Capitolo 43

7.2K 479 99
                                    

Dopo la cena della sera stessa in cui ero tornata alla Caramell Manor, tutta la famiglia si diresse verso il grande salotto al terzo piano.

Rimasi qualche passo più indietro dei miei familiari per poter osservare e immortalare quel momento nella mia memoria.
Tutti chiacchieravano, scherzavano e ridevano tra loro.
Sorrisi tra me e me.

Chi avrei dovuto ringraziare nel corso della mia vita per quella meravigliosa famiglia che mi era stata donata?

Stefano si girò un attimo per cercarmi.
Mi rivolse un piccolo sorriso piegando leggermente la testa come a chiedermi cosa non andasse.
Scossi leggermente la testa sorridendogli.
Mio cugino si fermò aspettandomi.

"Lo sai vero che per me sei come una piccola sorella?"
"Lo so." Risposi convinta
Si chinò leggermente per lasciarmi un piccolo bacio sulla fronte.

Salita l'ultima rampa di scale, percorremmo il lungo corridoio che portava al grande salotto.

Era un luogo molto luminoso.
Essendo una stanza dell'ultimo piano, era stata progettata, come tutte le altre di quel piano, con degli alti soffitti e delle grandi finestre che, aprendosi, portavano al terrazzo coperto.
Di giorno era completamente illuminata dalla luce solare.

L'ambiente era collegato al corridoio tramite due porte a doppia anta: una centrale e l'altra sul lato destro.
Proprio di fronte alla porta centrale era stato posizionato il pianoforte nero a coda, e tutto intorno vi erano stati dislocati dei grandi divani bianchi che arrivavano fino all'altra porta.

Come tutto il resto della casa, il salotto era una stanza molto grande; d'altronde doveva poter ospitare come minimo quindici persone.

Sul lato sinistro della porta centrale invece era stata posizionata una grande libreria a parete dove si potevano consultare centinaia di libri di temi e generi diversi.

Proprio sulla parete sinistra si poteva scorgere il grande camino bianco.
Il fuoco riusciva a scaldare l'intera sala.

Entrando, proprio a destra del camino, vidi un grande abete spoglio di qualsiasi decorazione natalizia.

"Diamoci da fare!" Esclamai entusiasta gettandomi a capofitto con le mani nel grande scatolone stracolmo di gingilli natalizi che era stato lasciato vicino al pianoforte.

Tutti iniziarono a prendere dalla scatola le varie confezioni che racchiudevano le palline di vetro soffiato.

Piano piano l'albero iniziò a riempirsi, dapprima di semplici palle argentate e palle rosse, poi di stelle, fiocchi di neve bianchi, candele e ghiaccioli che la mamma aveva creato con l'aiuto della magia.

Dopo aver avuto il permesso del nonno, iniziai a creare della neve che andava a depositarsi su alcuni rami rimasti più spogli di altri.

Tornai allo scatolone per prendere l'ultima ma fondamentale decorazione, la stella.

Tirai fuori il suo imballaggio che la proteggeva da eventuali urti.
Era la punta perfetta per quell'albero: sottile ma lunga, sembrava protendersi verso il cielo, come una stella cadente.

Feci per girarmi, ma qualcosa attirò la mia attenzione bloccandomi.
Mi chinai di nuovo verso l'interno dell'alto scatolone prendendo poi una scatola di plastica trasparente che racchiudeva delle grandi palle di Natale altrettanto trasparenti.

La stella nell'oscurità||Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora