13

4.3K 228 39
                                    


Il sole rifletteva sulla miriade di cristalli che componevano la pelle di Edward dando l'impressione che luccicasse. L'effetto, così noto al vampiro, sembrava avere su Bella un risultato inaspettato: lei lo guardava estasiata e lui si sentiva imbarazzato. Era abituato ad essere guardato con desiderio, ma leggere negli occhi di Bella quelle emozioni lo faceva tremare. Si vergognava di quell'attenzione quasi ossessiva eppure si sentiva onorato di riceverla. Per quanto si fosse immaginato quel momento, nulla nelle sue fantasie si era mai neanche avvicinato alle sensazioni che provava in quel momento, e si diede dello stupido per aver temuto il peggio, per aver pensato che lei lo rifiutasse.

Insieme si sdraiarono sull'erba, godendo della luce calda del sole. Ma Bella aveva occhi solo per lui. Sebbene Edward tenesse gli occhi chiusi, poteva sentire lo sguardo di lei scivolare sulla propria pelle, fin nei più piccoli dettagli. Se da una parte voleva aprire gli occhi per incrociare quelli di lei, dall'altra avrebbe voluto rimanere così per sempre, fermando quell'attimo di pace e benessere che tanto aveva sognato nelle lunghe notti degli ultimi ottant'anni. Delicatamente, sentì Bella che gli accarezzava il dorso della mano: un tocco caldo e morbido che gli ricordava quanto tutto quello fosse reale. Lui era davvero con Bella, nella radura.

"Non ti faccio paura?", le chiese mentre i loro occhi s'incontravano per la prima volta dopo minuti di silenzio.

"Non più del solito".

Quelle parole, pronunciate così, per gioco, lo fecero sorridere. I suoi occhi erano attirati da quelli di lei: così caldi, così vivi e così dolci. Alla luce del sole, Edward ne vide sfumature che non aveva mai colto, tonalità gentili che si mescolavano fra loro regalandogli un mare nel quale perdersi, per sempre. Bella continuò ad accarezzarlo, spostando delicatamente la punta delle sue dita lungo il profilo dell'avambraccio. Tremava. Edward sapeva che la forza gravitazionale che li teneva uniti stava vivendo un momento di grande novità e non voleva che tutto ciò finisse. Era la prima volta che si studiavano così da vicino, che le loro pelli si accarezzavano, scambiandosi emozioni.

"Ti do fastidio?", chiese Bella, timidamente. Fastidio? Come avrebbe potuto spiegarle la beatitudine che provava in quel momento? Quali parole poteva usare per descriverle ciò che sentiva?

"No, non hai idea di come io mi senta", le rispose senza aprire gli occhi. Avrebbe voluto urlare, gridare al mondo Io-sono-.felice! Per la prima volta lo era davvero; per la prima volta sentiva ciò che per lunghi anni aveva solo sentito raccontare; per la prima volta, le dolci parole dei letterati che tanto amava acquistavano un senso. Con un gesto rapido, Edward porse il palmo della sua mano a Bella, ma lei si spaventò del movimento fulmineo.

"Scusa" le disse in tono gentile "E' troppo facile essere me stesso, accanto a te".

Bella sollevò la sua mano, rigirandosela davanti agli occhi. Era in momenti come quelli che lui avrebbe dato qualsiasi cosa per leggerle i pensieri.

"Dimmi a cosa pensi" implorò in un sussurro, mentre i loro sguardi s'incrociavano timidi.

"Desideravo che tu fossi vero, e mi auguravo di non aver paura"

"Io non voglio che tu abbia paura". C'era sincerità nella sua voce, c'era cuore. Lui avrebbe dato tutto per far si che lei fosse sempre felice, che si sentisse protetta. D'istinto, Edward si mise seduto finendo a pochi centimetri dal viso di Bella. Poi, d'un tratto, lei si avvicinò. Un movimento lento, prevedibile eppure lo spaventò. No, non era pronto per quello. Ogni parte di lui si malediceva per essere scappato, per aver evitato quel contatto che così tante volte aveva sognato. Ma la paura lo colse all'improvviso. Così, si allontanò da lei di qualche decina di metri, prima ancora che Bella avesse la possibilità di realizzare l'accaduto.

Edward's TwilightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora