Capitolo 24

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Mi svegliai. Respiravo a fatica. 

Il suono delle sirene mi disturbava. Guardai di fianco a me e cominciai a ricordare tutto.  

Vidi un corpo disteso per terra coperto da un sottile telo color bianco, e lì, la mia testa si fermò, come se non volesse più ricordare cos'era successo.

Delle persone si avvicinarono a me e mi alzarono da terra.

Mi chiamavano, ma io non avevo le forze per rispondere.

Mi misero sopra ad una specie di barella e mi portarono via. Solo lì mi resi conto di essere in ambulanza. Cominciai a gridare il nome 'Lorenzo' ma mi rispose un uomo alto e rubusto che iniziò ad urlare  "È VIVA"

Con le poche forze che mi rimanevano, mi osservai, e notai che, una donna, mi fasciava le braccia. Mi facevano tanto male.

Arrivammo in ospedale ed entrai. I medici intorno a me dicevano cose come 'cosa facciamo?' 'Ha perso troppo sangue' 'come si chiama?'

Volevo rispondere, ma pensavo e basta, perché non riuscivo a muovere la bocca.

Entrai in una stanza e una mi mise una maschera nel volto, e poi il nulla.


FRANCESCO

"Quindi lui è il suo migliore amico?"   "Si... Ma io voglio sapere se Amanda sopravviverà!"   "Se non si sveglia entro 24 ore, non ci sarà più nulla da fare."

Ma che cazzo sta succedendo? Amanda è quasi morta per colpa di quella merda del suo fidanzato... Ex fidanzato, da quanto ho sentito dire tra i dottori.

Mi avvicinai ad Amanda. Le sue braccia erano fasciate da strati di tessuto bianco e il suangue che perdeva dalle ferite si era depositato in esso. 

I sensi di colpa cominciavano a massacrarmi: 'se fossi arrivato prima nel boschetto, avrei salvato due vite'  e tante altre cose.

Osservai la mia migliore amica, e lei, aprì gli occhi. 

"Amanda, piccola mia, sei viva!"  "Fra..."  "Non parlare. Sprechi energie" 

Urlai il più forte possibile per avvisare alle infermiere che Amanda si era svegliata. Entrono un gruppo di persone formato da due uomini e tre donne, che mi fecero uscire.


AMANDA 

Con molta fatica aprì gli occhi ed arrivarono dei dottori/esse che mi interrogarono.

"Si ricorda il suo nome signorina?" "Si. Sono Amanda, Amanda Brooks"

"Si ricorda che le è successo?"   "Lorenzo come sta?" Chiesi ad un medico senza pensare molto a ciò che dicevo.

"Lorenzo?"  "Lorenzo era il ragazzo vicino"   

A quel 'era' pronunciato dalla signora, cominciai a non vederci più. Le lacrime mi rigarono il viso, e l'altra dottoressa si avvicinò a me e mi abbracciò, dicendomi  "Tesoro, purtroppo non ce l'ha fatta. Abbiamo provato di tutto, ma nulla." 

E se ne andarono.

Provai ad alzarmi in piedi e raggiunsi una sedia a rotelle vicino al letto. Con fatica, riuscì a sedermi, e mi spinsi fuori, chiedendono a qualcuno di portarmi in bagno.

Francesco si offrì e mi portò a destinazione. Senza farmi vedere, scesi dalla sedia e, quasi gattonando, scappai dalla vista di Franesco.

Presi il primo ascensore che trovai e raggiunsi il tetto dell'ospedale.

Visto l'altezza dello stabile, decisi di farla finita.

Gattonai fino al bordo e lì pronunciai le mie ultime parole.

"Amore mio. Ora tu sei in cielo e sento che mi stai cercando. Lorenzo, stavolta arrivo veramente."

E mi buttai


Fine.


Robbie💖 

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