Waring! Cigarettes are addictive -pt.2

1.1K 76 9
                                    

"Fermo! Ehi! Si, esatto proprio tu, ti vedo sai?! Che diavolo ci fai tu qui?"
J-Ax aveva afferrato, forse in modo  più violento di quanto avesse voluto - e con un tono troppo alto viste tutte le teste che si girarono a guardarli- il braccio magro di Mika che, stretto nel suo cappotto chiaro e col viso semicoperto dalla larga sciarpa, lo fissava dall'alto del suo metro e ottanta.
Nonostante non paresse troppo sorpreso di vederlo lì, Penniman sgranò gli occhi e fissò sorpreso la mano dell'uomo ancora stretta attorno al proprio braccio.
"Ho visto su facebook che partecipa...-abate...all'evento. So, I'm here "
"Se sei qui per Federico vedi di andartene hai capito? Lo sto rimettendo in sesto. C'è quasi riuscito cazzo, non puoi venire qui e rovinare tutto ora. Ne hai avuto di tempo"
I due uomini si stavano guardando, uno ancora a impedire ferreo all'altro di andarsene.
"Please Ale. I really need to see him. Devo poter parlare con lui"
"No. Devi andartene"
"Domani, se lui non mi vuole ho un volo per domani. A mezzo giorno. Poi non mi avvicino mai più. Devo parlare con lui, devo..."

La porta che si spalancò nuovamente facendolo sbilanciare all'indietro e si resse sulle proprie gambe per miracolo.
Assieme alla luce accecante del locale e alla musica di Madh ad un livello assurdamente fastidioso entrò con lo scomparire dell'altra anche un'altra figura magra e slanciata che  lo guardò con viso sorpreso e preoccupato.
"Oddio, sei tu...ehi. Sei ubriaco...."
Neanche a dirlo, che si ritrovò a vomitare su quello che doveva essere un davvero costoso paio di scarpe.

•••
Il Giorno Dopo


Si svegliò per un brivido di freddo dovuto al fatto che il torace scoperto che metteva in mostra tutti i bei  tattoo era l'unica parte del suo corpo a non essere coperta del fine lenzuolo.
Dio, aveva un mal di testa allucinante, dettaglio che stava entrando a far parte della sua routine con una semplicità spaventosa.
Sibillò infastidito, nascondendo il volto nel cuscino e un fattore insolito lo colpì, passando dalle sue narici per essere registrato ed elaborato dal suo cervello, odore di  detersivo alla lavanda.
Terribilmente familiare, terribile   abbastanza da fargli accartocciate le budella. Odore sicuramente non suo o di quel fattone di Ax.
Sgranò gli occhi per la sorpresa, prima di doverli richiudere perché accecato dalla luce del tardo mattino.
Ruotò piano nelle lenzuola pulite, prima di scoprire di essere in quello che aveva tutta l aria di un letto matrimomiale e ... cazzo, ebbe un orribile flash di Giulia che lo aiutava a sfilarsi la maglia.
Aveva, però, ancora i jeans addosso e questo non poteva essere che un buon segno.
Si alzò dal letto trovando e infilando la maglia nera accasciata sulla sedia poco distante, dopo di che a passo strascicato e con la testa pesante giunse sino all'ampio salotto.
Seduta su un divano dai colori freddi c'era Giulia, ancora in pigiama -nonostante l' orologio alle sue spalle segnasse le 11.45-  e con una tazza di tè stretta tra le mani.
Si guardarono in silenzio, prima che lei accennasse un sorrisino mesto e gli indicasse con un cenno l'altra tazza di tè  posta sul tavolino basso.
"Mi devi un nuovo paio di Jimmy Cho"
La guardò perplesso prima di ricordarsi che aveva vomitato la propria anima sulle scarpe della ragazza proprio quella sera.
Gli sembrava di avere un enorme buco nero nella testa che aveva risucchiato gran parte degli avvenimenti.
"Mi dispiace"
"Tranquillo, sappiamo entrambi che non è così"
Ci fu un attimo di silenzio prima che scoppiassero a ridere. Aveva vissuto talmente a pieno quell'ultimo periodo che ora si sentiva in colpa per essersi scordato di soffrire per la rottura con quella ragazza fantastica che aveva di fronte.
Ora, solo ora gli era chiaro cosa intendesse quando lo aveva mollato.
"Grazie per...sai. Non avermi abbandonato nella mia pozza di vomito"
"Ho un animo caritatevole e poi pensavo che Guè volesse rivederti. GUÈ PRINCIPESSA... oddio scusa! "
Aggiunse poi notando che il ragazzo si era portato una mano alla tempia dolorante.
Federico lasciò correre, troppo preso a sorridere come un ebete al suono dello zampettare della sua altra piccola diva,  l'afferrò portandosela alla faccia e riempiendo il piccolo muso di bacetti, sino a quando dei dentini aguzzi non gli graffiarono il naso.
Sorrise comunque lasciandola a terra per vederla allontanarsi con la lingua a penzoloni.
Afferrò la tazza di tè e si sedette sulla poltrona opposta a dove s'era seduta Giulia.
Parlarono per un po e fu sorprendentemente piacevole, si scoprì persino nostalgico del rapporto con la ragazza che comunque oltre che la sua ex era anche un ottima amica.
Quando la tazza si svuotò, prese la giacca e con due baci sulle guance si avviò alla porta per andarsene.
"Fede ehi! Hai scordato le sigarette!"
Con la mano gli porgeva un pacchetto di Camel che...beh, era da...da un po che lui non ne fumava.
Si rigirò il pacchetto tra le mani, lo aprì e notò l'unica sigaretta.
Gli sembrava di scordare qualcosa, di avere la brutta sensazione di non ricordare qualcosa di importante.
"Si. Grazie"

It would be too late to let you go.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora