My craziness

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Mi chiamo Emma e odio la mia vita. Sin da quando ho memoria la mia vita è stata un continuo susseguirsi di insuccessi e fallimenti, i miei genitori non mi hann mai voluta, nessuno mi hai mai voluto bene e tutti pensano che io sia pazza...forse lo sono, ma la normalità è una questione di punti di vista.
Ho quindici anni e non ho mai avuto un amico, se non tutte quelle persone che seguono il mio blog, ho circa quattro milioni di visualizzazioni, ogni volta che torno a casa da scuola da ormai due anni passo il mio tempo libero ad aggiornare il blog e a rispondere alle mail dei fan, che sono veramente tante.

Quella mattina mi svegliai alla solita ora,troppo tardi. Non feci nemmeno colazione, mi vestì, mi sistemai i capelli e corsi fuori di casa, l'autobus stava per passare,per fortuna  non l'ho perso. Ovviamente non c'erano posti a sedere e dovetti restare in piedi, cercando di non cadere; il che si rivelò molto difficile poichè l'autista guidava uno schifo, era un fattone di nome Henry, di giorno guidava e di notte spacciava, spesso passava droga ai miei compagni di scuola.
Scesi assieme ad una cinquantina di persone, tutti venivano a scuola con me da tutto la vita, ma nessuno mi salutò, anzi mi guardarono tutti come disprezzo come per dire: "Ecco lei è la pazza"
Corsi all'armadietto e presi il mio libro di chimica, odiavo la chimica, ma se mi volevo diplomare e andarmene via da questo schifo di città dovevo studiare anche chimica.

"Hai sentito quel blog su tumblr?" disse una ragazza rossa poco lontano da me

"Certo ieri sono anche andata a vederlo, è proprio ben fatto. Non mi sorprende che abbia così tante visualizzazioni, chissà chi è l'autrice" disse l'altra accanto a lei

"Non so,però stando a quello che scrive dovrebbe venire da questa città"

"Allora, la conosciamo per forza" disse una terza ragazza:era lei,lei la stronza per eccellenza, il male in persona,Amber Riley. Il padre era il sindaco di questa città e l'uomo più facoltoso, possiedeva mezza città.Ovviamente la figlia era amata e temuta da tutti allo stesso tempo, le sue stesse migliori amiche dette anche Minions la temevano. Perchè io sapessi così tanti dettagli riguardo la sua vita?Tra tutti gli armadietti di tutta la scuola, a me doveva capitare quello accanto al suo.

"Pivella, buongiorno. Fatto i compiti?" disse lei, mentre si sistemava il trucco

non risposi

"Ti ho fatto una domanda?"

"Si, gli ho fatti i compiti, tieni ecco. Con i cuoricini sulle i proprio come piaccono a te" e le lanciai il foglio, chiusi violentemente l'armadietto e me ne andai

"Qualcuno ha le sue cose" mi disse

non risposi nemmeno a questo, la odiavo.
Sapevo che non mi sarei liberata di lei, avevamo quasi tutte le ore insieme.

-Emma, vieni nel mio ufficio. Ho già parlato con il tuo professore. M.D.-

Era il mio docente tutor, che mi aveva appena salvato da una noiosissima lezione di chimica. Il suo ufficio si trovava nel corridoio nord, vicino agli uffici burocratici.
Mi fece sedere e tirò fuori quell'odiosa cartellina che mi riguardava e cominciò a leggere

"Studi sociali: A, Inglese: A+, Lingue straniere A+, Matematica B+, Chimica B, Scienze A-. Emma c'è un problema nel tuo curriculum, non fai materie artistiche e nemmeno un'attivita extrascolastica. Tu meriti di entrare in una grande università perciò devi fare qualche materia artistica o un club extrascolastico"

"Professore ma..."

"Lo so, che quest'idea non ti piace. Però lo scorso anno facevi Arte e partecipavi ad alcuni club extrascolastici"

"Il corso di Arte l'ho abbandonato a metà anno, i club pure"

"Lo so, ma non mi spiego il perchè . Se c'è stato qualche episodio di bullismo verso di te da parte di altri compagni me lo devi dire"

"Professore non è quello..."

"Emma qualunque siano le tue ragioni, devi farlo. Ti ho reinserito nel corso di Arte, e per i club ho compilato una lista che ti potrebbe interessare" , mi porse un foglio scritto ordinatamente.

"Avete fatto questo per me..."

"Emma so che hai dei problemi a casa, tutti i tuoi insegnanti lo sanno. Potresti parlarne con qualcuno?"

"Mai, e scusatemi ma ora devo andare sono in ritrardo"

Uscì dall'ufficio, con la lista in mano, accartocciai quel foglio cercando di trattenere le lacrime. Potevo fare solo una cosa in quel momento, andai nel ripostiglio del bidello presi il tablet e aggiornai il mio blog.

-Buongiorno a tutti, vi scrivo direttamente dal luogo più brutto del mondo: la Jefferson High School. La scuola con i professori,bidelli o chiunque altro abbia competenze professionali più ciechi del mondo. Sapete perchè? Nesssuno si è mai accorto di quanto bullismo gira tra i nostri corridoio, di come i nerd vengano umiliati davanti a tutti, di come i cosidetti popolari calpestino la libertà delle nullità...che schifo è?

Oggi il mio docente tutor mi ha detto che devo ritornare a frequentare minimo un club e il corso di arte, che avevo abbandoato lo scorso anno a causa del bullismo, lo stesso per i due club a cui ero iscritta, ma ovviamente nessuno se n'è mai accorto o chi se n'è accorto ha fatto finta di non vedere niente, che schifo...
E un'altra cosa Amber Riley solo perchè sei la figlia del sindaco non sei esonerata dallo studiare.

Ora devo ritornare lì in quell'aula...ad essere umiliata, ignorata e disprezzata da tutti

E-

Pubblicai il pezzo e uscì dalla classe, temendo quale sarebbe stata la reazione di Amber se lo avesse letto. Uscita dal ripostiglio sentì un urlo provenire dalla mensa, era Amber

"Brutta troia... io la ammazzo" la sentì dire

"TROIETTA DI MERDA, A CHI HAI RIVELATO IL NOSTRO SEGRETO..." mi attaccò davanti a tutti

"Non ho fatto niente, e se ti può far sentire più sicura non era un segreto. Tutta la scuola ne era al corrente, quindi qualsasi persona in questa sala può averlo detto." le dissi e me ne andai

Scappai via, probabilmente adesso uno dei suoi minios mi avrebbe picchiata, corsi in bagno e mi nascosi sentì dei passi

"Emma, sono io"

Era lui,l'unico di cui mi fidavo,uscì dal mio nascondiglio, era davanti a me. Si avvcinò a me e comiciò a picchiarmi mi insultò così tanto che persi il conto delle volte in cui la parola "troia" uscì dalla sua bocca.

"Non meriti di vivere."

"Sei solo una troia che vuole tutte le attenzioni su di se"

"Sempre a fare la vittima stai..."

Avevo così tante ferite che probabilmete sarei morta in quello stupido bagno,mi lasciò sola in una pozza di sangue.
Non so come ne perchè, ne sotto quale buona stella ero quel giorno. Ma poco dopo davanti al bagno passò qualcuno, che forse mi sentì piangere oppure voleva solo fumare in un bagno che non usava nessuno.

Era biondo, non molto alto i suoi occhi erano chiari, aveva il viso un'pò paffuto ed era il viso più dolce del mondo, mi disse qualcosa riguardo il restare con lui e di non chiudere gli occhi, che la vita mi avrebbe sorriso di nuovo. Mentre tutto stava per finire, mi prese tra le sue braccia, per un momento mi sentì rivivere, quel calore che emanavano i nostri corpi aveva un qualcosa che non aveva mai sentito.

Poi però tutto divenne nero e confuso, ombre che parlavano e imprecavano e poi quando fu calmo mi svegliai.
Ero in una stanza bianca,era quasi del tutto vuota tranne per la figura chinata sulla sedia,aveva le cuffie e non sapevo chi fosse.
Poi tolse gli occhi dal telefono e vide che ero sveglia

"Ti sei sveglita" disse dolcemente

"Che cosa mi è successo?"

"Non ricordi...beh forse e meglio così.Ti hanno quasi uccisa"
Ricordai tutto, e per un momento risentì tutto il dolore che avevo provato, stavo per avere un mancamento e lui lo notò,nessuno lo aveva mai notato.

"Tieni dell'acqua, vado a chiamare i medici"

Poco dopo tornò con un infermiera, che aveva una cartellina in mano. Se ne stava per andare, poi si fermò e disse: "Comunque io sono Martin, dell'armadietto 205".


Superhero-Martin GarrixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora