13. Falling Fast

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"You came by without a warning.
You put a smile on my face:
I want that for every morning".

Certe volte mi veniva da domandarmi cosa succeda effettivamente quando si decide che si è innamorati di qualcuno. Voglio dire, come mai, all'improvviso, una persona si dimentica che ne esistono altri miliardi in questo mondo che respirano la sua stessa aria? Okay, la maggior parte di queste infinite sequenze di numeri saranno bambini, anziani, o persone troppo vecchie per quella in questione. Ma, che cavolo, secondo quale criterio si sceglie qualcuno e si stabilisce di essere innamorato di quel qualcuno, se, magari il giorno successivo, o quello dopo ancora, si potrebbe incontrare la propria anima gemella? Non so se rendo l'idea. Quello che seguitavo a chiedermi era come si facesse a dire con certezza di essere completamente legati a qualcuno così indissolubilmente, da scordarsi apparentemente delle altre migliaia e migliaia di individui che popolano questo mondo, e, perché no, l'universo. Eppure io ero una di quelle. Avevo stabilito di getto di essermi innamorata di Peter Poole, senza rifletterci neanche per più di qualche secondo, perché lo sapevo: non so spiegare come, né perché, né come sia successo, fatto sta che ero più che convinta del fatto che non ci sarebbe mai potuto essere nessun altro se non lui. Ed era assurdo, per di più. Sapevo che lo era. Ed è impensabile credere che non lo fosse. Lo conoscevo da, quanto? Da più di due settimane? E come potevo dire di essere già completamente cotta di lui? Perché mi sembrava di conoscerlo da una vita, perché mi mandava fuori di testa, perché mi faceva ammattire, e il più delle volte non lo sopportavo per niente, però non riuscivo a vedermi senza di lui. Ed è una cosa stupida, ma è l'amore a essere una cosa stupida, se proprio devo dirlo. Abbindola e rincitrullisce le persone, per poi fare in modo che agiscano in modi folli e impensabili. Ma, nonostante tutto, io ci credevo. Credevo davvero nel vero amore. Non avrei saputo dire se Peter poteva essere "quello giusto", ma certamente ci si avvicinava parecchio. Una cosa in cui non credevo è la suddetta anima gemella. E non credevo neppure nel "Ti lascio perché ti amo troppo". Sinceramente non credevo nemmeno nel "Ti amo". Sono parole buttate al vento, promesse verbali che sugellano... cosa, esattamente? Tanto alla fine si lasciano tutti. O accade qualcosa di brutto. Quindi, sì, nella mia mente a dir poco complessa funzionava così: credevo all'amore, ma non al "Ti amo"; ai gesti, ma non alle false garanzie. Perché sono le parole, sempre e solo le parole, dannazione, che rovinano (cavolo, c'è chi si fida ciecamente di quelle). È il dare per scontate le piccole cose. E poi è tutto un susseguirsi di lacrime versate, cuori spezzati e conversazioni cancellate. Al giorno d'oggi un messaggino conta più di una serata cinema, accoccolati sotto un plaid, a scaldarsi a vicenda con il calore corporeo reciproco. Scusami, ogni tanto divago. Tanto per tornare a dov'ero rimasta... Non ero a conoscenza di quanto tempo fosse trascorso, nel mentre ero rimasta aggrappata a Peter come se fosse davvero stato la mia ancora di salvezza. Seppure io non abbia mai capito perché si dica così, visto che l'ancora non salva, ma uccide, perché, se affonda, porta tutto con sé. Ripensandoci, forse la definizione non era del tutto inappropriata. Mi allontanai lentamente da lui, percependo immediatamente l'assenza di calore che il suo corpo infondeva al mio. Lui rimosse altrettanto lentamente una mano dai miei capelli e l'altra dalla mia schiena, e le portò lungo i fianchi. Sollevai lo sguardo e incontrai i suoi occhi, che mi stavano osservando curiosi, incerti e dubbiosi. E, mentre i miei invocavano aiuto, i suoi cercavano disperatamente di cogliere quella richiesta silenziosa. Fui io la prima a prendere parola.

"Per favore, ho bisogno che tu mi faccia una promessa" mormorai, con gli occhi fissi nei suoi, la voce ancora rauca a causa del pianto di poco prima.

Aggrottò le sopracciglia e piegò leggermente la testa di lato, deglutendo. In quell'espressione colsi un tacito invito a proseguire.

"Qualsiasi cosa succeda, qualsiasi, Peter, devi assicurarmi che mi proteggerai" affermai, con la massima serietà di cui ero capace.

Schiuse leggermente le labbra e il suo viso si rilassò, anche se era ancora presente qualche traccia di confusione. E chi non sarebbe stato confuso, dopo una richiesta del genere? Tirata fuori dal nulla, per di più.

Celeste - La miglior cosa che non ho mai avutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora