I'll call you later.

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Quando Federico si era svegliato quella mattina era solo, il letto vuoto e le lenzuola sfatte.
Il sole si era fatto strada tra la coltre di nubi grigie che lo coprivano, sino a giungere tenue ad illuminare l'interno della stanza.
Allungò un braccio facendo scorrere il palmo aperto sul materasso sino a spingersi nel punto accanto al suo dove avrebbe dovuto trovarsi Michael.
Con un sorriso si accorse che il lato al suo fianco era ancora tiepido.
Si sistemò meglio nel letto, sdraiandosi a stella osservando il soffitto per alcuni secondi, il volto rilassato.
Sentiva la voce di Mika attraversare la porta socchiusa e giungere sino a lui.
Stava parlando animatamente in inglese, ridendo con qualcuno che doveva trovarsi dall'altro capo d'un cellulare.
Con calma scese dal matrimoniale ed entrò nel bagno personale di Mika, aprendo l'acqua della doccia e facendo  scorrere l'acqua, mentre si sfilava i boxer e li abbandonava al suolo.
All'interno del box c'erano diversi tipi di prodotti per corpo e capelli, diversi tipi di shampoo e balsamo e idratanti, tutti oggetti di Mika. Fece per prendere un flacone a caso dal ripiano e quando fece per versarsi un po di  bagnoschiuma al Frutto Della Passione sulla mano, si fermò.
Era nella doccia di Michael.
Cavoli...
Sembrava una stupidaggine, ma la vedeva come una cosa così personale...
Forse avrebbe dovuto chiedere prima di usare uno di quei flaconi. Avrebbe potuto infastidirlo o peggio, avrebbe potuto sceglierne per sbaglio uno che era solito usare Andreas.
Forse sarebbe dovuto tornare in camera e pescare il suo dal borsone.
'Fanculo, pensò poi, Mika gli aveva fatto un pompino, era in un qualche modo un lasciapassare per uno stupido bagnoschiuma no?
Si.
Dio, quante cazzo di paranoie.
Si sarebbe volentieri picchiato da solo.
Alla fine, cercando di gocciolare il meno possibile, si allungò fuori dal box ad afferrare il sapone posto sul lavandino e si lavò con quello, resistendo all'impulso si autolesionarsi sciaquandosi gli occhi con la schiuma per punirsi della sua idiozia.
Uscito dalla doccia, si asciugò e si legò un asciugamano in vita.
Si fermò davanti al grande specchio appannato, passandoci sopra una mano affinché potesse guardare il proprio riflesso. Il ragazzo nello specchio era un Federico che non vedeva da tanto, rilassato e con un sorrisetto idiota sulle labbra.
Compiaciuto, notò che camuffate tra i vari tatuaggi colorati, c'erano delle zone di pelle arrossata, memorie della notte precedente. Sempre sorridente sgattaiolò sino in camera sua dove si infilò un paio di boxer e dei pantaloni della tuta e quando un brivido freddo gli percorse le spalle anche una felpa che, decise,  avrebbe lasciato aperta affinché si potesse notare il suo torso tatuato. Così, tanto perché gli andava insomma.
All'ultimo afferrò la sua  fidata sigaretta elettronica e si avviò in cucina, da dove veniva la voce allegra di Michael.
Quando entrando in cucina l'altro gli scoccò un sorriso e una poco discreta ma lusinghiera occhiata al petto glabro e Fedez fece il possibile per non sembrare troppo un galletto compiaciuto.
Intanto che la persona dall'altro capo del telefono sembrava intrattenere un lungo monologo, il riccio gli si avvicinò, facendo scorrere piano la punta delle dita sul suo ventre per soffermarsi poi sul bordo dei pantaloni, tirandoli appena verso il basso ed unendo le loro labbra in un bacio fugace che però fu subito approfondito da Federico che gli trattenne il capo per non permettergli di allontanarsi.
A un certo punto però incontrò resistenza, segno che qualcuno da qualche parte stesse aspettando una risposta che tardava ad arrivare.
Gli lasciò le labbra e si avvicinò alla finestra della cucina aprendola e portandosi al sigaretta alle labbra, ridacchiando nel sentire Mika scusarsi al telefono.
Chiunque fosse la persona in questione, a Fedez non piaceva, gli stava rubando la scena. Era sicuramente più di mezzora che i due erano al telefono a ridacchiare era ora che la telefonata terminasse, no?
Rilasciò una boccata di vapore prima di tornare verso il suo uomo.
Ringraziò il celo che quello fosse seduto, in un modo un po scomposto, sullo sgabello e che ciò gli facilitasse le cose rendendolo piuttosto alla sua portata.
Fece scorrere i palmi sulle sue gambe facendoli scorrere su e giù  carezzevoli e avvicinandosi un paio di volte in modo pericoloso all'inguine dell'altro che , quando questo accadeva, si irrigidiva mandandogli occhiatacce ammonitrici da sotto le lunghe ciglia scure. 
Gli afferò quindi le ginocchia, divaricandogli le lunghe gambe in modo da ricavarsi un po di spazio nel mezzo per poi farsi strada sotto la maglia leggera del pigiama, disegnando ghirigori immaginari  sul suo ventre candido.
Ora che ci faceva caso, Michael aveva ancora gli stessi indumenti che aveva usato per dormire e i suoi ricci erano tutti arruffati.
Accarezzò la vita stretta che stringeva, prima di chinarsi a baciare la pelle pallida ed esposta del collo che l'altro istintivamente inclinò per facilitargli il tutto.
Una delle sue mani si abbassò, andando a posarsi esattamente sul inguine di Mika. Poteva benissimo immaginare l'espressione sorpresa dell'altro, gli occhi sgranati e le labbra a formare una perfetta 'o' sorpresa.
Ora, aveva posato  mano proprio lì, ma non aveva idea di cosa fare. O meglio si che c'è l'aveva. Anche lui aveva un pene ed un pene rimaneva tale anche su un alto individuo no? Sapeva cosa piaceva o meno.
Cercando di apparire il più convinto possibile, prese a massaggiare, sperando che qualcosa lì sotto si risvegliasse nell'altro e quando un sospiro gli giunse alle orecchie sorrise fiducioso nella riuscita del suo intento.
Spostò le proprie labbra dal collo per poter fare un tiro di sigaretta prima di posarle sulle labbra dell'altro e catturarle in un bacio lasciando andare il fumo al loro interno.
Preso alla sprovvista quello tossì infastiditi e lui ridacchiò quando lo sentì ragguagliare qualcuno dall'altro lato del telefono, una donna, e quando ricevette un pizzicotto nel fianco, ma nonostante ciò continuò a  baciare e mordere quelle labbra rendendo arduo a Mika riuscire a rispondere adeguatamente al proprio interlocutore.
Insuinò poi la testa nell'incavo del collo affinché potesse evitare di incrociatore i loro sguardi -così che l'altro non vedesse il rossore sulle sue guance - e facendosi coraggio insinuò una mano oltre il bordo del pigiama, sentendo l'erezione di Mika prendere forma.
"Fede, per favore, fer-...!"
Incurante delle suppliche dell'altro, afferrò con più convinzione l'asta quasi completamente eretta percorrendola sino in cima, accarezzando poi delicatamente r strategicamente il glande.
"Okay, basta... Sorry mom, I'll call you later!"















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Angolino di Lex.
Si, li so, è quasi una settimana che non mi faccio sentire, non lapidatemi ok?
Inizio col dire, che probabilmente nei prossimi capitoli ci sarà molto sesso e molto fluff in stile "calma prima della tempesta" tempesta che vi eta stata già anticipata, quindi teoricamente non è spoiler.
Vi lascio con un bacio.
Alla prossima.
Lex.

It would be too late to let you go.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora