•Capitolo 14•

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Sento la sveglia suonare, in modo imperterrito. Non voglio alzarmi per andare al mio primo giorno di lezione di college. Le coperte sono calde e il letto anche, e non posso proprio alzarmi. Spengo la sveglia, e mi rimetto a letto, addormentandomi del tutto.

Apro gli occhi, molto più soddisfatto di prima, mi sento meno stanco. Guardo l'ora:
10:27
O mio dio!
É tardissimo!
Ho praticamente saltato due ore e mezza di lezione!
Merda, devo subito alzarmi.
Scendo dal letto con una velocità impressionate, devo almeno riuscire ad entrare il terza ora. Mi lavo le ascelle, la faccia e mi vesto.
Prendo i libri per le prossime lezioni, e scendo subito di corsa giù, incontrando, durante il tragitto, Zayn. Mi dispiace tanto che abbia cambiato stanza.

Entro in classe giusto in tempo per le 11:00.
Terza ora, perfetto.
"Scusi prof" mi scuso venendo in classe più veloce della luce.
"Per te farò un eccezione solo perche' questi giorni sei stato male" mi comunica non troppo severo.

Eh, mica tanto. Ieri ho passato una giornata intera con Louis.
"Siediti vicino a Tomlinson, quel ragazzo li in fondo" il prof indica Louis.
Si parla del diavolo e spuntano le corna.
Un diavolo dagli occhi azzurri.
"Buongiorno" dico quasi sussurrando sedendomi accanto a lui.
"Ehi" fa lui, sorridendo.
"Ti andrebbe un altra giornata come ieri?" Continua sempre a bassa voce.
"Forse" dico sorridendo maliziosamente, e lui ricambia.

Durante le altre 3 ore non sono stato attento, perche' c'era Luke che mi prendeva in giro. Mi chiamava "spastico" o nomignoli stupidi. Finchè non mi inizió ad insultare, e qui partì in azione Louis, picchiandolo e finendo in presidenza.
"Louis!" Esclamo entrando nella presidenza. È ridotto male. Ha un occhio nero, un labbro spaccato e i capelli tutti in disordine. Immagino Luke cosa potrebbe avere.
"Non ti avvicinare" dice freddo mentre il preside ci guarda.
"Tolgo il permesso" dico un po' offeso ed esco dalla presidenza.

Non vedo Louis da minimo 2 ore e già mi manca. In queste due ore sono stato in stanza a prepararmi per il compito di domani di fisica. E ho davvero bisogno di recuperare.
Si sono fatte le 5:00 e il tramonto è vicino.
Decido di scendere al bar e prendermi una cioccolata calda con panna montata sopra, anche perche' inizio ad avere freddo.

Mi siedo al solito tavolo, bevendola, quando da lontano lo vedo.
Ancora con il labbro spaccato, e l'occhio nero.
I capelli se li è sistemati, ma sistemati o no, è perfetto lo stesso.

"Ehi" dico un po' a disagio per come mi ha trattato prima.
"Ciao" fa lui sedendosi, senza emozioni.
"Sei ridotto male" commento.
"Già, si vede?" Fa l'ironico.
"Perche' lo hai picchiato?" Domando pulendomi le labbra.
"Perche' nessuno deve toccarti" risponde dolce.
"So che sei molto possessivo, ma non devi, sul serio..." Dico ma mi blocca subito.
"Ora non puoi capire perche' lo sto facendo" alza un po' la voce, restando sempre comunque calmo con i suoi sentimenti, senza alzare l'ira, appunto.
"Allora dimmelo!" Esclamo esasperato.
"Perche' fai così?" Domando un altra volta, un po' più 'calmo'.
"Perche' ti voglio molto bene!" Sbotta.
"Anche io, ma non c'è bisogno di questo comportamento" lo calmo.
"Invece sì...ma non capiresti" continua a dire ancora che non capisco.
"Vabbé" mormoro giocando con il cucchiaio della cioccolata.

"Hai un po' di cioccolata qui, sul labbro" dice avvicinando il suo indice al mio labbro inferiore, pulendo la restate cioccolata.
Questo gesto mi ricorda una delle tante novelle che si vedeva mia nonna, quelle novelle romantiche.
Ma con lui è tutto perfetto.

"Harry, promettimi una cosa. Non fidarti di nessuno, per favore" Louis se ne esce così.
"Perche' non dovrei fidarmi?" Domando incuriosito.
"Non è un bel periodo, fidati di me. Sono sospeso e torno tra 3 giorni, in questi 3 giorni, non fare cazzate, ti prego" Louis cerca di fare il padre premuroso.

Gli tocco la mano e gli dico: "Te lo prometto"
"Promesso, da ora" sorride mentre lo dice.

Mi alzo, e lui fa lo stesso, ancora come due specchi.
"Dove vai?" Domanda.
"In camera" rispondo serio.
"A fare cosa?"
"Niente" rispondo ancora.
"Vieni con me" propone.
"Veramente avrei bisogno di stare da solo" invento una scusa.
Più che una scusa, è vero. Ho bisogno di stare un po' da solo.
Non è proprio una giornata come ieri.

"Va bene..." Louis mi lascia andare.
Mi volto verso di lui, gli corro appresso e ci abbracciamo.
Non come quei abbracci fraterni, ma quei abbracci davvero amichevoli, dolci e romantici.
Mi piace troppo, ne sono sicuro.

E sono sicuro anche di non essere proprio etero.
Davvero, lui mi sta cambiando, del tutto.

Sono le 23:00, Louis non c'è.
I ragazzi non ci sono.
Non so dove siano, e ora sono solo.
È fantastico stare da soli, perche' puoi fare quasi sempre quello che vuoi senza che qualcuno ti possa giudicare.

Guardo la finestra, il buio completo.
Ecco, esattamente me senza Louis.
Dove si sarà cacciato?
Dove si saranno cacciati?
Senza messaggi, neanche una telefonata...6 ore senza di loro.
Mi stanno mancando molto, mi sento molto escluso dal loro gruppo.
Magari sono a ballare o in giro per Londra, senza di me.

Credo che mi metterò a dormire penso, ma prima mi piacerebbe leggere il mio vecchio diario di ricordi.
Magari mi ricorderó qualcosa!
Sfoglio la prima pagina: vuota come i miei ricordi.
Inizio a sfogliare le altre, vedendo non cose molto importanti. Cose delle medie, foto di quando ero piccolo o disegni.

Niente che mi riporti a Louis.

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Alla prossima.......

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