Capitolo 35- Non voglio tornare a casa.

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LAURA'S P.O.V.

Dopo innumerevoli 'sessioni' riuscii ad alzarmi da quel letto e ad andare a fare la colazione.

"Lauraaaa..." sentii Kendall mugugnare.

"Sì Ken?"

"Ci torni a lettoooo?"

"Nah, per oggi ho dato."

"NOOO! LA DOCCIAAAA!"

"Kendall dai."

Mi abbracciò e iniziò a baciarmi il collo da dietro.

"Kendall."

"Dai."

"A mare(?)"

"Così sì che mi piaci!"

Facemmo colazione, poi andammo a fare il bagno a mare.

"Bene, devo parlarti di alcune cose, Laura."

Iniziai a galleggiare, cercando di nascondere la preoccupazione crescente.

"Mi hanno proposto, beh, un ruolo in una serie tv."

"Oltre alla tua, intendi?"

"Beh, sì, ma saremmo comunque tutti e quattro..."

"Qual è il problema?"

"La protagonista femminile... è Selyade."

"E tu dovresti baciarla, scommetto."

"Probabilmente sì..."

"Kendall, per favore."

"È un sì o un no?"

"Un forse. Non mi va che l'ex del mio ragazzo si baci con lui."

"Ti ho detto che è acqua passata."

"O forse no. E lei non ti ha dimenticato. Scommetti?"

"Laura..."

"Solo se mi fai recitare in 'Sonny tra le stelle' e 'Programma protezione Principesse'."

"Laura... non..."

"Kendall, senti, non roviniamoci la vacanza per una stupida cosa."

"Aspetta... hai intenzione di rimanere qui a Los Angeles?"

Arrossii.

Quell'alternativa mi balenava in mente da tempo.

"Non so. Sto beh, pensando."

"Ma... la nostra serie tv?"

"L'abbiamo finita di doppiare il giorno prima di partire..."

"Beh, ma allora... potreste rimanere..."

"Kendall, veramente, non ne sono ancora sicura."

"Cosa ti blocca?"

"Beh, innanzitutto, il fatto che lì ho un lavoro. E che non so se ci riprenderebbero qui."

"Laura. Non farti paranoie. C'è qualcos'altro che ti frena, e non vuoi dirmelo."

"Kendall..."

"Se non sei pronta non dirmelo. Aspetterò. So aspettare, aspetterò tutto il tempo che ti serve."

"Grazie."

Il bagno durò un'altra mezz'oretta, e fortunatamente, non riprendemmo più gli argomenti.

"Beh, allora, abbiamo tre alternative. La prima: ce ne andiamo oggi e torniamo a casa. La seconda: torniamo a casa domani, e decidiamo il da farsi. La terza: vediamo come va, e torniamo quando ci pare."

"Tu... sei splendido."

"Lo so, credimi, lo so."

Sorrisi, poi il cielo iniziò ad oscurarsi.

"Cazzo, una tempesta in arrivo, non promette niente di buono quel cielo. Entriamo in casa."

Entrammo in casa, mentre si alzava il vento.

"Cazzo, c'è il gelo là fuori."

Facemmo una doccia veloce, poi lui prese dei maglioncini dall'armadio.

"Toglimi una curiosità: quante diavolo di cose ci sono dentro quel povero armadio?"

"Mmh, più di quante tu possa immaginare."

Indossammo maglioncini e pantaloni, poi ci sedemmo sul divano.

Continuavo ad avere freddo, così mi aggomitolai accanto a lui.

"Accendo il riscaldamento?"

"Quante cavolo di cose ci sono qui? Comunque sì, se puoi sì."

Lui si alzò e accese il riscaldamento.

"Bene... qui ho alcuni dei tuoi film preferiti... '27 volte in bianco' o 'Love Actually'?"

"Li abbiamo visti insieme entrambi... e... beh, scelgo il primo."

Lui mise il dvd, poi si sedette accanto a me.

Lo abbracciai, poi iniziammo a vedere il film.

"Ti ricordi quando abbiamo visto la prima volta questo film?"

"E chi se la scorda..."

Lo baciai, e lui sorrise, poi divaricò le gambe, e mi fece cenno di sedermi in mezzo.

Continuammo a guardare il film per circa un'ora, poi controllammo la temperatura esterna.

"Qui sta piovendo a dirotto."

"È raro qui a Los Angeles... o meglio, a Malibù."

"Lo so, è questo che non mi spiego."

"Probabilmente la stagione dei temporali è arrivata prima."

Gli sorrisi, poi gli chiesi cosa avrei dovuto preparare per cena.

"C'è una pizza surgelata, basta metterla in forno, aspettiamo un quarto d'ora, e poi la mangiamo."

Feci come mi aveva detto, e la pizza venne buonissima.

"Perfetto, ora... hai nutella?"

"Sì, nella credenza."

"Oh, mi piace la nutella."

"Lo sapevo, per questo l'ho presa."

"Sei un bimbo buono."

Presi la nutella e due cucchiai, poi mi sedetti vicino a lui sul divano.

"Tieni." Gli porsi un cucchiaio, poi immersi il mio e iniziai a mangiare.

"Sei una bimba sporcacciona. Sei tutta sporchina in faccia."

"Lo so." Gli risposi con tono da bambina piccola.

"Aspetta, ti pulisco."

Detto questo si avvicinò al mio viso e mi baciò.

"Sai di nutella." Constatò appena si staccò."

"Anche tu..."

Scoppiammo a ridere, poi salimmo in camera, per goderci al meglio la fine di quel week-end.

Remember 2~ Big Time RushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora