena detto.
Senza perdere nemmeno un secondo di tempo, mi metto a cercare su internet gli orari dei treni per Roma. Voglio andare al più presto da Mickey. Voglio rivederla, mi manca troppo. Non so se potrò resistere ancora altre 48 ore senza poterla baciare o almeno abbracciare.
Arriviamo alla stazione di Modena e mi dirigo alla biglietteria. Qui chiedo un biglietto per Roma. Lo comprerò oggi, così domani non dovrò perdere tempo a comprare i biglietti. Alla signorina della biglietteria, domando anche gli orari per i treni per Roma. Il primo di domani c'è alle 9, poi ce n'è un altro alle 13, dopodiché ci sono gli ultimi della giornata alle 18 e alle 22. Prenderò quello delle 9, così per mezzogiorno sarò a Roma e potrò passare con Mickey tutto il pomeriggio.
Ringrazio la signorina per le informazioni ricevute e raggiungo Fede che, nel frattempo, era andato in bagno. Per tornare a casa, prendiamo un taxi. Arriviamo dopo venti minuti ed entrambi andiamo a sistemare le valigie. Appena terminato di mettere a posto le nostre cose, esco un po' per andare a fare un giro in centro.
Apro la porta di casa e vedo Emma, la quale mi abbraccia subito. Ricambio l'abbraccio. Anche se è la fidanzata di Fede, ormai tra noi si è instaurata una bella amicizia. "Fede si sta facendo la doccia. Io, invece, stavo andando a fare un giro per la città. Se vuoi aspettalo qui in salotto." Le dico tutto d'un fiato. "Okay, grazie" Risponde con un sorriso a trentadue denti. Io esco e lascio Emma nel salotto.
Che bello respirare l'aria della propria città! È bello sentirsi a casa! Ma non è la stessa cosa... Sento che mi manca qualcosa, anzi meglio dire che mi manca qualcuno: Mickey.
Non riesco a farmene un'idea. Forse non ci riesco perché è impossibile. È impossibile accettare che la propria ragazza si sia trasferita in un'altra città, molto lontana dalla tua. Non riesco ad accettare il fatto di non averla accanto a me. Amo Mickey più di quanto pensassi.
Essendo assorto nei miei pensieri, ad un certo punto, vado a scontrarmi con una ragazza. Alta e magra, capelli castani, occhi verdi. Piuttosto carina, ma non quanto la mia Mickey.
Subito le dico "Scusami è che ero assorto nei miei pensieri". "Non ti preoccupare" Risponde lei con una voce tranquilla. Rimaniamo a guardarci per alcuni secondi. Poi lei mi chiede "Come ti chiami?". "Benji, te?" Le domando a mia volta. "Sara" Risponde con un filo di voce. "Piacere di averti conosciuta, Sara" Le dico sorridendo. "Piacere mio" Mormora lei. Infine ci salutiamo e ognuno prosegue per la sua strada. Allora io continuo a passeggiare per il parco. Dopo un po' vedo l'orologio: sono le 18, è meglio che cominci ad incamminarmi verso casa.
Siccome io e Fede avevamo deciso di cenare a casa mia stasera, essendo sicuro che rimanesse in casa, non mi sono portato nemmeno le chiavi. Allora busso, ma nessuno viene ad aprirmi. Suono ripetutamente il campanello, ma niente. Dov'è andato ora? Sa che io non avevo le chiavi e che dovevo rientrare per quest'ora. Adesso come faccio? Per dove passo, per finestra? Certo, potrei anche, ma sono tutte chiuse. Quindi lo chiamo. Inizialmente non risponde. Bene.
Ci riprovo dopo cinque minuti. Finalmente mi risponde.
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Uniti per sempre
FanfictionEmma, per la festa dei suoi 18 anni riceve un insolito regalo che le cambierà la vita per sempre. Benjamin e Federico, cantanti di 22 e 21 anni, sono stati chiamati ad esibirsi in un locale per animare il diciottesimo compleanno di una ragazza.