***23 settembre 2015***
MICKEY POV'S
Mi sveglio tra le braccia di Benji. Ieri dato che è rimasto anche a cena, si è fermato a dormire da noi e non ho resistito a stargli vicino fino all'ultimo momento. Questa mattina lui dovrà partire ed io, invece, dovrò cominciare scuola. Quindi ci svegliamo entrambi verso le 6.
"Buongiorno principessa mia" Dice Benji, dandomi un bacio sulla fronte. "Buongiorno anche a te, budino mio" Mormoro io, ancora assonnata. "Non voglio lasciarti andare di nuovo" Aggiunge con tono triste. "Devo andare a scuola e tu devi tornare a Modena" Spiego, cercando di trovare una spiegazione plausibile alla sua lamentela. Vorrei che fosse domenica così potrei riaddormentarmi fra le sue accoglienti braccia. Purtroppo oggi devo andare a scuola e non posso fare tardi il primo giorno. Tento di alzarmi, ma appena metto una gamba fuori dalle coperte e poggio il piede sul tappeto, Benji mi tira a sé e mi ricadere tra le sue braccia. "Benji..." Cerco di rimproverarlo, ma non ci riesco. È così adorabile e così dolce che non ce la faccio a trattarlo male. A questo punto, mi arrendo al suo volere e mi lascio coccolare da lui per altri cinque, dieci, quindici minuti. Finalmente, dopo vari tentativi, trovo la forza di alzarmi e di andare a prepararmi. Appena mi alzo io, subito Benji mi segue. Prendo i vestiti da indossare e apro la porta della mia camera. "Vai a fare la doccia?" Mi chiede il mio fidanzato, in un modo alquanto schietto. "Ma! Scusa eh! Che ti interessa a te?! E comunque sì, vado a farmi una doccia. Perché?" Domando io, tentando di sembrare infuriata, anche se dentro di me sono molto imbarazzata e penso che le mie guance abbiano confermato il mio stato d'animo, colorandosi di un rosso porpora. "Posso venire con te?" Chiede facendo una faccia da cucciolo. "Ma anche no!" Rispondo io. Questa volta non sono imbarazzata, sono incazzata. Che modi sono? Sa che a me non piacciono determinate cose e lui insiste su di esse. Me lo fa apposta. Nel bel mezzo della conversazione, che ormai stava andando un po' troppo oltre gli schemi, entra mia madre, dandoci il buongiorno "Buongiorno Benji! Mickey dai che è tardi!". Soddisfatta di non aver approfondito tale conversazione, giro i tacchi e vado a lavarmi. Appena finisco di vestirmi e di sistemarmi i capelli, scendi di sotto da mia madre e da Benji, che sta letteralmente divorando un cornetto con la Nutella. "Ehi! Stai maltrattando un cornetto!" Gli dico per scherzare. Lui, con la bocca piena e sporca di cioccolato, dice qualcosa in sua difesa, ma non riesco a capire cosa voglia dire. Mi pare che abbia detto 'Non lo sto maltrattando, gli sto solo per far fare un giro turistico nel mio stomaco'. Quel ragazzo ha seri problemi di mente. Per colazione, prendo anch'io un cornetto alla Nutella. Appena finisco di mangiare, prendo lo zaino e il cellulare ed esco di casa insieme a Benji. Sono le 8. Ci dirigiamo alla stazione, da lì tra circa quindici minuti, partirà il treno che il mio budino dovrà prendere per tornare a Modena. Io invece prenderò l'auto che mi porterà esattamente davanti alla mia nuova scuola. Appena entriamo, ci avviciniamo alla biglietteria per acquistare il biglietto. Dopo soli due minuti una voce annuncia che il treno per Modena è in partenza. Ho le lacrime agli occhi. Sento il cuore in gola e ho l'impressione che potrei piangere da un momento all'altro. Non ho più forze per fare niente. Riesco solo ad abbracciare Benji. Chissà tra quanto tempo lo rivedrò. Lascio andare il mio ragazzo e lo vedo salire sul treno. Si siede, sistema le valigie e si appiccica al finestrino per salutarmi. Rimango finché il treno scompare tra la nebbia mattutina. A quel punto, prendo l'auto per andare a scuola. Arrivo dopo circa 15 minuti. Sono le 8.30. Devo sbrigarmi, altrimenti farò tardi il 'primo giorno di scuola'. Come immaginavo, entro in classe che la lezione è già cominciata da cinque minuti... "Signorina Roncati, le sembra educazione arrivare tardi il suo primo giorno di scuola?" Dice la professoressa con tono severo. Tutti mi guardano, imbarazzata, rispondo "Mi scusi professoressa, ho avuto un impegno importante, le prometto che non accadrà più". Vedo in fondo all'aula un posto libero, accanto ad una ragazza che all'apparenza sembra una secchiona persa. Mentre mi sto dirigendo verso il mio banco, sento qualcuno parlarmi e ridermi alle spalle, ma lascio andare: non voglio rovinarmi la giornata. Il colmo arriva quando una ragazza mi fa uno sgambetto. Di conseguenza, cado a terra come un sacco di patate. Che imbarazzo! La mia vergogna aumenta non solo per il semplice fatto che tutti stanno ridendo di me, ma anche perché, appena mi rialzo, mi trovo faccia a faccia con un ragazzo piuttosto bello. Rossa in faccia, vado a sedermi immediatamente. Durante tutte le lezioni, non seguo le spiegazioni della professoressa, ma continuo a pensare a Benji. Chissà se ora sarà arrivato? Come sarà andato il viaggio? Spero bene. "Psss... Pssss..." A chiamarmi è la mia compagna di banco, che mi sta dando dei pizzichi sul braccio per distogliermi dai miei pensieri. "Che c'è?" Sussurro. Fa cenno con la testa, verso la cattedra e capisco che c'entra la prof. "Signorina, oggi non è dei suoi giorni migliori, stava seguendo la lezione?" Mi chiede la professoressa. Questa volta è davvero arrabbiata.
"Ehm... veramente..." Non riesco a rispondere, un po' per la vergogna, un po' perché non so che dire. Poi la prof aggiunge "Bene, Roncati in presidenza". Cerco di giustificare la mia distrazione "Ma professoressa guardi che...". "Niente ma o però. In presidenza!" Conclude lei infuriata. "Come vuole lei..." Mormoro pianissimo prima di uscire dalla classe. Appena percorro un intero corridoio, trovo una porta con su scritto 'presidenza'. Entro e saluto cordialmente il preside. Almeno cerco di non fare brutta figura davanti al preside. "Buongiorno signor Preside" Lo saluto io. "Buongiorno signorina Roncati, come mai già in presidenza? Cosa ha combinato?" Chiede lui perplesso. "Ecco... Sono arrivata in ritardo di cinque minuti a causa di problemi familiari e dato che stavo riflettendo su di essi, non sono stata attenta alle lezioni" Spiego io, cercando di fingere il più possibile. Il Preside prende un gran respiro e poi inizia "Bene... Per il ritardo basterà una giustificazione scritta e firmata da un genitore da presentare domani in classe. Per quanto riguarda il resto... Beh... Non so che dirle, deve seguire le lezioni, altrimenti a casa impiegherà il doppio del tempo per studiare. Questo è un consiglio che le do. Devo però ammettere che la professoressa di lettere che le è capitata è alquanto severa e pretende molto dai suoi alunni, nuovi o abituali che siano. Perciò lei cerchi di stare attenta alle lezioni e vedrà che la professoressa non si lamenterà ulteriormente. Con ciò concludo e le auguro un buon proseguimento di giornata signorina, arrivederci". "Arrivederci signor Preside" Dico io uscendo dal suo ufficio.
Andando verso la classe, qualcuno mi viene addosso. "Ho avuto la mia rivincita!" Dice ridendo il ragazzo con cui mi sono scontrata. Solo dopo averlo guardato negli occhi, lo riconosco. È il ragazzo che viene in classe con me, colui a cui sono inciampata davanti a causa di quella ragazza che mi ha fatto lo sgambetto. "Scusa per prima..." Dico roteando gli occhi. "Non ti preoccupare" Risponde lui tranquillo. "Sicuro?" Chiedo per sicurezza. "Sì, ma ora ci conviene ritornare in classe, altrimenti la professoressa ci manda in presidenza" Dice lui, prendendomi per un braccio e trascinandomi lungo il corridoio.
Entriamo prima io e poi lui, ma non contemporaneamente; altrimenti la professoressa si potrebbe arrabbiare ulteriormente. Finite le lezioni, mi dirigo verso la fermata e aspetto che arrivi l'autobus. Dopo cinque minuti, lo vedo arrivare e prendo il biglietto dal portafogli. L'auto si ferma, una ventina di persone si affollano davanti a me, quindi mi metto in fila per salire. Ci sono sole tre persone prima di me.
Aspetto che salgano loro e appena sto per salire, qualcuno mi prende per un braccio e mi fa quasi cadere. Per fortuna questa 'persona misteriosa' mi afferra subito per la vita, evitando di farmi fare una figuraccia davanti a tutti.BENJI POV'S
Arrivo a Modena verso le 11.
Torno a casa e faccio una doccia. Infine mi cambio i vestiti ed esco a fare una passeggiata. Decido di andare da Fede. Busso e dato che la porta è socchiusa, entro senza aspettare che qualcuno venga ad aprirmi. Vado in salotto e trovo Fede sdraiato sul divano a guardare la televisione. "Fratello! Come va?" Chiede lui. "Bene e te?" Chiedo io a mia volta. "Anche. Come sta Mickey?" Domanda ancora. "Lei sta bene, oggi ha cominciato la nuova scuola, ieri ci siamo divertiti un mondo insieme... Se solo si potesse tornare indietro nel tempo..." Rispondo speranzoso.
"Sono sicuro che prima o poi tornerà qui, magari appena finirà la scuola, ma tornerà: ne sono certo" Dice lui. "Ora sono più positivo, grazie Fede" Dico io scherzando. "Di niente, Ben" Conclude lui.SPAZIO DELLE AUTRICI
Scusateci se questo capitolo è poco più corto degli altri, ma credeteci, ce la stiamo mettendo tutta per portare avanti la storia. Come avrete intuito il giorno in cui pubblicheremo sarà il martedì e non più il lunedì.
Inoltre, potrebbero esserci possibili cambiamenti con il cast.
Detto questo, speriamo che il capitolo vi sia piaciuto.A presto
M & M ♥
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Uniti per sempre
FanfictionEmma, per la festa dei suoi 18 anni riceve un insolito regalo che le cambierà la vita per sempre. Benjamin e Federico, cantanti di 22 e 21 anni, sono stati chiamati ad esibirsi in un locale per animare il diciottesimo compleanno di una ragazza.