27. Army

14.9K 587 154
                                    

"I know that I've been messed up.
You never let me give up. All the
Nights and the fights, and the
Break-ups, you're
Always there to call up".

Con la calca che esplodeva in un boato di applausi, con Carl che continuava a parlarmi seppure io non lo stessi ascoltando, con l'odore di chiuso, sudore e alcool che aleggiava in quel posto, io ero completamente altrove. Mi chiedevo cosa avrei dovuto fare, cosa sarebbe stato giusto che facessi, cosa avrei dovuto evitare di dire e cosa invece avrei dovuto dire. La testa mi stava scoppiando, e nemmeno me ne accorsi, quando dalle casse partì un'altra melodia, e quando Ryan cominciò a cantare. Né mi accorsi di quanto la sua voce risultasse così diversa da quella di Peter, che mi faceva tutto un altro effetto. Ma era lui a farmi tutt'altro effetto. Era così da sempre, e all'epoca credevo che così sarebbe stato fino alla fine dei tempi. Ma l'inverno diventa primavera, la tempesta arcobaleno, e il bruco una farfalla. Quindi dovevo farla finita e dovevo parlargli, perché il tenermi tutto dentro mi stava facendo ammattire. Così, con l'alcool ormai in circolo dentro di me, estrassi da una tasca posteriore dei jeans una banconota da dieci dollari, che lasciai a Carl sul bancone, e mi diressi nuovamente verso il nostro tavolo. Peter non c'era, ma non era nemmeno sul palco, quindi dedussi che si sarebbe fatto vivo a momenti. Non c'era neanche Brandon, ma non potei che essere sollevata per quella constatazione. Peccato non si potesse dire lo stesso di Lindsay. Se non fossi stata così concentrata su me stessa e su quello che vorticava nella mia mente e che avrei poi detto a Peter, forse mi sarei anche resa conto del fatto che stesse piangendo, che c'era qualcosa che non andava, e che Mike le corse immediatamente dietro, quando lei si alzò frettolosamente e annunciò di aver bisogno del bagno.

"Peter, so che sei tu quel bambino" suonava troppo affrettato e diretto.

"Peter, dobbiamo parlare" presagiva una catastrofe.

"Perché mi hai mentito?" era troppo accusatorio.

Questo era tutto ciò a cui ero capace di pensare e su cui ero capace di concentrarmi in quel momento. E grugnii, frustrata, quando realizzai che non sapevo cosa dirgli, da dove cominciare, e che la situazione era decisamente più complessa di come mi sarei augurata. Presi in mano un tovagliolo di carta e iniziai a spezzettarlo in piccoli pezzi, provando in qualche modo ad attutire l'ansia e l'agitazione. Sollevai lo sguardo, quando vidi con la coda dell'occhio qualcuno prendere posto di fronte a me. Era Ryan, gasato, sudato e felice. Mi domandai quanto tempo fosse effettivamente passato da quando mi ero chiusa in me stessa. Il palchetto era vuoto, ormai, e di Peter non c'era ancora l'ombra. Quello che non sapevo era che dovevo augurarmi che ci fosse, invece di sperare il contrario, perché tutto sarebbe stato meglio di fare quella chiacchierata cuore a cuore con Ryan, che rovinò ogni cosa nel giro di qualche minuto.

"Ti è piaciuta?" si informò, sinceramente interessato, facendomi smettere di scervellarmi e di torturare quel povero e innocente fazzoletto.

Lo guardai in viso, e non sembravano esserci doppi fini dietro quella domanda, solo un semplice e onesto interessamento. Prima ancora che potessi elaborare una risposta, lui riprese a parlare, sconcertandomi con sole poche parole buttate lì a caso.

"Peter non era del tutto convinto, ma secondo me, invece, con le mie modifiche è molto meglio" si vantò, ridacchiando e prendendo un sorso di Coca Cola dal bicchiere semivuoto che Mike aveva lasciato sul tavolo.

Mi si bloccò per un attimo il respiro, e, per un secondo, il mio cuore smise di battere.

"Modifiche?" mormorai, con un filo di voce, pregando tutti i santi del cielo di aver capito male.

"Tutta la parte finale è opera mia" attestò, terminando la bevanda e poggiando il bicchiere ormai vuoto e ricolmo solo di ghiaccio freddo sul tavolo.

"Ah" fu tutto quello che riuscii a proferire, deglutendo per mandare giù l'orrendo groppo che mi si era formato in gola.

Celeste - La miglior cosa che non ho mai avutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora