Warning! Cigarette are addictive. -Pt.1

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Si rigirò la sigaretta accesa tra le mani, osservandola nostalgico prima di portarla alle labbra e aspirare un lungo tiro che gli riempisse i polmoni e che lo uccidesse piano.
Era nauseante.
Quel sorriso.
Quella voce.
Quel tocco.
Non riusciva a sopportare nessuna di quelle cose.
Continuava a sorridergli, parlargli e toccarlo come se nulla fosse accaduto e questo non riusciva a sopportarlo.
La sua vita era cambiata, tutto era cambiato, inutile fingere il contrario.
Seduto sul divano, raggomitolato, sentiva la continua voce di Andreas fare da sottofondo all'ennesima giornata di merda.
La testa gli doleva e riusciva a tenere a stento aperti gli occhi.
Osservò il fumo disperdersi tra le mura del salotto e sorrise.
Percepì il divano abbassarsi sotto il peso di un altro corpo.
"Credevo di averti chiesto di smetterla"
Si, lo aveva fatto, esattamente una settimana fa, quando aveva trovato il pacchetto di Camel.
Erano circa due settimane che Andreas era tornato a casa, e circa due settimane che Michael gli aveva chiesto di andarsene.
Inizialmente avevano urlato, molto e lanciato oggetti anche, ma a nulla era servito. Ora quindi stava aspettando,in silenzio, che se ne andasse, che il problema sparisse da solo.
L'uomo stava cercando di rimettere apposto il loro rapporto, tentando di essere presente nelle piccole cose e lasciandogli il suo spazio in altre. Non aveva mai tentato di sfiorarlo oltre un leggero tocco sulla spalla, sulle mani o la vita. Mai aveva tentato di baciarlo o solamente abbracciarlo visto come Michael si irrigidiva anche solamente ai piccoli tocchi.
Avrebbe voluto, avrebbe seriamente voluto, poter amare ancora Andy e il sorriso fiducioso che gli mostrava ogni qual volta che si parlavano, ma proprio non ci riusciva.
Si sentiva una persona orribile e cattiva, perché sapeva che l'altro era buono e lo amava e non era la prima volta che Michael lo trattava a questo modo. Si erano già lasciati, quella volta si era pentito e aveva fatto di tutto per riconquistarlo.
Ora stava nuovamente rompendo in due il fragile equilibrio che li univa.
Voleva amarlo ma... Era stanco e non lo voleva lì.
"Dovrai iniziare a parlarmi prima o poi"
Ancora non rispose, girandosi verso l'uomo al suo fianco e lasciandosi sfuggire il fumo trattenuto fuori dalle labbra.
Si sentì male nel trovare una piccola soddisfazione nel vederlo scostarsi.
La prima volta che l'altro lo aveva visto fumare era stata proprio nella loro camera.
Aveva trovato il pacchetto di sigarette di Frederico abbandonate sul pavimento del salotto e le aveva conservate gelosamente ma in un momento di fragilità ne aveva accesa una, con un bisogno quasi viscerale.
Era lì e piangeva, non se n'era accorto subito, ma solo quando passando di sfuggita la lingua sulle labbra screpolate ne aveva colto il sapore.
Era crollato in lacrime nel momento in cui aveva realizzato che il sapore che gli aveva lasciato sulla lingua era lo stesso che aveva assaggiato sulle labbra di Federico quella mattina.
Erano rimaste solo tre sigarette.
Forse, pesò accendendone un altra, avrebbe dovuto fare qualcosa, altrimenti il pacchetto sarebbe terminato.

•••
Il Giorno Dopo

Erano passate due settimane e Federico viveva praticamente da Ax, tant'è che quello gli aveva comprato uno spazzolino verde e giallo fluo e lo aveva lasciato nel proprio bagno. Tornava a casa solo per cambiarsi, il che era in un certo senso ridicolo dato che non passava lì la maggior parte delle notti e aveva preso dimora fissa sul divano di Alessandro.
Pensò che qualcuno dovesse far realmente santo quell'uomo che ancora riusciva a sopportarlo.
Era davanti allo specchio che si fissava, la maglia scura che lo fasciava bene i Jeans neri con cavallo basso e ovviamente, le scarpe in tinta. Tutto quel nero era una sorta di omaggio al suo umore forse, nero dentro tanto quanto appariva fuori.
Il punto era che Madh l'aveva chiamato e invitato all'ALCATRAZ quella sera e Ax aveva colto la palla al balzo giocando sui sensi di colpa dicendo che non poteva perdersi l'unica tappa a Milano del suo amico e pupilla e che se così fosse stato, lo avrebbe invece trascinato di forza, nonostante nessuno dei due avesse poi molta voglia di andarci, per via di disparati motivi.
Così, vestito a lutto e con le ultime due sigarette ben conservate nella tasca dei pantaloni afferrò le chiavi dell'auto e si avviò verso quella che poi si sarebbe rivelata proprio la più bella serata di merda degli ultimi tempi.

Gli era rimasta un unica sigaretta dato che per calmare i nervi, ne aveva fumata una proprio prima di entrare. Aveva messo su il miglior falso sorriso che riusciva a sfoggiare -quindi di conseguenza uno realmente pietoso - e si era diretto verso Marco a gran passi, ricevendo un vigoroso abbraccio -perché Madh era un tipo da abbracci - e una pacca sulla spalla.
Una ragazza mora che non aveva mai visto gli porse un bicchiere non ben definito di qualcosa, che sotto lo sguardo stupito dell'amico butto subito giù più della metà e la botta che ricevette quasi all'istante gli fece fare una smorfia.
Rise, quello sarebbe stato un buon metodo per passare la serata, avrebbe dovuto averne di più di quelli.
"Amico! Da quanto tempo? Cazzo sta sera devi spaccare mi raccomando eh. Come va?"
Buttò giù anche l'alta metà del bicchiere, sotto lo sguardo non molto entusiasta dell'altro.
"Bene Fede grazie, basta che non sbrocchi prima che salgo sul palco"
Gli diede una pacca sulla spalla e un sorrisino mesto. Dire che ci avrebbe provato sarebbe stata una mezza bugia, magari sarebbe stato abbastanza sobrio almeno sino all'inizio del primo pezzo.
Lo salutò dirigendosi al piano bar mentre l'altro saliva sul palco.
Con suo grande disappunto, mentre si guardava attorno dopo aver ordinato una birra, si accorse che quello stronzo di Ax era sparito.

Cinque birre e due canzoni dopo, Ax era ricomparso e con lui anche la ragazza mora che prima aveva offerto a Federico da bere.
Quella stava avvinghiata al suo amico e nonostante avesse un po di alcool in corpo, non il necessario perché fosse sbronzo non gli ci volle molto prima di fare due più due e capire che fine avesse fatto l'amico.
Si sedettero ad un tavolo tutti assieme, non di stava divertendo, non si preoccupava nemmeno di sfoggiare un falso sorriso mentre in mano stringeva l'ennesimo boccale di birra vuoto.
Vide i due seduti al tavolino andarsene, Ax dirgli qualcosa che non comprese a pieno e afferrare l'ultima Marlboro Rossa che aveva lasciato nel pacchetto, la ragazza sorridergli e allontanarsi.
Dio.
Gli scappava la pipì.
Per un secondo pensò di tornare a casa per farla lì, ma scappava troppo e forse non era il caso che guidasse.
Passò accanto ai bagni trovando la fila lunga sino a fuori e onestamente non poteva aspettare.
Uscì fuori dalla porta sul retro e fu piacevolmente sorpreso nel non trovare coppiette che limonavano accanto al bidone, o peggio, Ax che limonava accanto al bidone.
Bene.
Si slacciò la patta dei pantaloni -forse trovando eccessive difficoltà nel proprio intento- liberando finalmente con tanto di sospiro di sollievo, la sua povera vescica.
Forse soffriva realmente di incontinenza.
Forse era un problema serio.
Voleva piangere, aveva quasi sicuramente un incurabile problema alla vescica e si sentiva così male, aveva tanti problemi.
Michael era un problema.
Faceva male al cuore.
Forse era troppo amore.
Forse era troppo basso per contenere tutto quell'amore o il suo cuore troppo piccolo.
Michael meritava qualcuno con un cuore grande, forse.
"È sicuramente perché sono basso" borbottò sconsolato.
Rimise tutto al suo posto prima di aprire la porta e andare a sbattere contro qualcuno.
Dio, doveva proprio vomitare.










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Angolino di Lex.

Salve, perdonate la mia prolungata assenza, ma è periodi di recuperi.
Manca poco alla fine, si e no 3 capitoli.
La storia ha superato le 10k visualizzazioni!!!
Vi amo tutti.
Scusate, vorrei sul serio dirvi qualcosa di più ma sono molto stanca.

Vi voglio bene, grazie per leggere questa storia, vi auguro una buona notte, a più avanti.

It would be too late to let you go.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora