Il tutto durò giusto una manciata di secondi dove Fedez sentì il sangue ribollire nelle vene, ogni timore sparire e proprio quando decise di abbandonarsi a pieno a tutte quelle sensazione meravigliosamente spaventose, portando le mani alla vita stretta di Mika, quello ruppe il contatto tra loro, lasciandogli una sensazione di vuoto sulle labbra e il cuore battere forsennato nel petto.
"Hai visto?" rise quindi l'uomo "you are sexy"•••
Due Mesi Dopo"È meglio se resti qui questa notte. Non mi sembri nemmeno nelle condizioni di arrivare alla porta..."
Ricevette in risposta solo un mugolio.J-Ax non giudicava.
Credeva fermamente che ognuno potesse fare ciò che volesse della propria vita, ma negli occhi di Fedez, di vita non ne vedeva proprio.
Solo quella settimana era già la terza volta che il ragazzo passava la notte riverso sul suo tavolo della cucina perché troppo sbronzo anche solo per arrivare alla porta senza inciampare nei suoi piedi, figurarsi se lo avesse lasciato da solo o in compagnia di un Taxista.
A casa non ci sarebbe proprio arrivato, o almeno non con tutto al proprio posto.
Che cazzo,erano solo a venerdì.
Lo guardò, leggermente impietosito, valutando l'ipotesi di trascinarlo almeno fino al divano, ma lasciò perdere, decidendo di prendersi lui il posto.
Aveva provato a instaurare un qualche sorta di dialogo con Federico per capire il perché di tutte quelle spiacevoli serate che di susseguivano da circa un mese ormai, ma non aveva cavato fuori un ragno dal buco.
Per quanto volesse bene al ragazzo si stava stufando di quel circolo ripetitivo.
Non che avesse già provato a sbatterlo fuori di casa sua a calci in culo parliamoci chiaro, lo aveva fatto, eccome se lo aveva fatto. Gli aveva urlato contro che casa sua non era una fottuta osteria e che se voleva mettere nuovamente piede lì, doveva farlo da sobrio.
Aveva visto la faccia dell'amico solo una settimana dopo, su una di quelle merdose riviste scandalistiche utili solo a farsi i cazzi altrui, con sopra alla sua foto a caratteri cubitali la scritta "21 Grammi : di che tipo di felicità stiamo parlando?"
Decise quindi che se proprio doveva farsi del male, che almeno lo facesse in sicurezza.La cosa che percepì ancora prima di svegliarsi, furono i mille aghi che gli trafiggevano il cervello, effetto di tutto il veleno che aveva fatto fuori la sera prima e con molta probabilità gli aveva corroso lo stomaco.
Sollevò la testa dal ripiano su cui era poggiata, sentendo collo e schiena indolenziti e la faccia ancora appiattita dalla dormita sul tavolo di Alessandro.
Udì qualcosa che venirgli poggiato di fronte e fece per aprire gli occhi quando la luce del tardo mattino lo investì in pieno facendolo a richiuderli e protestare infastidito. L'alito della bocca ancora impastata di sonno gli fece salire un conato di vomito che si costrinse a mandare giù perché certo che Ax non sarebbe stato felice di vederlo sboccare sul suo tavolo un altra volta.
Aspettò qualche secondo prima di provare ad aprire gli occhi per la seconda volta, con maggior successo e trovarsi davanti un bicchiere d'acqua fresca e un'aspirina.
Biascicò qualcosa che doveva dover suonare come un grazie, ma che nemmeno alle sue orecchie pareva tale. Non ricevette nessuna risposta nonostante percepisse lo sguardo di J alle sue spalle.
Mando giù la sua colazione, sperando di non rigettare la pasticca prima che facesse effetto.
Si sentì una merda e gli venne nuovamente da piangere, si alzò piano dalla sedia, la vista appannata e il viso basso per nascondere le lacrimale che uscivano copiose e si girò, afferrando la giacca sul divano, fece per andarsene ma proprio prima di uscire dalla porta urtò una bottiglia che si ruppe infrangendosi in mille di piccole schegge di vetro.
Scosso si voltò per abbassarsi a raccogliere i cocci alle sue spalle ma nel farlo incrociò lo sguardo di Alessandro e allora crollò lasciandosi andare.
Non resistette e pianse, pianse disperatamente fino a farsi mancare l'aria, sino a prosciugare anche l'ultima lacrima che sino a quel momento aveva trattenuto, sino a quando il suo corpo si mise a tremare, la sua gola prese a bruciare e consumò anche l'ultimo sussurro che gli era rimasto incastrato in gola.
"Lo amo"•••
Due mesi primaErano passati cinque giorni dal loro bacio, ma Fedez ci pensava ancora.
Mika il giorno dopo si era scusato con lui, chiedendo di perdonarlo perché ubriaco e lui aveva sdrammatizzato il tutto dicendo che si era sempre chiesto se i gay lo avessero mai potuto trovare interessante, in risposta aveva ottenuto solo uno sguardo pervertito, terribilmente tipico di lui.
Dopo quel piccolo dialogo non ne avevano più parlato, ignorando completamente l'accaduto ma la verità era che Federico ci pensava ancora e aveva paura.
Si paura.
Era terrorizzato , perché si scoperto spesso a guardare le labbra di Michael o ad osservare le movenza delle sue mani, così grandi e affusolate e a pensare a come sarebbe stato riavere nuovamente l'amico premuto contro.
Arrivato a quel punto si fermava ogni volta, perché davvero, non sapeva come avrebbe reagito se tutto quello si fosse ripetuto una seconda volta. Non lo sapeva cosa avrebbe dovuto fare.
Aprì piano la porta della stanza di Mika. Erano le 6.00 del mattino quindi il ragazzo inglese stava ancora dormendo, mentre lui... Lui erano almeno un paio di giorni che si fermava davanti alla porta di Michael a guardarlo dormire, perché non riusciva a restare a letto a girarsi e rigirarsi perché non riusciva a chiudere occhio.
Ogni volta che lo faceva, gli pareva di sentire due labbra fini sulle sue.
Sta di fatto che ora era nuovamente lì a guardare il ragazzo riccio avvolto nelle coperte candide.
Fedez aveva notato che dormiva sempre dal lato destro del letto, mente il sinistro rimaneva quasi interamente intatto, come se l'uomo dormisse sempre e unicamente al bordo di un lato del letto, per non arrischiarsi di sfiorare l'altro.
Il lato di Andy.
Lo guardò ancora per un paio di secondi, prima di sentirsi leggermente un guardone, non aveva pensato a quanto la cosa potesse mettere in soggezione l'altro se si fosse svegliato. Si voltò di spalle pronto ad andarsene.
"Federico?"
Fu appena un sussurro ma lo sentì chiaramente.
Si girò e incrociò lo sguardo scuro e assonnato del cantante, che lo guardava leggermente confuso e con i ricci arruffati dalla nottata di sonno.
Un brivido gli percorse la schiena e non era dovuto, almeno non del tutto, al fatto di essere stato sorpreso.
"Non...riuscivo a dormire"
Ed era vero in fondo.
Mika allungò un braccio, accarezzando lentamente il materasso accanto a se.
"Come here"
Titubante, sebbene desideroso di distendersi accanto a lui, fece un unico passo avanti.
"Sei sicuro?"
"Si, ora viene qua"
Velocemente, forse giusto un po troppo, Federico si mise accanto a Michael, sotto le coperte. In fretta, sperando che il suo gesto passasse inosservato si sporse verso il viso dell'uomo, poggiando un bacio leggero sulla sua guancia, per poi tornare dov'era, non arrischiandosi nemmeno per errore a sfiorare il corpo dell'altro.
Nel sentirlo rigido accanto a se, probabilmente per il gesto appena compiuto,Fedez si atterrì, desiderando di venir soffocato da tutte quelle coperte.
Desiderio che scomparve non appena si trovò stretto da un paio di braccia lunghe e pallide e con una testa riccioluta posata sul petto.
Conscio che l'altro non potesse vederlo lasciò che sulle sue labbra si disegnasse un largo ed imbarazzante sorriso.
Si diede dello stupido perché sul serio non poteva un gesto tanto piccolo farlo sentire così bene.
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Angolino di Lex.
Okay, non linciatemi che se mi uccidete non avrete mai la fine della storia!
Bene... Suppongo di avervi convinto ...
Okay,scherzi a parte, sono contenta di ciò che ho scritto e spero piaccia anche a voi!
Mandiamo tutti un abbraccio a Fedez, che credo ne abbia bisogno.
<3
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It would be too late to let you go.
FanfictionX-Factor9 è finito e dovrebbero così iniziare i suoi tanto attesi sei mesi di ripresa alla vita normale che aspetta per tornare ad essere semplicemente Federico. Solo pochi giorni prima ha abbracciato Mika, augurandogli buon viaggio con un sorriso...