capitolo 12

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Un odere di caffè mi inavade le narici e mi induce ad aprire gli occhi.

Davanti a me vedo un soffitto bianco, il mio corpo e disteso su un morbido materasso, ed e avvolto da fresche lenzuola di lino.

Ci vuole un po per rendermi conto di dove mi trovo, ma piano piano i ricordi mi riaffiorano.

Ricordo Christian che mi é venuto a salvare, ricordo come mi ha aiutato a cancellare quello che mi é successo, ed un sorriso da ebete si fa spazio sul mio viso.

Sento il materasso abbassarsi, e sento il rumore di tazze che si scontrano.

Mi giro di lato, e vedo Christian in tutto il suo splendore, la luce del sole che filtra da una finestra sul muro lo colpisce in pieno.

E lui brilla sotto i raggi del sole con il suo petto scolpito completamente nudo, e un pantalone della tuta che gli copre la parte inferiore.

Sembra un angelo, un angelo che però avvolte può trasformarsi nel peggiore dei demoni.

- giorno piccola- la sua vocei distoglie dai miei pensieri, e gli rivolgo un timido sorriso.

- giorno amore- rispongo stampandogli un bacio sulle labbra.

- ti ho portato la colazione- dice prendendo il vassoio che aveva riposto sul comodino e me lo appoggia in grembo.

Sul vassoio c'erano due tazze di cappuccino fumante, due cornetti una a marmellata, e uno a ciccoloto, c'era anche un bicchiere di spremuta di arancia, ed una rosa rossa.

- hai fatto tutto questo per me- sento le lacrime scorrermi dagli occhi, non avrei mai pensato che lui potesse fare una cosa del genere.

- certo perché tu meriti questo ed altro, ora però mangiamo, e dopo andiamo a fare shopping, perché stasera devi accompagnarmi ad una cena- dice prendendo un cornetto per poi addentarlo.

- una cena?, e dove si terrà?- chiesi

- si terrà a casa di un mio collega e una cena di beneficenza e devo andarci, e voglio che tu venga con me- dice finendo di mangiare il cornetto.

- vabene allora mangiamo e poi andiamo a comprare vestiti- urlo felice come una bambina, lui se la rise di gusto, e poi continuiamo a mangiare.

Un ora dopo siamo in macchina verso il centro commerciale, in macchina non abbiamo fatto altro che litigare, perché io voglio mettere un vestito corto fino a metà coscia, e lui vuole farmi mettere un vestito lungo fino ai piedi.

- ma un vestito fino a metà coscia non é esageratamente corto- dico io esasperata dal suo comportamento.

- invece lo é tutto vedranno ciò che é mio a me non sta bene- dice stizzito svoltando a destra.

- non si vedrà nulla, accidenti tanto vale che tu mo faccia venire alla cena col burkqua ( non so come si scrive)- dico sarcastica.

- hai ragione così non dovrò preoccuparmi, sei un genio donna- esulta lui come un bambino.

Io ormai sconvolta lascio correre tanto e inutile parlare con un coglione.

Una volta arrivati al centro commerciale mi fiondo bel negozio de Victoria secret's, e prendo tre completini intimi di pizzo, uno e nero, uno rosso e nero, e uno e verde acqua.

Entro in camerino e dico a christian di aspettami fuori, lui sbuffa dicendo qualcosa di incomprensibile, ma poi aspetta.

Io nel frattempo entro e provo il primo completo, esco dal camerino, e vedo Cris girato di spalle, lo chiamo, e quando si gira la sua mascella tocca terra.

- allora come mista- dico mentre giro per farmi ammirare tutta.

-vatti a vestire sen no ti sbatto contro la parete del camerino- io ridacchio ed entro a cambiarli di nuovo.

Dopo aver provato anche il terzo completo, ed aver ottenuto lo stesso risultato mi spoglio, ma mentre sto per rimetterli l'intimo con il quale sono venuta Cris entra in camerino.

Mi prende con forza e mi sbatte contro il muro, non ho il tempo di capire cosa stia succedendo, che sento il suo membro nel mio sesso.

La sua bocca va a coprire la mia per inpedirmi di gemere come una rannata, mentre lui continua a spingere dentro di me.

Le sue spinte sono forti e regolari, non c'è niente di dolce in quello che stiamo facendo, ma e tutto così selvaggio e rude, tanto che sto godendo come non mai.

Veniamo insieme in un colossale orgasmo, poi lui mi rimette giù e ai riveste.

- scusa mi non c'è la facevo più , non sai che tortura vederti così, e non poterti toccare- la sua voce frustrata.

- era quello lo scopo- sorrido maligna.

Dopo aver fatto un giro per altri negozi, e altre due scopate in camerino, ho preso non solo il vestito per la cena ma anche altra cose.

Il vestito e bellissimo, e un tubino nero corto fino a metà coscia( alla fine ho vinto io) a fascia, e a un velo che dal fianco destro scende fino alla caviglia, e
sotto metto un paio di decolté nere tacco 12.

Una volta a casa, facciamo una doccia insieme, e dopo aver scopato per l'ennesima volta oggi decidiamo di prepararci.

Scusateeeeee se ci ho messo tempo ad aggiornare ma sono incasinatissima con la scuola.

Ecco a voi un altro capitolo commentate e ditemi se vi piace


Schiava su contratto(#wattys 2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora